di Walter Patalocco
Si chiama “Democrazia applicata”. In concreto è il rifiuto dell’opposizione. Una nuova teoria politica, insomma. Copyright by Stefano Bandecchi, sindaco di Terni: “L’opposizione può parlare da sola perché noi dobbiamo lavorare… l’opposizione – parole di Bandecchi – dice un sacco di bischerate, ho già dato disposizioni ai miei“. “Sto aprendo dei corsi intitolati Opposizione intelligente, ci sono dodici posti, test d’ingresso tolto perché difficile”, annuncia beffardo.
Quindi almeno fino al termine dei corsi organizzati dal sindaco, con l’opposizione non si parla e non le si risponde, anche se probabilmente non sarà possibile sottrarsi ad una interrogazione formale in consiglio comunale. Con gli operatori dell’informazione nemmeno, perché anche loro dicono “minchiate” (parole del sindaco, ovviamente) e parlano solo di incompatibilità. La sua, quella del sindaco Bandecchi che avrebbe avuto rapporti in convenzioni con società dell’imprenditore Bandecchi.
Lui si è dimesso da presidente di Unicusano, l’Università telematica che è proprietaria della Ternana, e da presidente della Ternana stessa, che come concessionaria dello stadio creerebbe la questione di incompatibilità. Per lui tutto a posto, quindi (ma i quattro milioni di stipendio tanto sbandierati? Ci rinuncia?). E tutto a posto è pure secondo i venti (su 32 ) consiglieri di maggioranza che, eletti in quattro liste, sono confluiti in consiglio comunale nel “gruppone” di Alternativa Popolare. Tutti e venti hanno votato contro l’incompatibilità, assumendosi tutte le responsabilità relative, che non sono solo politiche.
La faccenda però non è mica finita lì, come avrebbe voluto Bandecchi. Per il segretario comunale – già avvertito durante il consiglio che sarà cacciato appena possibile – gli interrogativi restano intatti. Per le opposizioni, che non sanno fare niente, il problema continua a sussistere. E mentre i parlamentari umbri del Pd (Verini e Ascani) chiedono lumi al ministro dell’Interno, a Terni ci si appella al Tuel (Testo unico degli Enti Locali) il quale recita testualmente che in caso di incompatibilità “La decadenza dalla carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale può essere promossa in prima istanza da qualsiasi cittadino elettore del comune, o da chiunque altro vi abbia interesse davanti al tribunale civile. L’azione può essere promossa anche dal prefetto”. Al quale le carte sono state, comunque, inviate mentre non è escluso – da parte delle opposizione – di avviare una raccolta di firme per chiedere la decadenza dell’eletto.
Lui intanto va avanti come un rullo compressore. La Regione gli dice che non ci sono soldi per un nuovo ospedale a Terni? “Facciamo da soli, in sei-sette mesi l’ospedale nuovo sarà pronto”. Il futuro economico di Terni? Il turismo, puntando su San Valentino e buttando via il lavoro svolto dalla giunta Latini su Cascata delle Marmore e territorio; Piediluco, Collescipoli, Torre Orsina, Cesi, ossia gli antich borghi? Alberghi diffusi. La crisi del commercio in centro? Si apre la Ztl. Il disagio sociale di gente senza fissa dimora? Si sono tolte le panchine su cui sedevano o si allungavano a dormire. “Questo sì che è un sindaco!”. Il coro del consenso populista non accenna ad abbassarsi. I giornalisti? Non ci parlare, gli suggerisce il coro e lui apre la guerra con l’Ordine umbro e annuncia al presidente che non ci parlerà mai. Il rapporto coi giornalisti, lui che sbandiera di essere iscritto all’ordine dei pubblicisti, è difficile: si va dagli insulti, alle minacce di querele, fino agli spintoni con il capo ufficio stampa del Comune, attualmente sospeso dall’incarico. L’informazione sugli atti dell’amministrazione? “La diamo noi in conferenze stampa a cui invitiamo i cittadini”, teorizza il vicesindaco Riccardo Corridore, alter ego e consigliere principe di Stefano Bandecchi oltre che – a quanto pare – responsabile del “Minculpop”. I Bandecchi, da buon imprenditore si è rivolto a professionisti che lo aiutano anche per fare il sindaco, al punto che il capogruppo in consiglio comunale, Guido Verdecchia, è un signore di Frosinone che su Linkedin si presenta come “Libero professionista delle politiche pubbliche” elencando esperienze in organismi come i Municipi romani alternate a consulenze per vati ministeri.
“Democrazia applicata”, quindi. Come sviluppo della teoria iniziale di Democrazia Alternativa teorizzata dal gruppo di Alternativa Popolare nel teorema; se la giunta comunale e la maggioranza sono del partito del sindaco è tutto più semplice e lineare. Uno – magari ricordando i bei tempi dei parà – dà l’opdué e sceglie il passo e gli altri marciano compatti e all’unisono.
Per l’intanto la marcia più spedita è quelle delle raccomandate inviate dall’assessora all’ambiente e varie altre materie (37 preferenze alle elezioni) a enti, società ed imprese chiamate a rispettare fino in fondo i patti col Comune. Anas, Asm, Servizio Idrico, Vodafone, Fastweb e via dicendo vengono avvertite: hanno alcuni giorni di tempo per dimostrare di tener pulite le cunette dalle erbacce e di aver riparato ad arte scavi per la posa di tubi o fili sotto l’asfalto delle strade cittadine. Nel caso così non fosse scatteranno i provvedimenti consoni e adeguati. L’ultimo filone preso di petto dall’assessora (Mascia Aniello con passate frequentazioni “grilline”) è l’attacco sul fronte dell’aria ed ha intimato – non si sa di preciso a chi – di non fare “puzze” e annunciando prossime raccomandate all’Ast. “Finalmente un sindaco con gli attributi”, testimoniano sui social alcune signore. “Questo è uno che spacca”, è il commento di altri. Ed è vero: sta spaccando la comunità ternana. Lui non è certo il sindaco di tutti.