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di Gabriella Mecucci e Giampiero Rasimelli
Foto ©E.Bianconi

di Gabriella Mecucci e Giampiero Rasimelli

Da poco più di un anno Stefania Proietti è Presidente della Regione Umbria. Con lei abbiamo fatto una lunga conversazione trattando tutte le questioni più importanti emerse nel 2025

Presidente, come è stato questo primo anno al governo della Regione?

Difficile, molto difficile, non vi potete immaginare le condizioni in cui ho trovato la macchina regionale, e non solo per le scelte fatte e non fatte dal centrodestra che non condivido, ma anche perché ho trovato una macchina organizzativa depotenziata e molto ingessata, qualcosa che viene da un lungo tempo di incuria e che in questi ultimi anni mi pare si sia cronicizzata. Manca personale, la Regione ha 1080 dipendenti, ne sono previsti 1200, e c’è il 35 per cento di dirigenti in meno. C’è una forte rigidità della struttura che non permette un adeguato utilizzo e una valorizzazione del personale esistente. Riorganizzare non è un lavoro di due giorni, va fatto in profondità, vanno rimossi gli ostacoli di fondo regolamentari e di normativa regionale. Ci vorrà tempo, ma sono determinata a farlo.

Affrontiamo per primo il tema fiscale. Voi avete fatto nel gennaio scorso una manovra fiscale con un impatto importante sulle tasche dei cittadini, avete invocato l’emergenza. C’è la possibilità che in futuro si possano apportare correttivi volti a ridurre il peso di quanto è stato deciso?

Il nostro sforzo sarà rivolto a innalzare il PIL dell’Umbria oltre lo 0 %, a muoverlo verso e oltre l’1%, ottenendo un progressivo aumento di reddito dei cittadini con conseguente impatto fiscale positivo. Se riusciremo a muovere questi indici sarà in bene per tutta le regione e si potrà produrre anche un alleggerimento delle tasse. 

E come farete ad aumentare il reddito degli umbri?

Ci attende un lungo e duro lavoro. Voglio vedere i lati positivi che abbiamo cominciato ad esplorare. Ad esempio, abbiamo accolto con favore l’inserimento dell’Umbria nelle ZES (Zone Economiche Speciali). Sono già arrivate richieste per 60 milioni, mentre le Marche che hanno molti abitanti in più sono a quota 70 milioni.  La Zes ha dei limiti che stiamo chiedendo di correggere: sarebbe necessario l’allargamento del perimetro dei comuni ammessi alle facilitazioni. Nonostante ciò il provvedimento è positivo anche perchè ci permette di far atterrare con maggiore impatto, i fondi europei dedicati allo sviluppo e il credito alle imprese: oltre 100 milioni già programmati che saranno gestiti da Gepafin. Forse si esagera, come fa lo Studio Ambrosetti, nel prevedere rialzi molto significativi dovuti alla ZES, ma io penso che un risultato positivo ci sarà. Dovremo poi investire anche nella ricerca e nelle tecnologie.

“Scelte vecchie e sbagliate quelle fatte per il Pnrr umbro”

Lei, durante la campagna elettorale aveva detto che per rilanciare le sviluppo dell’Umbria bisogna puntare su alcune nuove filiere, le tecnologie, la manutenzione ambientale e idrogeologica, la rigenerazione urbana…

Confermo tutto, ma vediamo in concreto i problemi. Ad esempio in Umbria non ci sono i consorzi di bacino e senza questi diventa difficile se non impossibile impostare un progetto di monitoraggio e manutenzione idrogeologica o di lotta ai mutamenti climatici. E poi c’è una questione su tutte, il centrodestra ci ha lasciato un basso livello di spesa dei fondi europei assegnati all’Umbria nel settennato 21/27. La capacità di utilizzare i fondi europei è oggi essenziale e se abbiamo una bassa qualità di progettazione e una bassa capacità di spesa sottraiamo all’Umbria la possibilità di investire sull’innovazione e su nuove filiere produttive e dei servizi. Qui dobbiamo compiere un salto importante e su questo vorrei impegnarmi in prima persona.

Veniamo alla Sanità. Lei ha detto mesi fa che per ridare slancio ed efficienza alla Sanità regionale, per affrontare i tanti problemi che abbiamo davanti era necessario fare 711 assunzioni tra medici, infermieri e amministrativi, le state facendo ? A che punto siete?

