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Inizio straordinario per Umbria Jazz: un megaconcerto gratuito con una superstar, come accadeva negli anni Settanta. Si esibirà Angelique Kidjo, l’unica africana nera con una stella sul viale delle stelle di Hollywood. Da tempo i musicisti più affermati facevano lo spettacolo al Santa Giuliana. Quest’anno invece di nuovo davanti al duomo. La grande rassegna jazzistica è retta da una grande macchina che lancia Perugia fra le capitali del jazz sia per la qualità dei musicisti che per l’impegno organizzativo e il giro d’affari che produce. Giampiero Rasimelli e Donatella Miliani, recentemente nominata nel nuovo cda, analizzano per Passaggi, il programma 2025, e indicano i piani futuri del nuovo corso. Pubblichiamo di seguito i due articoli.

di Giampiero Rasimelli
Foto di ©Fabrizio Troccoli

Arriva finalmente Umbria Jazz e l’estate perugina, sinora battuta da un caldo torrido, a tratti insopportabile, prende forma e ritrova la freschezza più tipica e tradizionale. Umbria Jazz è diventato, nella sua ormai lunga storia, un punto forte dell’identità cittadina, nel quale i perugini, gli umbri e tantissimi turisti e appassionati di musica vivono la gioia del Festival e della grande cultura musicale della nostra regione, di cui il Jazz è diventato nel tempo una espressione di livello internazionale. 

Il Festival è una grande macchina al servizio di Perugia e dell’Umbria, oltre 250 eventi in 13 differenti location, circa 1500 addetti coinvolti (volontari o a contratto) ed è anche un grande valore economico per Perugia e per l’indotto. Il Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia calcolo’, prima del Covid un valore di circa 10 milioni di euro per le attività svolte nel periodo Festival nel Comune di Perugia che arrivavano a circa 13 milioni considerando l’impatto anche nei comuni vicini. Gli alberghi, i bar e i ristoranti fanno nelle giornate del festival gran parte o una parte consistente dell’introito annuale delle loro attività. Il Festival, nel suo specifico, anche in termini di comunicazione suscita nei media e sui social un quantitativo di contatti tra i più alti a livello internazionale se paragonato ai dati di altri grandi Festival mondiali con budget di gran lunga superiori (Montreal, Montreux, Newport ecc …) e questo è un ulteriore grande valore, non solo per la manifestazione, ma per Perugia e l’Umbria.

Umbria Jazz è cultura viva, che propone ad ogni edizione il meglio del Jazz mondiale e una contaminazione di generi musicali senza pari. Il tutto immerso in un ambiente storico, culturale ed urbanistico che non ha eguali.

Anche quest’anno ci saranno delle primizie. Si tratterà di una edizione che vedrà protagoniste, soprattutto all’Arena Santa Giuliana, le voci e con loro la canzone a diverse latitudini musicali. Dal classico Jazz, con Dianne Reeves, Gregory Porter, Kurt Elling o Samara Joy, interprete di recente fama, o del talentuoso polistrumentista Jacob Collier. Alla Black Music con grandi interpreti come Lionel Ritchie, star assoluta, o la sofisticata Ledisi e i The Sacred Souls. Voci del pop d’autore come Mika o i Patacarri rivelazione di XFactor. Voci dall’Africa come quella di Angelique Kidjo, originaria del Benin, celebrata nella All of Fame di Los Angeles, impegnata in uno straordinario concerto in Piazza 4 Novembre all’avvio della Kermesse.

Ma va ricordato anche il programma sofisticato e di alto profilo per amatori della Galleria Nazionale dell’Umbria che negli anni è diventata uno scrigno per proposte jazz originali di grandissima qualità e potenziale artistico. E va ricordato infine che quest’anno il Festival si riapproprierà finalmente del Teatro Pavone, chiuso per anni, ma indimenticato scenario di altissime e seguitissime performance. Il Teatro Pavone affiancherà il Morlacchi in una rassegna jazz che proporrà al pubblico dei puristi il meglio di quanto può offrire oggi il Jazz internazionale.

Insomma ancora una volta un programma di alta qualità, un’offerta che si rivolge al pubblico del Jazz, la base del Festival, a chi apprezza la contaminazione musicale, al grande pubblico che ama la buona musica. Un programma che offre spettacoli a pagamento e fa un grande sforzo di offerta di tantissimi concerti gratuiti che fanno vivere il Festival e la città tutta. Per questo lascia perplessi la progressiva erosione del contributo governativo a Umbria Jazz (come ad altri importantissimi Festival) in base alla legge di riconoscimento dell’importanza nazionale e internazionale della manifestazione che il centrodestra sta portando avanti.

