Salta al contenuto principale

di Gabriella Mecucci

701mila elettori per scegliere il nuovo governo regionale. E’ questo il voto più importante che gli umbri hanno mai dato. Deciderà non solo le sorti della Regione, ma anche gli equilibri nazionali: rafforzerà Meloni se vincerà Tesei, e viceversa se la spunterà Proietti. Almeno tre segnali parlano della centralità di queste elezioni. Innanzitutto, la venuta in massa di tutti i leader nazionali: mai l’Umbria è stata tanto frequentata da ministri e da capi dell’opposizione. Si è scomodata persino Giorgia Meloni che ha disertato l’Emilia Romagna, dove il risultato appare più scontato.

FATTORE BANDECCHI: CI SI PUò PIEGARE A TUTTO PER UNA POLTRONA? 

Il secondo segnale sono stati i continui e spesso spettacolari bagni di folla che sono riapparsi un po’ in tutta l’Umbria dopo 30 anni di scarsa partecipazione. Numeri straordinari che avevano per la verità caratterizzato anche la scalata a Palazzo dei Priori di Vittoria Ferdinandi. Per Stefania Proietti si è riempito il Lirick (oltre 1200), a Terni tutte le manifestazioni sono riuscite mentre Schlein e Bonacini hanno battuto con successo l’intera regione. Dulcis in fundo, i 700 di venerdì sera alla Città della Domenica, all’aperto in una serata freddissima. Per Tesei due bagni di folla: l’ultimo giovedì scorso a San Francesco al Prato a Perugia dove hanno parlato Meloni, Salvini e Tajani; il secondo all’inizio della campagna elettorale (un migliaio di persone), a Umbriafiere di Bastia. E poi altre importanti iniziative su Terni, oltre ad una campagna diffusa sul territorio.
Il terzo segnale che rivela l’importanza di questo voto è stata la quantità di articoli apparsi sui grandi quotidiani nazionali, che hanno reso le protagoniste dello scontro locale, due vere star della politica.
Che cosa è emerso sul terreno dei contenuti? Stefania Proietti ha lanciato uno slogan: “Gli umbri si riprendano l’Umbria”. In questi anni infatti, secondo la candidata di centrosinistra, sono stati catapultati nella regione una pletora di esponenti mediocri che hanno contribuito al malgoverno: su tutti l’assessore alla Sanità Luca Coletto che ha gestito l’80 per cento del bilancio. Proietti chiede uno scatto di orgoglio e individua tre punti programmatici: il primo è “salvare” la sanità e il servizio pubblico; il secondo è il potenziamento delle infrastrutture: soprattutto le ferrovie e alcune grandi arterie come il “Nodo” di Perugia; il terzo è l’ambiente con un no al termovalorizzatore e un sì al riciclaggio dei rifiuti.
Donatella Tesei ha detto l’esatto contrario. Ha legato strettamente le sorti dell’Umbria all’operato del governo nazionale e soprattutto ha difeso le scelte della sua amministrazione valorizzando in particolare quelle economiche – per la verità smentita dati di Bankitalia – e i risultati del turismo. Ha poi proposto la costruzione del termovalorizzatore.
La terza questione da valutare sono le alleanze delle due coalizioni e i profili delle candidate. Proietti è sostenuta da tutto il centrosinistra: un campo extralarge; Tesei ha imbarcato anche un personaggio come Bandecchi, attuale sindaco di Terni. Proietti è un ingegnere, sindaca di Assisi, la più internazionale delle città umbre, cattolica e green; Tesei è una leghista di osservanza salviniana e Presidente uscente della Regione: secondo lei le cose vanno bene, occorre sostanzialmente continuare su questa strada.
Adesso la parola passa agli elettori. Toccherà a loro decretare la vittoria di una delle due, dopo un lungo testa a testa nei sondaggi, nonché il successo di Meloni e del suo governo, o del campo largo di centrosinistra a livello nazionale. Non andare alle urne sarebbe profondamente sbagliato sia perché la posta in gioco è altissima sia perché la litania del “sono tutti uguali” è lontana dal vero. Mai come questa volta le candidate, gli schieramenti e i programmi risultano essere opposti. L’offerta è chiara, a voi la scelta.