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di Gabriella Mecucci

Con la scomparsa di Ernesto Cesaretti, se ne va un altro pezzo della vecchia imprenditoria umbra, cresciuta nei primi anni Sessanta e sviluppatasi nei decenni successivi. Un mondo di self made man che ha indubitabilmente promosso la modernizzazione dell’Umbria.
Cesaretti è morto a 83 anni a Tenerife, dove era in vacanza per festeggiare il suo compleanno. Era entrato nella piccola azienda di famiglia, che operava nel settore delle macchine agricole fra Assisi e Perugia, nel 1961. Allora, oltre ai due fratelli di Ernesto, che ne erano i fondatori, vi lavoravano solo tre dipendenti. Fu lui a dargli una forte spinta diventando rappresentante in Italia di importanti marchi inglesi. E poi per tutti gli anni Sessanta e Settanta un rapido sviluppo, così come accadde per molte imprese della provincia di Perugia. E’ il periodo che fece grandi industrie come Ellesse, Igi, Icap- solo per fare qualche nome fra i più conosciuti. Si trattò di una vera e propria fioritura imprenditoriale che comportò anche un nuovo dinamismo dell’intera società regionale.
Al centro dello sviluppo ad un certo punto della storia si piazzarono i Colaiacovo che con Colacem raggiunsero il grande business, tanto da diventare il terzo produttore italiano di cemento. E Ernesto Cesaretti con questa famiglia in rapida ascesa strinse una forte alleanza. Si formò così una rete di imprenditori “amici” di Carlo Colaiacovo che ebbe un ruolo centrale anche nella gestione di una parte di quelli che vengono definiti i “poteri forti” dell’Umbria. Su tutti, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che è tutt’ora governata, anche se per interposta persona, dalla famiglia dei cementieri eugubini. Nel 2024 è stata rinnovata la presidenza che oggi è in mano ad Alceste Casini. Per mesi e mesi uno dei candidati più importanti per questo ruolo venne considerato proprio Ernesto Cesaretti. Probabilmente fu lui stesso a tirarsi indietro, anche se rimase negli organismi dirigenti, mentre in passato aveva accettato importanti cariche pubbliche. Era stato Presidente della Sase, la società di gestione dell’aeroporto San Francesco. e presidente della Confindustria regionale. In entrambi i ruoli si impegnò a introdurre innovazione.
Insieme a Carlo Colaiacovo e a Giampiero Bianconi investì agli inizi del duemila nella nascita di un secondo quotidiano regionale, il Giornale dell’Umbria che per alcuni anni registrò un buon successo. E anche questo fu un parziale contributo alla modernizzazione della regione.
Cesaretti fa parte comunque di una generazione di imprenditori che è entrata ormai nel viale del tramonto, superata dal dinamismo di Brunello Cucinelli. Una generazione però che ha avuto un ruolo importante nella storia economica della regione.