Sì le stiamo realizzando, c’è un piano di reclutamento di oltre 700 assunzioni, previste entro il 2025. Siamo a buon punto, abbiamo fatto già circa 300 assunzioni, più 130 infermieri. Tenendo conto dei tempi e delle procedure amministrative contiamo di raggiungere nel corso del 2026 tutte le 711 assunzioni. Più ovviamente il reintegro del normale turnover dovuto ai pensionamenti. Oggi ho una squadra completa di direzione della sanità umbra, composta dalla Direttrice Donetti e dai Direttori delle aziende sanitarie che funziona. Il PSSR che presenteremo a breve e il lavoro di questi mesi lo testimoniano, punto al consolidamento di questo lavoro di squadra dopo una stagione di convulsa precarietà. Per le alte qualifiche mediche ci stiamo muovendo per reclutare professionalità d’eccellenza oltre quelle che abbiamo, dovremo sfruttare ogni opportunità.

E le 23 Case di Comunità previste nel PNRR a che punto sono ?

Sulla carta stiamo abbastanza bene. Invitalia che finanzia questi programmi ha fatto i bandi, ora devono operare le imprese aggiudicatarie, noi vigileremo questo percorso operativo e speriamo che nessuna impresa ci crei problemi. Certo, i lavori dovrebbero essere consegnati entro il marzo 2026, la scadenza PNRR è al 31 dicembre 2026. E’ in corso un dibattito nazionale e non solo, sulla tempistica  PNRR. Speriamo che si arrivi ad una proroga breve e realistica che permetta l’ultimazione di tutti i lavori. Per me le Case di Comunità sono un tassello fondamentale della medicina di territorio che dobbiamo promuovere per migliorare la tutela della salute dei cittadini, la qualità e capillarità dei servizi e l’organizzazione sanitaria regionale. Devo dire che la programmazione sanitaria a livello regionale del PNRR che ho ereditato dal centrodestra non mi convince. Se restiamo alle Case di Comunità registro carenze e doppioni, ad esempio, niente a Foligno e doppioni ad Amelia e Montefalco. Ma tiriamo diritto e vedremo in futuro se e come affrontare queste incongruenze che abbiamo ereditato.

E il nuovo ospedale di Terni? 

La mia determinazione a realizzarlo è totale, come ho già detto in tante occasioni. Proprio questa mattina (sabato 20 dicembre) sono stata a Terni a presentare il documento di valutazione fatto da un gruppo di esperti sui possibili siti dove costruire il nuovo ospedale ternano. Mi ero impegnata a farlo prima di Natale e così è stato. Il documento è molto ricco di indicazioni e in pochi mesi la sede verrà identificata e scelta, quindi dovremo fare il progetto, elaborare i costi e definire il cronoprogramma realizzativo. L’ospedale sarà di 600 posti integrato dai 120 posti dell’ospedale di Narni-Amelia. La progettazione sarà finanziata dalla Cassa Depositi e Prestiti, poi ricorreremo ad un finanziamento INAIL a basso costo per 280 milioni, e infine contiamo di avere una settantina di milioni a fondo perduto dall’articolo 20 della legge 67/1988 per l’edilizia sanitaria, già ampiamente utilizzata per la realizzazione degli altri ospedali umbri. Il costo prevedibile dell’opera in base agli standard già noti sarà intorno ai 550/600 milioni. E noi partiamo da una base di risorse di circa 350 milioni. Verificheremo tutte le possibilità di attivare anche i fondi europei a questo scopo. Non sarà facile, ma ce la faremo. 

Lo terminerete entro questo mandato?

La cosa a cui tengo di più è realizzarlo con un percorso trasparente e non invalidabile. Non credo che ce la faremo ad ultimare e inaugurare il nuovo ospedale di Terni in questo mandato. Secondo i dati standard che conosciamo per realizzare un’opera di questo tipo ci vogliono circa 7 anni andando spediti, ma ciò che posso promettere già oggi con certezza ai ternani è che adotteremo una procedura sulla base della quale chi governerà dopo di me dovrà realizzare il nuovo ospedale nei modi e nei tempi che prevederemo all’atto della decisione.

E della clinica-stadio di Terni che ci dice? Come risponde alle accuse e alle contumelie del Sindaco Bandecchi?

Agli insulti e alle provocazioni di Bandecchi non intendo rispondere, se rispondessi finirei per alimentare un girone dantesco di polemiche nel quale lui sembra trovarsi a suo agio. Ribadisco con fermezza quello che ho detto anche a lui e alla famiglia Rizzo, (ndr. gli investitori e oggi proprietari della Ternana calcio): il percorso va riportato nell’ambito della legittimità.

Cosa vuol dire in concreto?

