di Gabriella Mecucci
Il risultato delle elezioni regionali umbre è diventato molto importante. In palio c’è molto di più della presidenza della Regione. Mai, prima di oggi, tanti leader politici si sono precipitati in questa piccola regione per strappare qualche consenso. E la teoria di ministri arrivati e in arrivo è interminabile. Vincere qui, dopo il voto ligure, significa infatti aggiudicarsi la palma del turno elettorale d’autunno, visto che l’Emilia dovrebbe aggiudicarsela il campo largo. In Umbria è testa a testa: se la spuntasse il centrodestra, si rafforzerebbe il governo Meloni, ma se accadesse il contrario, l’opposizione prenderebbe slancio. Elly Schlein questo l’ha capito è non molla la presa. Domenica è arrivato anche Stefano Bonaccini. L’occasione è stata la presentazione del programma della coalizione. In un teatro Pavone gremito sono state illustrate le 88 pagine del documento. E’ chiaro però che ormai al centro di tutte le iniziative del centrosinistra ci sono due temi: la sanità con la difesa di quella pubblica e le infrastrutture/ambiente. Stefania Proietti al Pavone ha ricordato fra gli applausi tutto ciò che non funziona in materia di salute, ed è davvero tanto. E ha rafforzato il suo no all’inceneritore con una piano dettagliato per il riciclaggio dei rifiuti.
Se il centrosinistra dà molto valore al risultato umbro, anche il centrodestra ne coglie tutta la portata, tantochè non si esclude una “visita” di Giorgia Meloni, mentre Tajani è già venuto a Terni. Ma chi si sta impegnando “ventre a terra” è la Lega che vede nella conferma di Tesei una via d’ uscita dal tunnel grigio in cui si è infilata. Il Carroccio rischia un po’ ovunque di essere superato da Forza Italia, e perciò non lesina sperticati appoggi alla sua “pupilla” Donatella Tesei. Si è mosso persino il tiepido Giorgetti per cercare di recuperare qualche voto un po’ più moderato, dopo l’esibizione del generale Vannacci. In questo clima surriscaldato partono polemiche ingiustificate.
SONDAGGI OPPOSTI: PER SWG PROIETTI AVANTI (+1,5), PER TECHNO TESEI (1,9)
Stefania Proietti, ad esempio, è stata paragonata a mister Hyde. La mite sindaca di Assisi si trasformerebbe in un essere “scimmiesco, troglodita, difficilmente umano”, così lo descriveva Stevenson. Ma perché questa infelice metafora? La candidata di centrosinistra, volendo plasticamente dimostrare la propria volontà di difendere la sanità pubblica, ha strappato la pagina del programma di Tesei del 2019, dove si privilegiava la promozione di quella privata. Accidenti, un gesto mostruoso. E che dire allora di Stefano Bandecchi? Lui non ha una personalità doppia, è univoco: rissoso, guascone, aggressivo a tempo pieno. E’ difficile poi negare che il quinquennio di governo del centrodestra abbia peggiorato e di molto il funzionamento della sanità regionale.
Ma di spigolature discutibili in questa campagna elettorale ce ne sono anche altre. Come ad esempio quella del conflitto d’ interesse di Donatella Tesei e di Paola Agabiti in materia di finanziamenti al tartufo. La giunta regionale per promuoverne la produzione, ha dato 4,8 milioni ad un’azienda del marito dell’assessore dove lavora il figlio della Presidente. La magistratura ha aperto e poi archiviato un’indagine per abuso d’ufficio perché le due non si erano astenute nel voto del provvedimento. Quel reato non esiste più: è stato abrogato e con più di una buona ragione. Tolta dal tavolo la vicenda giudiziaria, si può ovviamente discutere la scelta politica di promuovere il tartufo tramite uno cospicuo stanziamento di quasi 11 milioni. Ma se lo si fa, è impossibile trascurare gli Urbani che sono una sorta di “famiglia reale” del settore.
Vale però la pena di notare come il centrodestra polemizzi con le esagerazioni del centrosinistra sul conflitto d’interesse di Tesei e Agabiti, ma non si ricordi delle sue recenti accuse contro il Comune di Perugia. L’accanimento cioè con cui lo ha rimproverato per aver dato un finanziamento di duemila euro (le cifre qualcosa contano) ad una cooperativa che fornisce assistenza e di cui farebbe parte l’assessore Costanza Spera. In questo caso nessun reato, nessuna indagine della magistratura. Niente di niente, ma molto rumore dei consiglieri di centrodestra. Due pesi e due misure.
Sono questi solo tre esempi di come sia diffusa la pratica di guardare la pagliuzza negli occhi dell’altro: spigolature, cose tutto sommato di poco conto in una campagna elettorale sin qui sostanzialmente corretta, e forse un po’ sotto tono. Una contesa in cui – come ha già scritto questa rivista – la piccola Umbria è diventata la Pensylvania d’Italia: assegnerà la vittoria amministrativa d’autunno, così come lo stato americano sarà decisivo nella conquista della Casa Bianca. Qui nessuno le spara grosse tipo Trump, ma si percepisce che la campagna elettorale è ad una svolta e che i toni si stanno alzando anche in questa tranquilla e felpata regione. E’ la posta in gioco che è cambiata.