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di Porzia Corradi 

Il 25 ottobre alle ore 16 alla libreria Feltrinelli verrà presentato il libro di Antonio Bellucci “Javier Milei: Fenomeno o Illusione?”, Morlacchi editore. L’incontro si terrà nell’ambito di Umbrialibri proprio un giorno prima delle decisive elezioni argentine di midterm. Interverranno, oltre all’autore, Elena Basso, Virginio Dastoli, Marco Tarquinio. Coordinerà Giampiero Rasimelli

Milei è un personaggio aggressivo, eccentrico, scurrile. A sentirlo parlare nessuno potrebbe pensare che ha un importantissimo ruolo istituzionale: è infatti il Presidente dell’Argentina, un paese grande e importante, un luogo pieno di storia, di fascino e di cultura. Eppure i cittadini hanno votato in massa questo strano soggetto coi basettoni alla Elvis Presley, che aggredisce a male parole i giornalisti e gli oppositori.  Milei dice di sé di essere “un anarco-capitalista”, uno per il quale lo stato sociale non dovrebbe esistere da nessuna parte, nemmeno in Argentina dove il 50 per cento dei cittadini vive in povertà. E a chi lo accusa di essere un pazzo, replica che è vero: “Sono un matto geniale”. Di lui abbiamo parlato con Antonio Bellucci, autore del saggio “Javier Milei. Fenomeno o illusione?”.

Come e perché è riuscito a vincere? “Innanzitutto, non si può dimenticare che nel 1923 – anno della elezioni presidenziali – l’Argentina era sulla soglia di un nuovo default con l’inflazione che marciava oltre il 200 per cento”, spiega Bellucci. Una situazione economica catastrofica la cui responsabilità era indubitabilmente dei peronisti,    populisti d sinistra di antico lignaggio – che avevano governato a lungo con Nestor e Cristina Kirchner e con Fernandez. Gli elettori si sono dunque trovati “a scegliere fra i vecchi leader, artefici del disastro, e il nuovo rappresentato da Milei, un iperliberista e un populista della peggior specie, che fece una straordinaria campagna sui social”. E preferirono quest’ultimo”. Occorre riconoscere che le alternative erano entrambe impercorribili.

Il nuovo Presidente però non è riuscito a risanare l’Argentina, anzi di recente “il paese ha avuto una gravissima crisi e probabilmente Millei ne avrebbe pagato le conseguenze alle elezioni del 26 ottobre”. Ma “prima del voto di midterm è intervenuto il suo migliore alleato e sodale: Donald Trump che gli ha messo a disposizione 20 miliardi. La situazione è migliorata, la Borsa si è ripresa”. Il Presidente americano, insieme a Elon Musk, lo ha salvato.

Chi vincerà il 26 ottobre? Bellucci ritiene che “l’intervento degli Stati Uniti peserà sul voto degli argentini: se non ci fosse stato, Milei probabilmente non avrebbe evitato la sconfitta. Ora però tutto è tornato in gioco”. Se non la spuntasse, allora dovrebbe “fare i conti con l’opposizione e non potrebbe realizzare le sue riforme”. 

Le elezioni argentine contano parecchio non solo perché riguardano un grande paese, ricco di terre rare che fanno gola a tutti, ma anche perché è completamente cambiato l’asse delle alleanze di Buenos Aires: prima, coi peronisti, era decisamente spostato verso Russia, Cuba, Venezuela, abbandonate da Milei per legarsi strettamente agli Stati Uniti. La scelta di domenica prossima sarà dunque carica di conseguenze e non solo per l’Argentina.