di Gabriella Mecucci
Sull’Umbria aleggia il fattore Bandecchi che potrebbe legare il risultato elettorale ad una sorta di derby fra Perugia e Terni. Ce la farà il rodomontico sindaco a portare al successo Donatella Tesei? E se accadesse, quali sarebbero le conseguenze? Non più tardi di ieri costui ha pronunciato la seguente frase: “I voti non li elemosino di certo, al massimo li compro o li prendo con prepotenza”. Sembra un esplicito sdoganamento di comportamenti illeciti. O, peggio ancora, una rivendicazione. Tesei e il centrodestra hanno fatto finta di nulla, pur di avere i voti di un siffatto personaggio che ha esibito nello stesso intervento anche le predilette e onnipresenti volgarità a sfondo sessuale. Può una signora di buone maniere istituzionali come Paola Agabiti averlo affianco in questa campagna elettorale? Non si sente umiliata? Si rendono conto sia lei che la Presidente di chi hanno arruolato? Non gli basta? E allora aggiungano che è stato chiesto il suo rinvio a giudizio per una massiccia evasione fiscale. E se non fosse ancora sufficiente possono avventurarsi nella lettura di pagine e pagine di insulti, di atteggiamenti violenti, di guasconate, di frasi misogine che hanno costellato gli interventi di Stefano Bandecchi negli ultimi due anni. Perché i fatti più recenti non catalogabili come una sorta di isolato “martedì nero” del sindaco di Terni, rientrano in un contesto di smargiassate. Si può tacere su tutto ciò in nome di una poltrona? La politica può essere ridotta a questo?
Di recente tutti i grandi giornali nazionali scrivono dell’Umbria mettendo in evidenza che il centrodestra sarebbe favorito a Terni, mentre a Perugia l’orientamento elettorale sarebbe diverso. Naturalmente si tratta di riflessioni sui sondaggi che peraltro in questi giorni non possono essere diffusi. Previsioni, solo previsioni che sono fondate soprattutto sui 4-5mila voti che Bandecchi potrebbe portare in dono a Tesei. Gli elettori umbri e in particolare quelli ternani non si sentono gravati di una responsabilità pesante? Spetta a loro decidere se sono accettabili o, peggio ancora condivisibili, i suoi comportamenti. E devono decidere se sia possibile mantenere una sorta di neutralità – tipo io non vado a votare perché nessuno mi convince del tutto – oppure la strumentalità di chi pensa che prima di tutto bisogna vincere, costi quel che costi. Perché deve essere chiaro, se il successo del centrodestra venisse determinato da Bandecchi, nessuno potrà poi negare o a lui o a un suo uomo un ruolo nell’amministrazione regionale. Questa furbata, la pagheremmo tutti. Una città come Terni rischierebbe di perdere la faccia per averla determinata, e il resto dell’Umbria, Perugia in testa, per non averla combattuta con sufficiente vigore. Ma tutti questi sono pensieri neri. Speriamo che il centrodestra condanni fermamente le frasi di Bandecchi e se ne allontani. Che la contesa elettorale riassuma nella sua parte conclusiva una postura civile. Che si vada a votare in massa, ciascuno sulla base degli orientamenti maturati. E poi – come si dice – vinca il migliore. O il meno peggio.