di Gabriella Mecucci
Sta partendo per il Giappone Giovanni Guidi: è lì che dovrà tenere otto concerti. Questo jazzista trentanovenne – pianista e compositore – è ormai famoso in tutto il mondo: è salito sui palchi dei più importanti festival internazionali, dopo aver suonato con Enrico Rava – un nome, una garanzia di altissima qualità. Nato a Foligno, vive a Rivotorto di Assisi e sta per portare a termine la sua opera più affascinante: sei brani ispirati al Cantico delle Creature.
Giovanni a che punto è? E come le è venuta l’idea di cimentarsi con questo straordinario impegno?
“Il progetto non è ancora concluso, spero di completarlo nel 2025 e di presentarlo ad Assisi. Mi sono trasferito da Foligno ad Rivotorto per amore e abito nei pressi del Sacro Tugurio, dove tutto è cominciato (ndr. si tratta del primo riparo di Francesco e dei suoi fratelli – una casupola bassa e buia dove vivevano appieno il messaggio di rigore e povertà del Vangelo). E’ da lì che la mattina mi capitava spesso di iniziare la mia passeggiata in mezzo agli ulivi fra il canto degli uccelli, il frusciare delle foglie, il fischio del vento. L’idea mi è venuta in quei momenti sentendo quei suoni, guardando quel paesaggio. Ho avvertito una spinta a scrivere una musica che parlasse di San Francesco. D’inverno, quando non c’erano i turisti, andavo in Basilica e mi fermavo per ore a pensare. E quell’dea, mentre meditavo, si rafforzava”.
Si è convertito?
“No, non mi sono convertito, non ho abbracciato la fede, ma sento la forza e il fascino del messaggio cristiano. Ho stretto un rapporto molto intenso con Padre Bernardo Gianni, un benedettino con il quale fa gli esercizi spirituali Papa Francesco e che è l’abate di San Miniato a Firenze. Con lui converso lungamente: un rapporto il nostro di grande importanza per la mia vita, per la mia creatività”.
Medita su San Francesco, frequenta un benedettino, lei alimenta la sua ispirazione alle due più importanti radici culturali dell’Umbria..
“Già, è vero. Sono due giganti. Del resto c’è un rapporto strettissimo fra musica e spiritualità. Tre quarti di tutte le composizioni sono state fatte in nome di Dio o comunque delle divinità. Pensi a Bach, ma anche ai ritmi africani che sono alla radice del jazz. C’è un posto dove avverto un’intenza ispirazione, simile a quella di Assisi, ed è il Sud Africa: anche lì si respira una spiritualità profonda”.
Lei è un uomo di sinistra, vede qualche rapporto fra il francescanesimo e la sinistra?
“Due fra i grandi temi alla base del pensiero e della testimonianza di Francesco sono l’ecologia e la pace. In questo mondo pieno di guerre e di impulsi aggressivi c’è più che mai bisogno di tutto questo. La pace è un’ambizione, una filosofia di vita non solo e non tanto una scelta politica. E poi c’è l’ambiente, il rispetto della natura e Francesco è stato il primo ambientalista. Ecologia e pace sono i due grandi temi dell’enciclica Fratelli tutti. Certo che c’è un rapporto fra tutto questo e la sinistra. Ma il messaggio francescano va ben oltre la politica”.
C’è chi ha criticato Stefania Proietti per aver detto che la sua piattaforma di valori è quella del “Cantico delle Creature”, cosa ne pensa?
“Conosco bene Stefania, è un’amica, e so quanto per lei sia vero. Quanto il francescanesimo ispiri il suo impegno. Non c’è proprio niente di strumentale in quello che ha detto. La sua convinzione è radicata, profonda. Spero che il messaggio di Francesco ispiri anche il centrodestra. E poi – lo ripeto – è così grande che va ben oltre la politica e tutti possono attingervi”