In città si respira un clima di tensione. La squadra di calcio usata come vessillo contro Perugia e Regione.
Presidente Proietti attende il pronunciamento del Tar.
Il tema della clinica-stadio sta provocando a Terni una forte tensione. Sparsi per la città ci sono cartelli e scritte sui muri carichi di accuse e persino minacciosi. Qualche esempio: “Proietti non giocare col futuro della Ternana” e “Sappiamo chi sono i responsabili e non gli perdoneremo niente”. La consigliera regionale del Pd, Maria Grazia Proietti ha trovato la sua auto scassata. Il gesto non è stato rivendicato e non è detto dunque che sia figlio dello scontro in atto. La polemica della Ternana contro la Regione, rea di aver fatto ricorso al Tar per chiederne una valutazione di legalità sul progetto di clinica-stadio, è al calor bianco.
di Giampiero Rasimelli
La situazione che si è creata in questi giorni a Terni merita una riflessione approfondita. Avevamo già avvertito che la vicenda stadio-clinica per il groviglio inestricabile di potenziali o reali conflitti di interesse e per la mancanza di chiarezza, almeno a nostro parere, delle procedure utilizzate dal Comune di Terni e dai diversi soggetti in campo avrebbe portato ad un punto di conflitto nella città e tra le istituzioni.
In tutto questo bailamme è entrata la Ternana Calcio, la sua gestione e il rischio per il suo immediato futuro che questa situazione comporta. Un punto sensibile dell’identità cittadina, la Ternana, a lungo strumentalizzato in questi anni a fini economici e politici. Tanto che oggi ci troviamo la società calcistica che pensa e chiede di intervenire sulle scelte di politica sanitaria regionale legando a queste i suoi destini. Ma si è mai visto un fatto del genere? In Italia ci sono altre società calcistiche che hanno dato vita a strutture sanitarie private, anche di prestigio, si pensi ad esempio alla Juventus e al centro medico (JMedical) della Continassa a Torino. Interventi fatti attraverso investimenti diretti delle società calcistiche o con partecipazione delle stesse ad imprese di tipo sanitario o ancora attraverso convenzionamenti, ma in nessun caso si è costruito un legame diretto tra la gestione di bilancio e patrimoniale delle società calcistiche e quella delle attività sanitarie, che al massimo fanno parte di uno stesso gruppo ma con una precisa autonomia giuridica e di bilancio e con una trasparente gestione patrimoniale.
Veniamo al merito. Secondo nostre informazioni da fonti attendibili la vicenda stadio-clinica potrebbe presentare diversi profili di criticità dal punto di vista giuridico, tutti della massima importanza.
Si va dalla violazione della riserva di legge in materia tributaria, estesa anche alla clinica privata su terreno privato, alla incompatibilità con la procedura semplificata della legge sugli stadi in materia di riscatto. Dalla violazione da parte del Sindaco dell’obbligo di astensione non sanato dalla successiva cessione del terreno, alla presenza delle sole garanzie finanziarie minime di legge insufficienti di fronte alla struttura del progetto. Dalla elusione della normativa sui contratti pubblici, alla richiesta di convenzionamento contestuale dei posti letto contrario alla legge, alla assenza della matrice dei rischi, omissione essenziale rispetto alla normativa sui PPP (Partenariati Pubblico Privato). E infine dal fatto che la subconcessione alla Ternana Calcio per 44 anni trasferisce di fatto il rischio commerciale sul concedente, alla trasformazione del modello di finanziamento da apporto di capitale proprio a capitalizzazione differita basata sui versamenti di un soggetto terzo.
Se queste previsioni di illegittimità dovessero essere effettivamente appurate come tali, in tutto o in parte rilevante, ne conseguirebbero responsabilità per danno erariale e per vizio di procedura nei confronti dei soggetti coinvolti, funzionari e amministratori, e di quelli che ulteriormente verranno, eventualmente, ad essere coinvolti. Ciò fa comprendere perché la Regione voglia essere concretamente tutelata dal punto di vista della legalità a fronte di un suo coinvolgimento diretto o indiretto nella vicenda. E fa meraviglia che l’amministrazione comunale di Terni che ha subito altre serissime vicende giudiziarie anche drammatiche, fortunatamente conclusesi con pieno riconoscimento di comportamenti legittimi, faccia orecchie da mercante a queste preoccupazioni e proceda in un atteggiamento che non è mai cambiato di una virgola mentre sono cambiati molti protagonisti come in un giro di trottole.
Che cosa accade invece ? Come prevedibile, al dunque, si tenta di scatenare la piazza, di utilizzare la Ternana come vessillo dietro il quale nascondersi e di aizzare i tifosi contro la Regione, contro l’Umbria del nord odiata nemica.
