di Porzia Corradi
Che noia i sondaggi! Quelli su Perugia si moltiplicano e dicono tutti la stessa cosa. E cioè che sarà un testa a testa fra Scoccia e Ferdinandi. Che si andrà probabilmente al ballottaggio e che a quel punto potrebbe avere un ruolo importante la politica delle alleanze e, in particolare, la scelta di Massimo Monni.
Sin qui questo ripetono stancamente tutte le previsioni che non sono in grado di prevedere niente. E, oggi o domani, probabilmente ne avremo un’altra, questa volta commissionata dal Pd.
Per la verità fra le pieghe della pioggia di percentuali una novità, sin qui poco sottolineata, è spuntata. Dicono chiaramente che l’immagine di Andrea Romizi, novello Re Mida che trasforma in oro tutto ciò che tocca, annaspa clamorosamente. La lista di Forza Italia dove campeggia il suo nome a carattere cubitali, con l’arrivo del maglioncino blu di Fora e di un pezzo di Progetto Perugia, sembrava potesse raggiungere le due cifre. E c’era chi sognava addirittura uno smagliante 15 per cento. Gli ultimi due sondaggi (Bidimedia e Swg) gli assegnano invece un misero 7,5. Se si tiene conto che il partito berlusconiano nel 2022 si era attestato intorno al 6, appare chiaro che il contributo del sindaco uscente, più un paio di assessori indipendenti, più un politico in cerca d’autore come Fora, che pendola da anni fra destra e sinistra, aggiungono in tutto un punto e mezzo. Romizi non è più il golden boy, l’asso nella manica in grado di portare in dono a Margherita Scoccia l’elettorato moderato. Già, perché il problema è proprio l’elettorato moderato. Tantochè se, come ormai appare quasi certo, si arriverà al ballottaggio, Massimo Monni avrebbe probabilmente un ruolo decisivo. E questo potrebbe essere vero anche se i sondaggi non gli assegnano percentuali soddisfacenti.
Quanto a Vittoria Ferdinandi, la genialata della sua campagna elettorale è stata nell’impostazione. Nel far credere cioè che, quando è scesa in campo, la situazione del centrosinistra fosse disperata. Mentre, a fare bene i conti, già alle elezioni del 2022 era emerso chiaramente (Passaggi Magazine lo aveva per primo dimostrato) che Perugia era ritornata largamente “contendibile”. Anzi, per dirla chiara, il centrodestra non aveva più la maggioranza e il centrosinistra superava abbondantemente il 50 per cento. Ferdinandi non ha fatto i miracoli, è riuscita – però a tenere insieme gran parte dei consensi che già si erano manifestati alle politiche di due anni fa. Niente di fenomenale, ma un lavoro abile e costante fatto di presenza, di dialogo, di tessitura dal basso. Questa è stata la ricetta che potrebbe risultare vincente. Tutto dipenderà però da come le liste e i candidati interpreteranno gli ultimi 15 giorni di campagna elettorale. E – se si arriverà al ballottaggio – dall’abilità dei due schieramenti principali nel fare alleanze. Leonardo Caponi ha già detto che convergerebbe su Ferdinandi, il resto è circondato dalla nebbia dell’incertezza.