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di Francesca Pasquino*

L’inizio dell’anno scolastico è sempre un momento carico di emozioni, aspettative e responsabilità. È il tempo in cui studenti, famiglie, insegnanti e istituzioni si ritrovano attorno a un progetto comune: quello della formazione, della crescita e della costruzione del futuro delle giovani generazioni. 

Ogni investimento in formazione è un atto di fiducia nella loro capacità di costruire, oggi, una società più giusta, consapevole e solidale. Parlare di crescita significa riconoscere che la scuola non è un luogo neutro, ma uno spazio dove si formano coscienze, si coltivano talenti e si esercita la cittadinanza. La costruzione del futuro passa dalla responsabilità che abbiamo nel presente: garantire pari opportunità, ascoltare le nuove generazioni, coinvolgerle nelle scelte, dare loro voce e soprattutto strumenti, primi fra tutti i servizi.

Tra i temi che considero centrali per questa nuova stagione politica e amministrativa, c’è quello dei trasporti pubblici locali. Perché parlare di mobilità significa parlare di diritto allo studio, di inclusione sociale, di pari opportunità.

La scuola non è solo il luogo dove si apprendono i saperi: è il primo laboratorio di cittadinanza, dove si impara a convivere. Ma perché questo laboratorio sia davvero accessibile a tutti, dobbiamo garantire che ogni ragazza e ogni ragazzo possa raggiungerlo in modo sicuro, sostenibile e dignitoso.

E qui entra in gioco il trasporto pubblico locale. Troppo spesso, soprattutto nelle aree periferiche e interne o nei piccoli comuni, la distanza fisica dalla scuola si traduce in una barriera sociale. Ragazzi costretti a svegliarsi all’alba per prendere coincidenze improbabili, famiglie che devono organizzarsi con mezzi propri perché le corse non sono sufficienti, studenti che rinunciano a frequentare attività pomeridiane per mancanza di collegamenti.

Investire nel trasporto pubblico non è solo una questione logistica ma è una scelta politica che parla di equità territoriale, di sostenibilità ambientale, ma soprattutto di qualità della vita. Significa riconoscere che il diritto allo studio non si esaurisce nel programma didattico, ma si costruisce anche attraverso le condizioni materiali che permettono di viverlo pienamente. Spostarsi significa sfruttare opportunità di crescita, in ogni aspetto della vita: dall’istruzione, al lavoro e alla cultura. 

I cambiamenti sociali degli ultimi anni però sono stati molto più rapidi rispetto all’ammodernamento dei sistemi di trasporto e si è inevitabilmente creato un divario tra le esigenze dei cittadini e le opzioni di spostamento disponibili nelle città e tra le città. Il sistema di mobilità funziona più o meno come ai tempi della sua massima espansione avvenuta negli anni ‘50, ma nel frattempo gli utilizzatori dei mezzi pubblici sono radicalmente cambiati e le istituzioni hanno per troppo tempo ragionato secondo un sistema binario, che vede da un lato le automobili private e dall’altro il trasporto pubblico di massa, prevalentemente concentrato su gomma. Dobbiamo iniziare a ripensare il ruolo fondamentale dei trasporti per fornire posti di lavoro, accesso all’istruzione e a un’assistenza sanitaria di qualità e, di conseguenza, per favorire la crescita socio-economica e l’equità sociale.

La mobilità non è solo un modo per spostare le persone da un luogo a un altro, è un modo per farle avanzare lungo la scala sociale ed è per questo che lo sviluppo di un approccio nuovo a un trasporto urbano ed extraurbano, l’implementazione di un sistema integrato della mobilità, anche in linea con le grandi opere infrastrutturali che il territorio provinciale perugino vedrà realizzate nei prossimi anni, dovrà occupare un posto prioritario nelle agende politiche. Per questo, insieme alla programmazione scolastica, vogliamo avviare un tavolo permanente con gli enti locali, la Regione, le aziende di trasporto e le dirigenze didattiche e scolastiche, per ripensare l’organizzazione della mobilità. 

Vogliamo ascoltare le esigenze reali dei territori, mappare le criticità, sperimentare soluzioni innovative. La sfida che ci attende è grande, ma non possiamo affrontarla con politiche frammentate. Serve una visione integrata, che metta in dialogo scuola, mobilità, ambiente, territorio. Serve il coraggio di pensare che ogni investimento in trasporti pubblici locali è un investimento in partecipazione, in coesione sociale, in futuro.

A tutti gli studenti, alle famiglie, al personale scolastico, auguro un anno ricco di scoperte, di relazioni, di crescita e a noi, come istituzioni, auguro la capacità di essere all’altezza delle loro speranze.

*Consigliera delegata della Provincia di Perugia per la programmazione dell’edilizia scolastica e per il trasporto pubblico locale