di Gabriella Mecucci e Giampiero Rasimelli
Foto ©Fabrizio Troccoli
Alessandra Sartore, assessora al Bilancio del Comune di Perugia, ha un’importante carriera alle spalle: ha ricoperto il ruolo di consigliere giuridico del ministro alla Coesione territoriale, è stata assessore alla Programmazione della Regione Lazio e sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze nel governo Draghi. E’ umbra d’origine: nata a Castiglion del Lago, ha conseguito la laurea all’Università di Perugia e ora è ritornata nella città della sua giovinezza per far parte della giunta Ferdinandi. Qualche mese di intenso lavoro e ha rinvenuto nelle pieghe del bilancio comunale 28 milioni che potranno essere spesi per il bene comune ed in particolare per opere pubbliche. Alessandra Sartore è fiduciosa che continuando a cercare “come un cane da tartufo” riuscirà “a trovare altre risorse”.
Assessore, come e dove sono stati rinvenuti i 28 milioni annunciati nei gi-orni scorsi? Ci puo’ dare qualche dettaglio in più di quanto si è potuto leggere sui giornali ?
Tre sono le ragioni del ritrovamento. La prima è che nel 2024 il bilancio di previsione è stato approvato entro dicembre rispettando la tempistica giusta. Negli anni precedenti, ad esclusione del 2023, invece era stato approvato con ritardo e, talora, con notevole ritardo. La gestione del bilancio quindi avveniva nella seconda parte dell’anno e questo potrebbe non aver consentito un’analisi approfondita di alcune fattispecie del debito e le ragioni del loro mantenimento nel cosiddetto “avanzo vincolato”. Abbiamo esplorato sia con l’ufficio finanziario sia con gli uffici dei vari assessorati questi capitoli e abbiamo recuperato risorse importanti da spendere.
E le altre due ragioni della ricomparsa quali sono?
Non è una ricomparsa perché non erano mai scomparsi, si trovavano nell’ “avanzo vincolato”. Le altre due ragioni del recupero dei 28 milioni sono il miglioramento della capacità di riscossione delle entrate, anche grazie al recupero dell’evasione, e l’aumentata capacità di assumere impegni e di effettuare pagamenti celermente. E sulla base di questa metodologia di lavoro credo che rintracceremo nel Bilancio altre risorse.
Ci spieghi meglio: queste da dove spunteranno?
Se continueremo ad analizzare il Bilancio col metodo già usato, sono fiduciosa che accadrà. Ci sono da scandagliare altri 34 milioni di “avanzo vincolato” e lì potremmo fare ulteriori recuperi.
E perché gli altri non se n’erano accorti?
L’ho già detto: il tempo ristretto nel quale si analizzava il bilancio non favoriva questa ricerca che non è semplice. Andrea Romizi è una persona per bene e ha indubitabilmente il merito di aver azzerato il disavanzo che ha trovato, dovuto in parte anche alle anticipazioni che allora i Comuni si trovarono a dover fare. Del resto all’epoca quasi tutti i Comuni avevano un disavanzo.
Come utilizzerete i soldi ritrovati?
Lo deciderà la giunta, ma per legge occorre privilegiare le opere pubbliche: l’ambiente, la rigenerazione urbana, la manutenzione stradale e altro. Ma sono fiduciosa che potremo impiegarli anche in altri campi.
E la cultura che rischia di essere sempre l’ultima ruota del carro?
Spero di sì. Intanto siamo riusciti a fare una bellissima mostra a Palazzo della Penna. Poi, sentiremo i progetti che ha il vicesindaco Marco Pierini
Qual è la realtà delle finanze dei Comuni e degli Enti locali oggi? E come va letta nell’eterno dibattito su debito pubblico, esigenze dei cittadini e autonomia differenziata e/o federalismo fiscale ?
Facciamo un minimo di storia. Nel 2008 con la crisi americana della Lehmann Brothers e le successive ricadute sull’economia mondiale diventò imperativa la riduzione della spesa pubblica che d’altra parte aveva un po’ troppo allentato i cordoni della borsa anche sul versante degli enti locali. A seguito dei provvedimenti presi nel quadro del rigido patto di stabilità con successiva restrizione dei finanziamenti agli enti locali, la maggior parte di questi finì in disavanzo. Perché deve essere chiaro che c’è uno stretto legame fra l’efficienza della gestione del bilancio dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali. Il governo Letta e gli interventi dei governi successivi permisero a questi ultimi di spalmare il rientro in tempi più lunghi e più sostenibili. Cosa che fece, come ho già detto, meritoriamente anche il sindaco Romizi. La situazione tuttavia è ancora difficile perché nel frattempo sono intervenuti il Covid, la crisi energetica dovuta all’invasione dell’Ucraina, e oggi si prospetta anche una necessità di intervento sulla spesa per armamenti, il tutto nell’ambito del quadro finanziario nazionale declinato dal nuovo patto di stabilità europeo e quindi del rispetto dei parametri del deficit e del debito. Il Comune di Perugia deve cercare la sua strada tenendo conto di questo contesto.
Al di là del rispetto delle competenze altrui, che ne pensa della discussione sui dati di bilancio della sanità regionale ?
Mi fate prima fare una premessa sullo stato del bilancio regionale?
Premetta pure..
E’ vero che circa l’80 per cento del bilancio regionale riguarda la sanità, ma la Regione ha anche molti altri decisivi settori d’intervento di cui porta la responsabilità. Se ad esempio, prendiamo trasporti e ambiente le risorse disponibili sono molto scarse, per non parlare dei cofinanziamenti dei progetti europei. E questa carenza ricade direttamente sui margini di manovra di tutti gli enti locali. C’è quindi un problema generale di risorse che riguarda il bilancio dello stato e quello regionale che è stato ereditato.
E l’autonomia differenziata?
Può anche funzionare, ma senza un adeguato fondo di perequazione si scaverebbe un solco fra due parti d’Italia, e l’Umbria potrebbe trovarsi in quella svantaggiata.
Ci dica a questo punto la sua opinione sul bilancio della sanità regionale e sulla manovra fiscale recentemente approvata..
Il disavanzo c’era e la manovra fiscale era inevitabile. Forse – lo dico in modo problematico – si sarebbe potuto fare anche di più. Capisco le discussioni aperte sulla manovra, il punto è però non soltanto il disavanzo di 34 milioni, ma mi preoccupa la tendenza ad aumentare di quello strutturale: i 243 milioni non sono un dato trascurabile, ma sono il risultato di bilancio del 2024. Se non si interviene si riprodurrà e potrà anche crescere. E alla fine non si potrà ripianare solo con la gestione centralizzata.
Lei viene da Roma, che impatto ha avuto con Perugia? insomma, come si è trovata e come si trova?
Perugia è una bella città, forse ancora un po’ provinciale, ma io mi ci trovo bene e le persone che incontro sono molto contente della mia presenza in giunta e quindi anche io mi sento gratificata. Collaboro volentieri con una giunta di giovani, Sindaca in testa, che sono pieni di entusiasmo. Roma è straordinaria e ci torno i fine settimana anche perché lì è rimasto mio marito, ma penso che a Perugia si potrà fare un buon lavoro.