In una intervista a Umbria Tv l’assessore Francesco De Rebotti a sorpresa sceglie di puntare sulla costruzione della stazione MedioEtruria a Creti proclamandosi con un gioco di parole “cretino”. Non era stata questa la proposta del centrosinistra in campagna elettorale e non è questa la linea del Comune di Perugia. Pubblichiamo di seguito l’articolo di Fressoia e Trecchiodi dove si spiega perché la scelta annunciata da De Rebotti sarebbe un errore. Il Presidente dell’altra Regione interessata, e cioè il toscano Eugenio Giani, ha più volte espresso la sua contrarietà alla stazione di Creti che dovrebbe peraltro sorgere sul territorio da lui governato. Richiamiamo inoltre anche un articolo, già pubblicato, di Fabio Maria Ciuffini in cui si esprimevano molte critiche su questo progetto.
di Luigi Fressoia e Alessio Trecchiodi
Foto ©Fabrizio Troccoli
La naturale simpatia verso un nuovo politico di governo, in sè determinato a fare bene, ha trovato improvvisa frenata con l’intervista che Francesco De Rebotti ha concesso ad Umbria TV pochissimi giorni dopo che in assemblea pubblica a Villa Pitignano (sabato 5 aprile), aveva detto il contrario. Vi aveva apprezzato – ricevendone convinto applauso – le parole dell’assessore perugino Vossi che il giorno prima sul Corriere dell’Umbria aveva dichiarato “Tre Frecciarossa al giorno” per Perugia e per l’Umbria, al posto della stazione MedioEtruria a Creti (o Rigutino o altrove).
Invece nell’intervista De Robotti rilancia la bontà di Creti richiamando alcuni argomenti che a nostro avviso sono inconsistenti.
Pare che la convinzione profonda dei fautori di Creti risieda nel fatto che ivi, stazione in linea lungo i binari Alta Velocità del tratto Firenze-Roma, ora passano oltre 120 coppie di treni veloci (Frecciarossa e Italo) e che quindi “basta agganciarsi” per godere di un siffatto servizio primario, paragonabile, per l’altissima frequenza temporale, ad una specie di “metropolitana nazionale” infinitamente superiore all’unico e striminzito Frecciarossa che ora serve Perugia in orario assolutamente scomodo.
Il ragionamento sembra fondato ma è del tutto fallace.
- 1.“Agganciarsi” a Creti in automobile significa 47 minuti da Fontivegge, 1ora e 5 minuti da Assisi, 1ora e 25 da Foligno, 1ora e 40 da Spoleto. In autobus pure peggio. In treno è addirittura impossibile poichè la Foligno-Terontola non tocca Creti!
Sintesi: Creti è replica di Terontola, ovvero conferma dell’emarginazione dell’Umbria dai treni buoni. Si pensi in particolare a chi viene per la prima volta e deve scendere a Creti, magari di notte d’inverno, aspettare il pulmino per Perugia…
- 2.L’attuale Frecciarossa perugino è unico e scomodo solo perchè la Regione incomprensibilmente non si batte per potenziarlo. Il suo successo clamoroso (oltre 250 passeggeri/giorno a fronte dei 60 previsti da Trenitalia) assicura che vale la pena spenderci denaro esattamente come si spende per l’aerporto di S. Egidio: almeno tre, se non quattro, coppie/giorno di Frecciarossa prolungati su Assisi, Foligno, Spoleto, Terni.
- 3.A Creti soprattutto non potranno che fermarsi pochi Freccia al giorno, massimo sette o otto, non di più, poichè l’utenza sarà necessariamente molto modesta; poichè ogni Freccia che ferma, per la perturbazione del proprio rallentamento, impone la soppressione del successivo.
- 4.Già nel 2009 con l’inizio servizio Alta Velocità, furono attuate tre fermate di Freccia a Chiusi e tre ad Arezzo con l’intenzione di intercettare l’utenza umbra, ma tutte e sei furono soppresse nel giro di pochi mesi per scarsità di utenza.
- 5.Qualsiasi città o è servita nella sua storica stazione (Fontivegge per Perugia) oppure non è servita: raggiungere lontano i treni buoni, “agganciarli” con modi e tempi invariabilmente peggiori, significa rimanere fuori del sistema Alta Velocità.
- 6.Studi della Federico II di Napoli e dell’università di Brescia mostrano che le città servite dal sistema A.V. vedono accresciuto sensibilmente il proprio pil.
- 7.Il sistema A.V. è stato pagato da tutti i cittadini italiani, quindi un suo servizio almeno minimo di base deve essere diritto di ogni regione e capoluogo. Oltre al fatto che l’Umbria può ben spostare sui Freccia parte dei molti soldi che spende ogni anno per treni locali di bassa qualità quasi deserti.