Vorrei dire ai tifosi che la Ternana è un punto di orgoglio e di identità regionale, che va difesa sul serio. Oggi la famiglia Rizzo che ne ha assunto la proprietà dichiara di aver trovato un disastro economico nella società, non se lo aspettava ? non aveva fatto la due diligence (l’indagine sui conti) prima di acquistarla ? Gli hanno dato informazioni sbagliate ? carte non veritiere? …. È una cosa molto simile a quanto è accaduto al Perugia Calcio alla fine della proprietà Santopadre, un caso forse meno grave, ma della stessa natura. E chi ha prodotto e gestito quel disastro economico ? non erano i fratelli D’Alessandro, legati a Bandecchi, e prima ancora Bandecchi stesso in prima persona? Non va chiesto a loro il conto della situazione “disastrosa” della Ternana ? Oggi si dice apertamente che senza il progetto stadio-clinica la Ternana muore. Ciò vuol dire che si è inventato questo progetto per portare risorse alla Ternana e quindi questo progetto “s’ha da fare” così come è, così come dice Bandecchi, così come pattuito da Bandecchi con la nuova proprietà. La prepotenza e la protervia di Bandecchi pensano da sole di sovrastare la legge e la legalità, chiamano alla rivolta anche solo alla richiesta da parte della Regione di una verifica presso un Tribunale Amministrativo Regionale.
Vorrei che i tifosi e i cittadini di Terni riflettessero su questa situazione e riflettessero sul fatto che ogni volta, diciamo da Ciaurro in poi (ma la sinistra ha avuto anche lei le sue debolezze) che si è gridato “Al lupo!!” nei confronti di Perugia e dell’Umbria del Nord le cose per Terni, città in profonda e dolorosa transizione da anni, non sono migliorate, le difficoltà non sono diminuite. Tutte le indagini e le statistiche dimostrano che abbiamo bisogno di un nuovo progetto d’Umbria in cui il capoluogo e l’intero territorio regionale siano un riferimento, una risorsa reale per Terni e che Terni è essenziale per gli esiti del futuro regionale. Ogni sirena che ha cantato e canta la migrazione di interessi ternani fuori dall’Umbria ha fatto e fa del male a Terni e a tutta la regione. Se guardo, poi alla vicenda delle squadre di calcio di Perugia e di Terni mi domando quale sia la disparità di trattamento denunciata dai tifosi della Curva Nord nei loro comunicati, sono realtà entrambe in crisi e in una situazione dalla quale sarà difficile uscire a breve in modo stabilmente positivo. Se si vuole il bene del calcio, a Perugia come a Terni, bisogna smettere di aspettare il salvatore di turno per sostenerlo qualche stagione in modo acritico e divinatorio, bisogna avere progetti solidi dal punto di vista sportivo ed economico e non essere strumentalizzati per interessi personali o per manie di grandezza. Vorrei ricordare che il Perugia Calcio è passato per l’inferno della serie D per non aver imparato questa lezione. Se arrivano investitori da fuori regione ben vengano, anzi è auspicabile, ma non per fare i pifferai magici, bensì per realizzare progetti sportivi ed economici importanti, solidi, trasparenti ed efficienti. Passaggi Magazine lo ha chiesto in questi mesi sia alle proprietà sia del Perugia che della Ternana.
Quindi tornando allo stadio-clinica. Se Bandecchi vuole investire direttamente o indirettamente sulla sanità può certamente farlo, ma si deve dimettere da Sindaco. Se la famiglia Rizzo vuole investire sulla sanità privata in Umbria, a Terni, è benvenuta. Ci saranno opportunità per tutti i soggetti qualificati che vorranno proporsi nell’ambito del Piano Sanitario Regionale cui si sta lavorando e che ha su Terni come primo obbiettivo il nuovo ospedale pubblico e più in generale un miglioramento ed efficientamento del sistema sanitario locale e regionale anche attraverso un rapporto virtuoso tra pubblico e privato. Se la famiglia Rizzo vuole gestire al meglio la Ternana che ha appena acquistato è più che benvenuta perché la situazione è difficile e va affrontata con determinazione, idee chiare e lungimiranza. Se Bandecchi vuole fare il Sindaco e servire la città di Terni sarebbe ora che lo facesse. Ma tutto nel pieno rispetto della legalità e della correttezza amministrativa. Se il TAR dirà che le carte del progetto stadio-clinica sono corrette, tanto meglio, la Regione Umbria, il Comune di Terni e tutti i soggetti interessanti saranno coperti legalmente e potranno procedere con meno impacci, nell’interesse di tutti. Se la pronuncia del Tribunale dovesse essere negativa, si dovrà prendere atto delle storture e correggerle se e come possibile. La questione della Ternana resta aperta in ogni scenario e qualcuno o tutti insieme, ognuno per la sua parte di responsabilità, dovrà farsene carico.
Qui sta il confine tra legalità e prepotenza. Quest’ultima può avere delle iperboli emotive e belluine, ma nella vita istituzionale la legalità è sostanza imprescindibile e nella vita reale la belluinità non porta a nulla, al massimo a strappi temporanei e drammatici, però anche le rivoluzioni hanno bisogno di una strategia e di un punto di arrivo che ne ricostituisca la legittimità. Fuori dalla legge non esiste nulla.
C’è lo spazio per trattare prima del pronunciamento del TAR ? non sembra, pare difficile al momento. Certo, se fosse possibile sarebbe un contributo di serenità per tutti e anche l’occasione per fare un timing corretto delle procedure, per decidere come valutare bene i costi del progetto e le possibili vie di soluzione, sia sul versante sportivo che dell’investimento sanitario. Se non sarà possibile il pronunciamento del TAR determinerà comunque questa occasione chiarendo quali siano i vincoli e le possibilità di ciò che dovrà e potrà essere fatto, da tutti, nell’interesse di tutti.