Un programma che, come annuncia nell’articolo successivo Donatella Miliani del nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Umbria Jazz presieduta da Stefano Mazzoni, è un ponte verso il futuro che verrà delineato nel nuovo programma di mandato della Fondazione cui si sta lavorando. Sarà un appuntamento essenziale per la vita del Festival, che dovrà diventare sempre più Festival a tutto tondo per reggere la concorrenza dei grandi eventi musicali italiani ed internazionali e per recitare ancora a lungo un ruolo da protagonista in Umbria e nel panorama culturale italiano.

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di Donatella Miliani

C’è un luogo, nel cuore pulsante dell’estate italiana, dove il tempo viene scandito dalla musica. Le giornate si dilatano e le notti si accendono di note, di sogni, di brividi sulla pelle. È Perugia, ed è Umbria Jazz. Ma chiamarlo “festival” è riduttivo: Umbria Jazz è un respiro collettivo, un rito laico che da 52 anni trasforma la città in un palcoscenico dell’anima. Sotto le stelle, tra le pietre antiche e i vicoli che sanno di storia, sono passati giganti come:  Weather Report, Sun Ra, Miles Davis, Sonny Rollins, Herbie Hancock, Sting e Gil Evans, Gilberto Gil, Caetano Veloso, Michel Petrucciani, Keith Jarret, B.B.King, Phil Collins, Dee Dee Bridgewater, James Brown, Sarah Vaughan, Tom Jones, Wayne Shorter, Wynton e Brandfod Marsalis, Miriam Makeba, Pat Metheny, Phil Collins, Quincy Jones ma anche James Taylor, Carlos Santana, Eric Clapton, Jeff Beck, i Rem, Liza Minelli, Diana Ross e ancora Prince, Manhattan Transfert, Lady Gaga e Tony Bennet, Incognito, Alicia Keys, Michel Bublé, Burt Bacharach, Bob Dylan, Lenny Kravitz, solo per ricordare alcune delle  star mondiali (non da meno gli italiani Paolo Conte, Enrico Rava, Danilo Rea, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, Pino Daniele, Gino Paoli, Paolo Conte  & co.). Ma più che una parata di nomi, quand’anche straordinari, UJ è stata – ed è – una dichiarazione d’amore alla musica, alla bellezza, all’umanità. Insomma, non è solo un festival ma un’anima viva capace di trasformare ogni notte in qualcosa di speciale, ogni concerto in una rivelazione, è un fiume di suoni che ha coinvolto e continua a coinvolgere intere generazioni, mescolando emozioni, cultura, sorrisi, buon cibo, calici di vino, applausi, sogni e stelle in un contesto carico di storia e meraviglie d’arte: l’acropoli perugina.
Ecco quanto scriverei (ancora) oggi da giornalista se dovessi in poche righe provare a spiegare cos’è Umbria Jazz e quale magia crea a Perugia nei dieci giorni in cui tutto da mattina a notte fonda si fa musica.
Ma alla vigilia di questa 52esima edizione, che avrà inizio venerdì 11 luglio con un magnifico dono alla città e al pubblico degli appassionati:  il concerto gratuito in piazza IV Novembre della strepitosa Angelique Kidjo (prima africana- nera- dopo Charlize Theron a ricevere una stella sulla Walk of Fame di Hollywood), mi trovo a raccontare il Festival da consigliera del nuovo Cda della Fondazione UJ. Lavorare al e per Umbria Jazz con il Presidente Stefano Mazzoni, il vicepresidente Fausto Palombelli, gli altri consiglieri, Daniele Moretti e Luca Gatti., il direttore generale Roberto Piccinelli e lo storico direttore artistico e fondatore del Festival Carlo Pagnotta, genera emozioni nuove. In primis la consapevolezza di un incarico complesso e impegnativo.
Ho un ricordo vivo del mio primo incontro con UJ: era l’estate del 1987. Sting con la Gil Evans Orchestra allo stadio Curi. Ero una studentessa universitaria,  fu come se il mondo si aprisse davanti a me in una sinfonia irripetibile. Non sapevo che un giorno avrei raccontato Umbria Jazz per lavoro, né che ne sarei diventata parte nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione. Sapevo però, già allora, che quel legame sarebbe stato per sempre, tanto da estenderlo nel tempo anche ai miei figli, cresciuti tra quei concerti con la chiara comprensione di cosa significhi ‘musica di qualità’.