Noi non abbiamo nulla contro questo progetto, ma non possiamo concedere nessuna autorizzazione e tantomeno una convenzione ex ante, vanno poi separati i destini dello stadio e della clinica, nel rispetto delle leggi. Oggi si è aperta addirittura una contesa fra la nuova proprietà della Ternana calcio, che ha avviato questo progetto e la Ternana Woman di proprietà Unicusano, nella quale non si capisce più né il ruolo di Bandecchi (Sindaco, Presidente TW, imprenditore, o cosa?) né quale sia il gioco delle parti. Penso innanzitutto che debbano risolvere le questioni fra di loro, in un modo o nell’altro. E in ogni caso, se Bandecchi si sente pronto e pienamente legittimato a cominciare i lavori, ad avviare concretamente il progetto clinica vada avanti, faccia pure, vedremo come andrà a finire. L’importante è che cominci a lavorare alla ristrutturazione dello stadio che deve essere fatto nel migliore dei modi.  Siamo disponibili sin d’ora per questo. Per quanto riguarda la clinica non abbiamo preclusioni, valuteremo nell’ambito della nuova programmazione sanitaria regionale, certamente il progetto di una struttura sanitaria privata nel ternano non è da escludere. 

Veniamo ora ad un altro argomento delicato per la regione: i trasporti e la mobilità

Siamo in ritardo di almeno 30 anni, c’è poco da girarci intorno, è così. Si tratta di una difficoltà strutturale che penalizza l’Umbria da molto tempo. Quando sono andata al Ministero dei Trasporti ho detto: abbiamo bisogno di più di 4 miliardi per avviare a soluzione problemi individuati da parecchi decenni.  Mi hanno risposto che per il prossimo anno avevano a disposizione 1 miliardo e mezzo da spendere su tutta l’Italia. Per il Nodo stradale perugino noi vogliamo un’opera funzionale e risolutiva. Si parla tanto del Nodino, ma non risolverebbe i problemi del traffico nell’area di Perugia, c’è solo un vecchio progetto e nessun finanziamento corrispettivo. Quindi non è vero che ci sono i soldi per il cosiddetto Nodino. Si sta cominciando a realizzare l’ampliamento delle rampe di Ponte san Giovanni con circa 60 milioni di finanziamento già stanziati e con 3 anni di lavori che saranno stressanti, ma utili. E’ solo una parte, ancora piccola, del tutto. Noi abbiamo proposto al Ministero di avviare la progettazione di tutto il Nodo per poi realizzarla a stralci funzionali, per diluire il finanziamento e rendere meno gravose le inevitabili difficoltà del traffico e delle popolazioni interessate. Vogliamo la certezza che si completi il “Grande Nodo” e vorremmo, come per l’Ospedale di Terni, dare la certezza ai cittadini di questo percorso. 

E per il resto?

C’è forse l’opportunità di avviare a completamento la strada “3 Valli “, nell’Umbria sud orientale, perché potremmo afferire ad un finanziamento che interessa le zone del sisma e che sarebbe rivolto a 4 regioni, non solo all’Umbria, ma anche a Marche, Abruzzo e Lazio. Sarebbe un’arteria importante per Spoleto, Terni e per tutta la nostra regione. Avremo a gennaio un appuntamento col Presidente della Toscana Giani per quanto riguarda la famosa questione della stazione ferroviaria Media Etruria e dell’accesso dall’Umbria all’Alta Velocità ferroviaria. Anche qui sono state raccontate panzane. Si è parlato di un accordo col Ministero per la realizzazione a Creti (AR)  senza aver acquisito il parere della Toscana che deve dare l’autorizzazione a questa opera e ha più volte ripetuto il suo no. Confido che potremo trovare col Presidente Giani e il Ministero un accordo nuovo e funzionale che ci permetta di dare soluzione a questo problema ferroviario per noi umbri strategico. Ci sono anche tante altre questioni della massima importanza da trattare, ma voglio dire, infine, su questo punto una cosa per me fondamentale e dirimente. 

Una questione da porre al governo?

Sì. Anche quest’anno si andrà ad una riduzione del fondo nazionale trasporti. Significa che c’è una sottovalutazione di questo tema e in particolare del complessivo tema ferroviario che interessa l’Umbria e il Centro Italia, il loro destino di sviluppo. I parametri di allocazione delle risorse per i servizi fondamentali, quali trasporti, sanità e scuola, sono inoltre sballati. Sono vecchi e non funzionano. Se devo servire un grande agglomerato urbano o una grande area metropolitana ho un costo. Se devo fornire servizi in aree decentrate o addirittura montane, o in aree urbane spalmate su un grande territorio ho costi più elevati e di questo si deve tener conto. 

Grazie Presidente di questo bilancio dettagliato dell’attività di governo che ha voluto offrirci con tanti spunti importanti. Bandecchi dice di lei che è un incompetente, oltre a molto altro…. 

Come ho detto non voglio polemizzare. Dico solo che io sono un ingegnere con una seria esperienza professionale, che ho fatto per 10 anni il sindaco Assisi e i cittadini hanno apprezzato il mio servizio. Ho vinto tre competizioni elettorali …. Le parole se le porta il vento… !!