Nell’intervista citata, l’assessore De Robotti adduce in favore di Creti l’essere “baricentrica” tra Siena, Arezzo e Perugia. Ma a Siena (60 km di distanza) rimane necessariamente inappetibile come per Perugia; di Arezzo -che già gode del Frecciarossa nella sua storica stazione in centro città- è ridicolo aspettarsi che vada a prenderli a Creti (30 km di distanza); è come se ai perugini si chiedesse di andare a prendere il treno a Spello anzichè a Fontivegge. Inoltre è oggettivo che Perugia e Arezzo possono fare sistema poichè ubicate lungo la stessa traiettoria ferroviaria. Siena invece è su altro territorio e altre traiettorie, peraltro già gode di venti treni al giorno su Firenze. Come si vede il “baricentro” è mera astrazione concettuale.
In ogni caso il baricentro non può esaurirsi tra il capoluogo umbro e le due città toscane, bensì deve necessariamente guardare l’Umbria intera: che senso ha preoccuparsi delle due province toscane sacrificando consapevolmente il cuore della Regione (da Assisi a Foligno, a Spoleto a Terni), il territorio più popoloso, industriale e turistico nonché l’aeroporto più importante del centro Italia?
Quale interesse, in favore di chi, nel proporre un siffatto collegamento fuori regione, che ne emargina parte così cospicua? Non è evidente che l’Umbria non può accettare tale frattura interna (Perugia a Creti e Terni a Orte), bensì la sua carta migliore è ogni potenziamento possibile della Orte-Foligno-Terontola?
L’esperienza della analoga stazione MedioPadana ci dà ragione. Realizzata in linea sui binari A.V. in un punto baricentrico tra Modena, Reggio e Parma, DeRobotti la cita a supporto di Creti, però -ci permettiamo di dire- non conoscendola bene: vi transitano infatti solo 4.000 passeggeri/giorno provenienti dai territori delle tre province però le tre città hanno chiesto e ottenuto ben dieci Frecciarossa al giorno che le servono nelle rispettive storiche stazioni in centro città, raggiungendole lungo la linea storica.
Si guardi la figura allegata che ben illustra lo schema di funzionamento del sistema Alta velocità di Rete italiano. Il segno grosso in colore ocra indica i binari Alta Velocità operativi dal 2009, da Torino a Salerno (altri sono in costruzione sulle linee Milano-Trieste e Napoli-Bari). E’ la dorsale A.V. ove i treni possono raggiungere la massima velocità, anche sopra 300 kmh, ove le fermate sono nella maggiori città: Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno.
Tuttavia vediamo bene indicate molte altre città lontane dai binari A.V. ove quotidianamente pervengono treni Frecciarossa e Frecciargento oltre che elettrotreni di Italo. Accanto ad ogni città è indicato un numero e una sigla, per esempio su Bolzano abbiamo “262 BO”, essa significa che il treno veloce esce a Bologna dalla dorsale A.V. e percorre 262 chilometri sulla linea storica (in rosso) per raggiungere il capoluogo dell’Alto Adige. Su Bari abbiamo doppia sigla: “660 BO” significa che nel capoluogo pugliese i treni veloci arrivano uscendo da Bologna e percorrendo 660 chilometri di linea storica sull’Adriatica; “296 NA” indica invece che altri Freccia vi pervengono uscendo a Napoli e percorrendo su linea storica 296 chilometri.
Perugia è molto più fortunata poichè ha da percorrere su linea storica solo 77 chilometri fino alla interconnessione di Arezzo sui binari A.V.
Sempre sulla stessa planimetria vediamo che non tutte le linee storiche sono rosse bensì alcune sono nere: sono quelle a binario unico che, come si vede, non impedisce il servizio di qualità, essere serviti comunque nella stazione della propria città.
I fautori di Creti (o meglio della MedioEtruria) storcono il naso a fronte dell’Alta Velocità di Rete obbiettando che “così non è più alta velocità”, intendendo che di A.V. si può parlare solo se tutta la linea utilizzata è con binari A.V. e quindi disprezzano l’attuale servizio Frecciarossa a Perugia esistente dal febbraio 2018.
Gli sfugge che con tale Frecciarossa a Fontivegge, i perugini, senza mai cambiare treno lungo il percorso, sono andati a Milano in sole 3 ore e 17 minuti, cosa che per la prima volta ha consentito di andare e tornare in giornata nel capoluogo lombardo.