Il mio amore per UJ, allora come oggi, è lo stesso di migliaia di persone che ogni anno si ritrovano qui, giovani e meno giovani, spettatori, musicisti o aspiranti tali, per vivere qualcosa che va oltre le note: un senso di appartenenza, di meraviglia, di eternità.
Da qualche anno il Festival dedica ai più piccoli una sezione a sé stante (UJ4Kids) e oggi celebra il 40ennale delle Clinics della Berklee (una, se non la più prestigiosa università musicale di jazz del mondo) che ogni anno vedono la partecipazione a Perugia di centinaia di giovani musicisti provenienti dai più disparati Paesi dei sei continenti.  Il valore culturale e promozionale di Umbria Jazz è patrimonio ben noto alle istituzioni (non solo regionali ma anche nazionali) e certificato da approfondite ricerche di università ed esperti di settore. Un patrimonio che nel tempo è cresciuto grazie al lavoro e all’impegno di tantissime persone (impossibile citarle tutte e per evitare di tralasciare nomi eviterò di farne) e di uno staff efficiente ed estremamente motivato oggi come ieri, fatto di donne e uomini che al festival hanno voluto, vogliono e continueranno a volere bene. Il nuovo Cda, insediatosi pochi mesi fa, ha già iniziato a lavorare a un programma di mandato. Obiettivo:  garantire a quella che è una grande risorsa per tutti un futuro all’altezza della sua straordinaria storia. Umbria Jazz è stato, è e continuerà ad essere un “portatore sano di Cultura”, il nostro compito è custodirlo e farlo crescere, con rispetto e visione.  “Non sarà solo il festival di Lionel Richie” ama ripetere il direttore artistico Pagnotta riferendosi al ricco e variegato programma dell’edizione 2025 che sta per cominciare (anche gli eventi gratuiti nelle location del centro storico vedono come protagonisti artisti che farebbero tranquillamente il cartellone a pagamento di un qualsiasi altro festival), e ha ragione, perché Umbria Jazz non è solo un evento. È una promessa. Il posto in cui anche il silenzio che resta dopo l’ultimo applauso suona come un invito che fa sussurrare: “Tornerò. Perché qui, tutto è musica.”
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Umbria Jazz 2025: programma, artisti, palchi ed eventi
(11 -20 luglio 2025  Perugia, centro storico e principali teatri e piazze della città)
Anteprima: 10 luglio con il concerto dei docenti e alunni del Berklee College of Music in Piazza IV Novembre
Artisti principali
Il cartellone 2025 è ricchissimo e include star internazionali, nuove promesse e progetti speciali. Tra i nomi più attesi:
Data  Artisti principali      Location
11 luglio   Angelique Kidjo  Pizza IV Novembre
12 luglio   Stefano Bollani Quintet + Patagarri Arena Santa Giuliana
13 luglio   Dianne Reeves + Herbie Hancock      Arena Santa Giuliana
14 luglio   Samara Joy + Gregory Porter   Arena Santa Giuliana
15 luglio   Ledisi + Kurt Elling & Yellowjackets (Tributo ai Weather Report)  Arena Santa Giuliana
16 luglio   Joe Satriani + Steve Vai (SatchVai Band)  Arena Santa Giuliana
17 luglio   Jacob Collier + Marcus Miller (Hyundai Night)   Arena Santa Giuliana
18 luglio   Kamasi Washington + Candy Dulfer + Shelby J.    Arena Santa Giuliana
19 luglio   Mika  Arena Santa Giuliana
20 luglio   Lionel Richie – “Say Hello To The Hits”   Arena Santa Giuliana
Palchi e spazi
Umbria Jazz 2025 si svolge su 13 palchi tra spazi all’aperto e al chiuso:
Arena Santa Giuliana – palco principale per i big internazionali
Teatro Morlacchi – jazz classico e omaggi storici
Piazza IV Novembre – concerti gratuiti e anteprime
Giardini Carducci – musica all’aperto
Terrazza del Mercato Coperto – eventi swing
Sala Podiani (Galleria Nazionale) – concerti cameristici
Teatro del Pavone – jazz tradizionale
Locali storici e club – jam session notturne
Numeri e partecipazione
Oltre 250 eventi in programma
Più della metà gratuiti, per animare il centro storico
Circa 1.500 addetti coinvolti nell’organizzazione
223 studenti da 30 Paesi iscritti alle Clinics del Berklee College
Clinics Berklee College of Music
Le celebri masterclass compiono 40 anni e coinvolgono giovani musicisti da tutto il mondo. Il 10 luglio si terrà un concerto speciale con ex allievi e docenti, tra cui Mathis Picard