Salta al contenuto principale

di Porzia Corradi

E’ fatale, quando si scelgono uomini e donne che eserciteranno il potere – il cui comportamento condizionerà la vita dei cittadini rendendola migliore o peggiore – nascono legittime controversie e i rumors e gli spifferi di tutti i tipi impazzano. Veri, verosimili o improbabili che siano fanno parte del contesto politico e quindi meritano qualche attenzione.

Stefania Proietti ha finito di incontrare liste, movimenti e partiti per formare il nuovo esecutivo. Intanto cerca interlocuzioni col governo (Meloni già gliel’ha fornita) e resterà sino alla fine di dicembre anche sindaco di Assisi e Presidente della Provincia. Una fatica non indifferente. Il lavoro diventa ulteriormente più pesante se si tiene conto delle spinte e controspinte di cui è oggetto per formare la giunta.

Al primo posto c’è la scelta del nuovo assessore alla Sanità. Bori o non Bori? questo il dilemma. Il segretario del Pd rivendica per sé quelle deleghe. Ha dalla sua la forza notevole del suo partito (oltre il 30 per cento), il fatto di non essere uno sprovveduto rispetto alla materia in questione (è medico), e l’avere una solida alleanza con Cinquestelle e Avs. Non è poco, e infatti viene considerato il favorito.

Ci sono però alcune controindicazioni che qua e là affiorano con una certa frequenza. Tommaso Bori ha parecchi critici anche all’interno del suo partito. Il Giornale ha pubblicato la notizia che un gruppo di amministratori e dirigenti del Pd umbro ha scritto una lettera alla Commissione Nazionale di Garanzia contenente durissimi attacchi contro il segretario regionale, aspirante assessore alla Sanità. Secondo i firmatari della missiva Bori anteporrebbe “i propri interessi personali” a quelli del partito e avrebbe alternato “minacce e vere e proprie umiliazioni pubbliche” a chi gli si oppone. E a seguire una sequela di rilievi riguardanti la non piena correttezza dei suoi comportamenti. Gli autori della lettera sono usciti allo scoperto, ma c’è chi dice che il dissenso nel Pd vada ben aldilà, anche se, sino ad ora, non si è manifestato pubblicamente. Ma i dietro le quinte, le dietrologie si moltiplicano.

La lista Umbria Domani – quella cioè messa insieme da Stefania Proietti – pare stia avanzando alcune obiezioni nei confronti del segretario del Pd. Nessuna presa di posizione pubblica, per carità, ma da qualche spiffero si viene a sapere che i componenti avrebbero detto a Proietti un corale no: Bori infatti sarebbe secondo loro la prima tessera di una spartizione politica fra partiti, l’esatto contrario di quanto la neo eletta Presidente ha promesso di fare, rivendicando più volte i poteri che le assegna il suo ruolo e la necessità di scegliere sulla base di competenze. E’ vero – argomentano alcuni – che il segretario regionale dei democratici è pur sempre un medico, ma per risollevare la sanità ci vorrebbe ben altro. Umbria Domani, ad esempio, preferirebbe che la Presidente tenesse per sé la delega e che si circondasse di due o tre tecnici particolarmente capaci e con grande esperienza. Se, poi, come ha fatto balenare Proietti nella sua conferenza stampa, ci fossero seri problemi nei bilanci sanitari, sarebbe davvero indispensabile avere a disposizione un manager sperimentato. Per far sì che la neo Presidente tenga per sé la Sanità, Umbria Domani sarebbe disposta a rinunciare al suo possibile assessorato e a cederlo al Pd che, anzichè due, ne potrebbe avere tre. E così si risolverebbe anche la questione Terni, non lasciando la rappresentanza in giunta della seconda città dell’Umbria solo ai Cinquestelle. Questione questa che preoccuperebbe non poco una parte dei democratici: in particolare la componente ternana, e non solo.

E passiamo al secondo spiffero. Questo serpeggia un po’ ovunque: lo scandalo che travolse nel 2019 la giunta Marini, si verificò proprio nella Sanità: Luca Barberini, titolare dell’assessorato, era del Pd, idem la Presidente della Regione, Catiuscia Marini: tutti e due già condannati in primo grado insieme a Gianpiero Bocci, allora in giunta e anche segretario regionale dei democratici. Non sarebbe un gesto avveduto e rispettoso, visto che si sta andando verso l’Appello – osservano alcuni – che questo partito si astenesse dal riappropriarsi di tale delega? Sembra, infine, che alcuni dubbi sul nome di Tommaso Borsi sarebbero stati espressi anche dalla lista Umbria per la sanità pubblica. C’è chi accetterebbe la nomina di Bori solo se ci fosse un forte direttore generale tipo Gigliola Rossignoli. E chi sin dall’inizio chiede di limitare in qualche modo le deleghe.

Se Proietti riesce a superare questo scoglio, tutto scivolerebbe liscio come l’olio. Simona Meloni potrebbe prendersi Agricoltura e Turismo, le stesse deleghe che furono di Gianpiero Bocci. Il Pd avrebbe un assessorato anche per De Rebotti. E naturalmente un posto in giunta di gran peso toccherebbe a Tommaso Bori (Infrastrutture? Bilancio?), ma non la Sanità. L’Ambiente toccherebbe a Thomas De Luca e ci sarebbe uno spazio sicuro anche per un esponente di Avs che ancora non ha scelto il proprio candidato.

Resta chiaro che queste sono voci dal sen fuggite, diverse da quelle raccontate dai giornali, che danno per certo Tommaso Bori alla Sanità, ipotesi che resta la più probabile. E’ giusto informare, però, in nome della trasparenza, anche delle diverse posizioni a confronto. Spetterà a Proietti, che sta ascoltando tutti con attenzione, trovare una mediazione. E decidere. A lei il potere, a lei la responsabilità.