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Tante informazioni inesatte o poco precise. La Regione minaccia le vie legali. Tesei chiede di azzerare la manovra fiscale

 

di Giampiero Rasimelli

E’ in scena l’ennesima puntata dell’attacco del centrodestra contro la Presidente della Regione Proietti, la sua Giunta e i nuovi dirigenti della Sanità umbra. Chissà quando si attenuerà questa rivolta? Forse dopo la tornata di elezioni comunali dove sono in palio i Sindaci di Assisi, Amelia e altri Comuni?

Intanto oggi ritorna il payback sui dispositivi medici che, secondo una “annunciata” nota congiunta MEF-Conferenza delle Regioni, dovrebbe essere pagato prossimamente, cosa che per l’Umbria comporterebbe un’entrata di circa 40 milioni tale da riportare in pareggio, se non in attivo, il bilancio regionale della sanità. Questo strombazza a pieni polmoni il centrodestra nel tentativo di riabilitare i 5 anni di gestione fallimentare della sanità umbra.

Passaggi Magazine in questi ultimi 2 mesi ha sostenuto con chiarezza che su questa vicenda del bilancio della sanità regionale la Giunta regionale ha compiuto seri errori di comunicazione, alimentando un’ inutile confusione che ha creato condizioni favorevoli alle sparate del centrodestra. Abbiamo anche subito criticato il merito della manovra fiscale adottata e poi corretta.

Ma a tutto c’è un limite. Un limite delicato tra realtà, errori e quantomeno serie inesattezze che non può mai essere superato.  E veniamo dunque al merito:

  • La Presidente Proietti ha promesso in campagna elettorale un’operazione verità sui conti della sanità regionale e pur con gli errori e le confusioni sopra richiamate, bisogna darle atto che questo sta facendo con una rudezza, se volete, che sta però nei numeri, quelli incontrovertibili. Il dato drammatico è che negli ultimi 5 anni, al netto del covid, il disavanzo strutturale è cresciuto ogni anno, nel 2024 sono 243 milioni. Nulla al momento fa pensare, in assenza di una cura da cavallo, che questo numero possa scendere. Dentro questo numero vi è un buco di oltre 50milioni, al netto della copertura garantita dalla gestione centralizzata, cioè la ripartizione del fondo sanitario nazionale (circa 160 milioni) e di altre voci secondarie. La Presidente Proietti ha voluto dire a tutti, come promesso, che da qui si partirà per tentare di dare una svolta strutturale alla sanità regionale che è diventata inefficace, inefficiente e produttrice di disavanzi insostenibili, in parte consistente causati dal fatto che tanti, troppi umbri vanno a curarsi fuori regione perché è calata la fiducia verso il sistema, un tempo molto alta. Il centrodestra in questi anni non ha fatto nulla per invertire la rotta anzia l’ha aggravata, si è limitato a tappare i buchi, a galleggiare nella crisi, a “non fare”, a porre attenzione prioritaria ai dirigenti nel tentativo di trovare mani e menti amiche che poi via via si sono quasi tutte sfilate. Di certo non si governano così i problemi della sanità umbra che sono ormai sotto gli occhi di tutti e che hanno già orientato il giudizio elettorale dei cittadini, punendo il centrodestra.
  • E veniamo ora al payback dispositivi. Che cos’è? leggiamo su Google: “Il payback sui dispositivi medici in sanità è un meccanismo che prevede che le aziende fornitrici di dispositivi medici contribuiscano a restituire una parte della spesa sostenuta dalle Regioni quando la spesa totale per i dispositivi supera il tetto consentito dalla legge.” Sono quindi risorse delle aziende e non dello Stato quelle che compongono il payback dispositivi medici. Le aziende devono restituire una quota, “solitamente il 50%” quando la spesa regionale supera il tetto. Il payback “può essere retroattivo” ovvero applicato a spesa già effettuata. E alla voce controversie Google scrive: ”Il payback è oggetto di diverse contestazioni da parte delle aziende che ritengono che sia un sistema che penalizza il settore e che non è in linea con la sostenibilità del sistema sanitario”. Il MEF può decidere di anticipare con decreto ministeriale le somme dovute dalle aziende, ma, immagino sulla base di un accordo con aziende e Regioni, cosa auspicabile che al momento non c’è. Quindi la nota congiunta “annunciata” MEF-Conferenza delle Regioni finchè non diventa un provvedimento concreto ha un valore relativo. 
  • A questo punto l’Ufficio Legale della Regione avrebbe manifestato alla Direttrice della Sanità Regionale Donetti seri dubbi sulla ammissibilità dell’iscrizione a bilancio di queste ipotetiche somme nel 2024, se capisco bene, perché pur essendo in teoria entrate di competenza 2024, di fatto la loro precarietà, dovuta alla retroattività, al possibile contenzioso e alla necessità di attendere un Decreto Ministeriale, consiglierebbe di passarle alla cassa nel momento in cui dovessero essere effettivamente decretate e versate alla Regione. E quindi probabilmente nel 2025. Osservazioni fondate che farebbe qualsiasi banca o finanziaria sui dati di bilancio a base di una richiesta di prestito o di mutuo. In un comunicato dell’avvocatura regionale si diffida dunque chiunque dal far circolare informazioni inesatte e tendenziose sull’argomento, pena il ricorso da parte di questa alle vie legale.
  • La Regione ora deciderà (di concerto col MEF e con le altre Regioni ?) cosa fare e come comportarsi, a noi preme solo l’esercizio di una corretta informazione e un commento: questa vicenda del payback testimonia ancora una volta la precarietà della logica con la quale è stato governato il bilancio della sanità umbra, affidandosi ai rattoppi, al rincorrere i disavanzi, anzichè gestire il sistema sanitario regionale cercando di rimuovere le cause strutturali dei disavanzi e progettando, attraverso il piano regionale, il futuro della sanità. Questa è stata la logica del governo Tesei e questa, del resto, è la logica con la quale il centrodestra meloniano sta destabilizzando la sanità pubblica nel nostro paese. Sarà interessante osservare anche come si comporteranno le Regioni governate dal centrodestra che hanno – anche loro e non solo l’Umbria – aumentato le tasse per far fronte ai disavanzi.

