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Guido Perosino in tre articoli spiega tutti gli interventi indispensabili per le infrastrutture umbre e per rompere l’isolamento di molte città. Pubblichiamo di seguito la prima puntata di questa approfondita panoramica

di Guido Perosino*

In Umbria, l’ambizioso progetto di rinnovamento infrastrutturale si scontra con la realtà di finanziamenti insufficienti e scelte progettuali spesso non allineate alle reali esigenze della popolazione. La regione affronta un momento cruciale, dovendo decidere se perseguire un cammino di sviluppo completo e funzionale oppure accettare compromessi che portano a infrastrutture parziali e inefficaci.

Nel contesto umbro, i finanziamenti per le opere stradali rappresentano un nodo critico. Molti progetti importanti, come riportato nei documenti di Anas, sono ancora in attesa di fondi adeguati, con una lacuna complessiva di circa 2 miliardi di euro. Questa insufficienza di risorse minaccia di trasformare molti progetti da potenziali soluzioni a vere e proprie incompiute, generando strutture che non solo falliscono nel risolvere i problemi esistenti ma possono persino peggiorarli.

Le città: il Nodo di Perugia 

Il Nodo e il Nodino di Perugia rappresentano due interventi infrastrutturali di grande rilevanza nel contesto urbano e regionale dell’Umbria, progettati per migliorare la connettività e ridurre i problemi di traffico che affliggono la zona. Tuttavia, questi progetti si trovano di fronte a ostacoli significativi che ne compromettono l’efficacia e la realizzazione. 

Il Nodino di Perugia è stato concepito come soluzione parziale, rispetto al più grande progetto del Nodo, per alleggerire il traffico sulla E45, una delle arterie principali che attraversa l’Umbria da nord a sud. Nonostante questa intenzione, il progetto non riesce a risolvere in modo efficace i problemi di congestione che portano al capoluogo e ai collegamenti critici verso il Lago Trasimeno, la A1 e la Toscana. Questo limite nella progettazione pone il Nodino come una soluzione ridotta e incompleta, incapace di affrontare le complessità del traffico regionale e interregionale a meno che non venga rivista come prima sezione di un progetto maggiore che andrebbe comunque programmato e calendarizzato oltreché, ovviamente, opportunamente finanziato.

Il costo complessivo previsto per la realizzazione completa del Nodo di Perugia è significativo: la prima fase da Collestrada a Madonna del Piano richiede un investimento di circa 600 milioni di euro, mentre la seconda fase, che si estenderebbe fino a Corciano, potrebbe costare fino a un miliardo di euro. Nonostante la chiara necessità di tali interventi, la mancanza di finanziamenti adeguati ha bloccato la conferenza dei servizi, rendendo il progetto non attuabile nella sua forma attuale. L’incertezza finanziaria mina non solo la fattibilità ma anche la tempistica del progetto. Senza una chiara disponibilità di fondi e un impegno costante da parte delle autorità competenti, il rischio è quello di vedere questi progetti rimanere incompleti, aggravando ulteriormente i problemi di traffico anziché risolverli. Inoltre, il continuo rinvio nell’avvio e completamento delle opere può portare a un aumento dei costi dovuto all’inflazione e alle modifiche nel contesto costruttivo e normativo.

Per superare questi ostacoli, è fondamentale una valutazione approfondita che consideri non solo gli aspetti economici ma anche l’impatto sociale e ambientale del Nodo e del Nodino di Perugia. Una possibile soluzione potrebbe essere la ricerca di finanziamenti europei, destinati specificamente a progetti di sviluppo infrastrutturale sostenibile. Inoltre, potrebbe essere utile considerare una revisione del progetto che includa una più ampia partecipazione della comunità locale e degli stakeholder regionali, per garantire che le soluzioni adottate siano effettivamente in linea con le esigenze del territorio. Questa pratica, ormai fondamentale ai fini della progettazione di qualsivoglia opera strutturale impattante, è finora quasi del tutto mancata e va invece utilizzata come fondamento per poter effettuare correttamente la dovuta programmazione.

Infatti, il Nodo e il Nodino di Perugia sono esempi emblematici di come grandi progetti infrastrutturali possano trasformarsi in sfide complesse quando non supportati da una pianificazione finanziaria e strategica adeguata. Per realizzare pienamente il loro potenziale di miglioramento della mobilità e della qualità della vita in Umbria, è essenziale un approccio integrato che consideri tutti gli aspetti del problema, dalla progettazione alla finanziaria, fino all’implementazione.

..E la variante Sud di Foligno

La realizzazione della Variante Sud di Foligno, progetto chiave per la mobilità regionale oltreché in uno dei settori produttivi di maggior interesse, si trova attualmente in uno stallo critico, condizionato non solo da un deficit finanziario significativo, ma anche da una persistente inerzia politica. Inizialmente parte integrante del progetto Quadrilatero Foligno-Civitanova Marche, l’opera è stata interrotta dopo la decisione legittima del contraente principale, la Val di Chienti, di cessare i lavori, lasciando il progetto incompiuto e con una situazione topografica nettamente mutata rispetto agli inizi.

Nonostante un rinnovato interesse e le modifiche apportate dalle precedenti amministrazioni regionale e l’attuale comunale, che prevedono l’aggiunta di diverse rotatorie, il progetto modificato, privo di uno studio di fattibilità approfondito, rischia di aggravare il traffico anziché risolvere i problemi esistenti. A oggi, i fondi allocati per l’opera ammontano a soli circa 26 milioni di euro, ben al di sotto dei 52 milioni necessari, secondo le stime più ottimistiche, per la sua completa realizzazione.

Il progetto originale prevedeva un collegamento strategico tra la Foligno-Civitanova Marche e la E45, bypassando il centro di Foligno per decongestionarlo. Questa visione, in linea con il Piano Regolatore Generale attuale, prometteva di migliorare sensibilmente la qualità della vita urbana e di stimolare l’economia locale. Tuttavia il piano originale ha subito modifiche e aggiornamenti che non risultano definitivi e senza un piano definitivo, la richiesta di ulteriori finanziamenti al CIPESS rimane bloccata. La situazione richiede dunque un impegno politico deciso per una revisione del progetto, un aggiornamento dei costi previsti e la ricerca di finanziamenti aggiuntivi e, soprattutto, il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse a partire dai cittadini che vedono i luoghi interessati non solo da espropri inattesi ma da un passaggio veicolare diverso da quello inizialmente volto a superare l’area urbana . L’utilizzo di un tracciato strategicamente più interessante, anche grazie al diretto coinvolgimento di comuni limitrofi e all’allontanamento verso un asse periferico già presente nella attuale mappa stradale sarebbe senz’altro auspicabile ma senza un intervento rapido e mirato, la Variante Sud rischia di diventare un’ennesima opera incompiuta, a testimoniare l’incapacità di trasformare le infrastrutture in leveraggi reali per il territorio e i suoi cittadini. È essenziale che le autorità agiscano con determinazione per evitare che i benefici potenziali si trasformino in un ulteriore onere per la comunità di Foligno.

*Guido Perosino, già AD di Quadrilatero Marche Umbria SpA e di Anas International Enterprise SpA – Ex Direttore Associazione PMI dell’Umbria