Salta al contenuto principale

Margherita Scoccia è stata molto penalizzata dal calo di partecipazione verificatosi nel ballottaggio. Il 20 per cento degli elettori delle liste civiche non si è recato alle urne, identica scelta l’ ha fatta il 12-13 per cento dei leghiste e in parte minore ma significativa gli stessi elettori del suo partito, cioè Fratelli d’Italia. Complessivamente le sono così mancati ben 4.000 mila voti. Un numero decisivo visto che al termine dello scrutinio la differenza fra le due candidate era di 2700 consensi a vantaggio di Ferdinandi che invece è riuscita a riportare alle urne una percentuale altissima di chi l’aveva scelta al primo turno. A questa è riuscita ad aggiungere ben 2000 voti di cittadini che hanno espresso la loro preferenza per lei solo al ballottaggio mentre in precedenza si erano astenuti.

«CHI HA VOTATO FERDINANDI E IL RUOLO DEI RIFORMISTI»

Ferdinandi aveva perso parecchi consensi fra le europee e il primo turno delle comunali. Circa tremila elettori appartenenti alle liste che la sostenevano non l’hanno infatti votata. Se l’avessero fatto, avrebbe potuto vincere al primo turno. A non sceglierla sono stati circa il 20 per cento di Azione e il 17 del M5S, e persino il 6 per cento della Sinistra, mentre i democratici sono stati “fedelissimi”.
A Foligno il fenomeno dell’abbandono da parte dei civici è stato ancora più consistente: circa il 40 per cento di questi ha fra il primo e il secondo turno cambiato radicalmente: ha mollato Zuccherini e votato Masciotti.
Questi dati sono contenuti in uno studio che pubblichiamo integralmente di seguito e che è stato realizzato da Bruno Bracalente, Antonio Forcina, Nicola Falocci. Nell’insieme quello che appare chiaro è la grande mobilità dell’elettorato non legato ai partiti e che tendenzialmente è di orientamento moderato.

LO STUDIO DI BRACALENTE: CLICCA QUI PER LEGGERLO INTEGRALMENTE