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di Gabriella Mecucci

A distanza di poche ore se ne sono andati due personaggi di cui Perugia sentirà la mancanza. Si tratta di Gianni Barro e di Franco Ivan Nucciarelli. Molto diversi fra di loro: conoscenze e competenze distantissime, posizioni politiche opposte. Eppure c’era qualcosa che li accumunava: l’essere due intellettuali ai quali piaceva studiare, approfondire ma anche intervenire nella vita della città e della regione. Una doppia perdita dunque. E non si può fare a meno di guardarsi intorno con il timore di non scorgere persone della nuova classe dirigente alla loro altezza per cultura e impegno civile.

Gianni Barro è morto ormai molto anziano e, nella sua lunga vita, aveva realizzato cose importanti. Faceva parte di quel gruppo, composto da docenti universitari e da dirigenti della sanità regionale ( Albano del Favero, Maria Antonietta Modolo, Maurizio Mori, Lamberto Briziarelli e altri) che si impegnarono, a partire dagli anni Settanta per creare in Umbria un servizio sanitario efficiente, non discriminatorio e di alta qualità professionale. Un grande lavoro il loro che portò la regione ad essere indicata come una delle più avanzate in questo campo. Gianni Barro, appassionato difensore della sanità pubblica, contribuì a questo risultato dalla posizione di dirigente del settore sanità della Regione. Ma non fu solo un alto e competente funzionario, ma anche un appassionato militante di sinistra, impegno che non ha mai molltato nemmeno negli ultimi anni della sua vita. Continuava a prendere parte al dibattito pubblico: aveva fondato, insieme ad altri iscritti al Pd e non, l’associazione Cronache Riformiste che organizzava confronti di notevole interesse per costruire un’area progressista aperta, propositiva, non ideologica e tantomeno estremista. E continuava a studiare e a scrivere con l’atteggiamento di chi sa ascoltare l’opinione degli altri, senza iattanza, ma con disponibilità a coglierne le buone ragioni.

Almeno da questo punto di vista Franco Ivan Nucciarelli e Gianni Barro un po’ si somigliavano: erano due persone capaci di dialogare senza preclusione alcuna anche con chi la pensava diversamente da loro. Nucciarelli, morto all’età di 83 anni, è stato docente universitario di materie umanistiche all’Università di Perugia. La sua ultima cattedra fu Iconografia e Iconologia. Studioso appassionato di storia dell’arte con una particolare specializzazione su Pinturicchio, al quale aveva dedicato una monografia, era un conoscitore profondo di Perugia, dei suoi monumenti, di tutte le sue bellezze. E si è sempre battuto per la loro difesa.

Portò questo impegno anche all’interno del Consiglio Comunale quando venne eletto nelle liste del centrodestra. E non smise mai di occuparsene nemmeno nelle diverse associazioni, fondazioni o enti di cui fece parte con ruoli dirigenziali. L’ultima attività a cui ha partecipato è stata quella di Perugia 1416 che organizza in giugno un importante quanto discusso evento, con un grande corteo storico in costume, per ricordare l’ingresso in città di Bracco Fortebraccio da Montone. Se n’è andato un uomo colto. mite, sempre cordiale: una vera perdita anche dal punto di vista umano.