Gli sfugge che l’unico altro treno diretto su Milano (senza cambi), il Tacito, impiega 5 ore 40 minuti. Gli sfugge che ogni altra combinazione di aggancio a Firenze o Arezzo (e domani Creti) comporta tempi comunque più lunghi, un costo maggiore e il disagio di cambiare treno.
Con questa modalità a Rete, maturata poco dopo l’avvio 2009, il sistema A.V. è evoluto dai 10 milioni di utenti del primo anno (sulla sola dorsale) agli attuali 60 milioni, un successo straordinario, molto apprezzato dall’utenza poichè nonostante sui binari storici la velocità massima rimane quella ivi consentita, è la comodità di non cambiare treno a fare la differenza.
A.V. di Rete ben adottata sia in Francia che Spagna ove programmaticamente si persegue l’obbiettivo di servire anche l’ultima provincia.
Benvenga ovviamente ogni potenziamento della Terontola-Foligno-Orte, magari a doppio binario con caratteristiche A.V., ma disprezzare e rinunciare ora all’ottimo servizio A.V. esistente su Perugia (come abbiamo visto allestito senza un bullone in più bensi con le linee tal quali), è cosa incompresibile e irresponsabile.
Italia Nostra Perugia, dopo aver proposto nel marzo 2017 il Frecciarossa su Milano-Torino (poi allestito nel febbraio 2018) mediante semplice arretramento sul capoluogo umbro del Frecciarossa preesistente Arezzo-Torino, l’anno successivo 2019 propose con altro convegno che anche verso sud si allestissero Frecciarossa mediante arretramento a Perugia dei Freccia esistenti Roma-Lecce e Roma-ReggioCalabria, con che Perugia risolverebbe anche l’annoso problema dei suoi attuali treni interregionali su RomaTermini che sono confinati sui binari 1Est e 2Est, a ben settecento metri di distanza dalla banchina principale (da colmare a piedi, con le valige…).
I fautori della MedioEtruria tendono a non riconoscere l’importanza del non cambiare treno, gli pare questione irrilevante ma forse già in questo denotano scarsa frequentazione dei mezzi di trasporto pubblico. Chi usa il treno sa che dover cambiare impone preoccupazione di perdere la coincidenza, obbliga a radunare i propri effetti personali, scendere, cercare il nuovo binario, salire, accomodarsi. Ben altra sensazione quando -saliti in treno- si arriverà a destinazione senza cambi: ci si può rilassare, leggere, studiare, riposare, chiacchierare senza preoccupazioni di sorta. E’ differenza decisiva.
Dopo l’interruzione del covid, ora al Frecciarossa perugino sono stati imposti tempi peggiori, 3 ore e 40 minuti per Milano Rogoredo e non più Centrale. Purtuttavia continua a ricevere grande successo da parte anche di molti studenti. La politica dei prezzi operata da Trenitalia consente similmente al low cost aereo di ottenere prezzi anche molti bassi. Il pendolarismo ne riceve impulso poichè si allunga il raggio potenziale di distanza accettabile residenza-lavoro, con beneficio dei territori meno forti.
La nostra idea è che le autorità umbre devono chiedere e pretendere potenziamento dei Frecciarossa, sia allestendone almeno tre-quattro coppie giorno, sia prolungandole fino Terni. L’originario tempo di percorrenza Fontivegge-MilanoCentrale in 3 ore 17” deve essere ripristinato anzi puntando a due decisivi ulteriori miglioramenti: evitare la fermata alla MedioPadana (ove già fermano circa 90 Freccia) e sfruttare a breve la imminente inaugurazione della nuova stazione sotterranea A.V. di Firenze, “Belfiore”. Con ciò i perugini potranno raggiungere Milano in 2h 50”. Verso sud: Reggio e Lecce in poco più di sette ore, a fronte delle attuali circa 15 ore in autobus. Perugia da molti anni è mèta per molti lavoratori e studenti provenienti da tutte le regioni meridionali della Penisola. Un patrimonio umano e professionale da assecondare nel migliore dei modi.
Tornando alla sorprendente intervista di De Robotti, concludiamo invitando a meglio considerare le cose, a non accettare acriticamente le opinioni di uffici e esperti che in passato hanno già commesso errori; invitiamo a non avere sudditanze verso Trenitalia o Ministeri o potentati locali, preferendo piuttosto di rifarsi alle migliori esperienze europee e italiane anzi accennate.
E’ dichiarato ufficialmente che favorevoli alla MedioEtruria sono l’Associazione Industriali e l’ANCE della provincia di Perugia; ciò può rientrare nei loro legittimi interessi di costruttori, ma non deve esserci bisogno di ricordare che compito della politica è fare comunque e sempre l’ottimale interesse della propria regione.