In ogni caso ora sulle spalle della Presidente Proietti ricadono due responsabilità: dare conto delle cose che verranno realizzate con gli introiti della manovra fiscale che da venti anni la Regione non faceva, e aprire in profondità e con urgenza la discussione sul Piano Sanitario Regionale che deve essere l’architrave degli interventi strutturali sul sistema sanitario umbro, degli indirizzi di gestione della finanza sanitaria regionale e della spinta dell’Umbria, insieme alle altre Regioni, per una spesa sanitaria nazionale che non mandi in bancarotta la sanità pubblica e i diritti dei cittadini.

Infine, giorni fa la ex Presidente Tesei ha dichiarato che avrebbe denunciato l’assessore Bori e la Giunta regionale per procurato allarme quando parlarono di disavanzo nel bilancio sanitario. E, risalendo indietro nel tempo, non sarebbe difficile ritrovare ulteriori prese di posizioni abbondantemente fuori misura. La Regione ora ha minacciato azioni legali verso i media locali che diffondano informazioni tendenziose. Questo non è il modo giusto di reagire. Anzi – diciamolo chiaramente – è sbagliato.

Passaggi Magazine ritiene che sia giunto il momento di piantarla con i toni violenti di questa polemica, di rientrare nell’ambito di un conflitto politico istituzionale legittimo, ma corretto. Di garantire un’informazione non faziosa per le cose che si dicono o scrivono che è sempre meglio che siano argomentate e valutabili nei fatti. E di piantarla lì con le iperboli accusatorie. Come ha detto Papa Leone è tempo di “disarmare” il linguaggio. Di rispondere con argomento ad argomento con più precisione e meno sarcasmi.  Dobbiamo aprire il cantiere della discussione sul futuro della regione e smettere di alimentare polemiche di piccolo cabotaggio che non danno risposte alle esigenze dei cittadini.