di Giuseppe Vittori
Foto ©Fabrizio Troccoli
La vittoria di Assisi con l’elezione di Valter Stoppini a sindaco della Città Serafica impone una riflessione sui risultati emersi dalle urne.
Ottima la performance del neo sindaco che ha ottenuto più voti della somma liste, al contrario del competitor Eolo Cicogna che ha preso quasi un punto percentuale in meno dei candidati che lo hanno appoggiato.
Ottimo anche l’esito delle liste civiche, in particolare Assisi Domani e Assisi Civica, che unite nell’alleanza denominata Patto Civico hanno bissato il successo di tre anni e mezzo fa quando si trionfò e si spianò la strada, al primo turno, per il secondo mandato di Stefania Proietti.
Assisi Domani e Assisi Civica contano quasi il 19 per cento (11,32 più 7,52), percentuale di gran lunga superiore al Pd (che non è riuscito ad arrivare al 13 per cento) e alla lista del sindaco che si è attestata a 12.36. Per concludere l’analisi, va ricordato il 6,68 conquistato dal listone che ha visto correre 5Stelle, Sinistra e Rifondazione.
Il quadro uscito dalle urne ci consegna una verità e cioè che a fare la differenza, anche questa volta, è la componente civica. Senza gli uomini e le donne di buona volontà che hanno deciso di scendere in campo a fianco di Valter Stoppini ma senza i simboli dei partiti non si sarebbe mai vinto. Questo è sicuro, provato e confortato dai numeri.
Un altro aspetto su cui soffermarsi è aver interpretato il voto di Assisi, a Perugia ma anche nella città di san Francesco, come un referendum sulla presidente Stefania Proietti, sui suoi 6 mesi di governo alla guida della Regione. Ebbene, il verdetto degli elettori è stato inequivocabile. Il buon governo di Assisi e il primo semestre della Regione sono stati riconosciuti e apprezzati (e votati) dal popolo assisano.
Il mandato da sindaco di Proietti è stato giudicato dagli elettori all’insegna della buona amministrazione e nell’interesse della comunità, pertanto la continuità con il suo braccio destro, non è stato messo in discussione. A nulla sono valsi i tentativi di gettare discredito.
Allargando il campo dell’analisi, va rimarcato che il mondo del civismo è stato determinante nella politica assisana: per il centrosinistra ben tre liste civiche considerata anche quella del candidato a sindaco hanno conquistato oltre il 31 per cento dei voti, lo stesso anche se in misura diversa e con una lista civica in meno è accaduto nel centrodestra dove le due liste civiche hanno raggiunto il 25 per cento.
Di fronte a questo spaccato qualche interrogativo i partiti dovrebbero porselo perché: se non ci fosse stata la presenza del civismo ad Assisi il centrosinistra non avrebbe vinto, del resto notoriamente la città è di estrazione centrodestra e quel “bottino” di consensi che si aggira sul 48 per cento non viene mai scalfito in ogni competizione, che sia locale o nazionale.
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