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di Gabriella Mecucci

Raffaello ritorna a casa. L’incoronazione della Vergine sarà al Museo del Capitolo (Isola di San Lorenzo) di Perugia sino al 7 gennaio. Un gran colpo: si tratta di un prestito molto importante e per un lungo periodo, concesso dai Vaticani a chi quel capolavoro l’aveva commissionato e se l’era goduto andando a pregare nella chiesa di Santa Maria Assunta a Monteluce. Erano state infatti le Clarisse del monastero di quel quartiere a chiederlo all’ancor giovane allievo di Perugino, nel 1505. E le monache ebbero la vista lunga: Raffaello infatti non era ancora tanto famoso, ma le religiose, colte e provenienti dalle famiglie perugine più importanti, si erano accorte per tempo del genio di colui che sarà definito “il più grande”. Per la verità riuscirono ad avere l’intera, gigantesca tavola solo venti anni dopo. Quando il dipinto arrivò nella chiesa di Monteluce nel 1525, l’Urbinate era addirittura morto da cinque anni.

La magnifica opera restò a Perugia sino all’arrivo di Napoleone in Italia, che – come era suo costume – la fece sua e se la portò in Francia. Nel 1815 venne recuperata, grazie alla raffinata diplomazia di Canova, dal Vaticano che decise però di tenersela nel suo museo. E Perugia la rivede solo oggi grazie all’intelligente lavoro della Curia, del museo del Capitolo e della società Genesi. E grazie alla gestione aperta e colta dei Vaticani, dovuta alla direttrice Barbara Jatta.

Si tratta di un’opera gigantesca, composta da tre parti. In alto c’è l’incoronazione della Vergine, sotto la sua tomba cosparsa di fiori e in basso la predella.

Le due parti più importanti sono custodite ai Musei Vaticani, restaurate 40 anni fa, escono per la prima volta da casa loro e vengono trasportate altrove. E a chi meglio potevano essere consegnate se non alla città che le aveva tanto volute da aspettare venti anni per averle?

L’intera tavola fu progettata da Raffaello, ma si temeva che la sua mano fosse poco presente nell’esecuzione. Studi recenti, che figureranno nel catalogo della mostra, dimostrano invece che fu lui a dipingere in larga misura l’Incoronazione della Vergine, mentre la parte mediana – quella che raffigura la tomba – sarebbe di Giulio Romano, un sostituto di prim’ordine, e della bottega. La predella invece con le storie della vita della Vergine è di Berto di Giovanni ed è l’unico pezzo rimasto a Perugia, sempre esposto nella Galleria Nazionale dell’Umbria che ha prestato l’opera al museo del Capitolo.

Perché Raffaello impiegò tanto a fare questa magnifica tavola. Accadde che in poco tempo la sua fama esplodesse e “il più grande,” benchè ancora giovane, venisse caricato di commesse. Le povere Clarisse dovettero insistere parecchio per avere il quadro e chiesero a Berto di Giovanni di darsi da fare per accelerare i tempi. Alla fine la loro tenacia venne ripagata. E che dire della pazienza di Perugia, che ne venne privata nel 1797, e che solo ora la riavrà per tre mesi (dal primo ottobre al 7 grennaio)? Tant’è, la città e l’intera regione con le opere di Raffaello hanno un conto aperto, sempre in deficit per loro. In tutta l’Umbria ce n’erano ben dieci: sei a Perugia, quattro a Città di Castello e, dal Seicento, una anche a Foligno. Ma fra Napoleone e i Papi se le presero quasi tutte. Quando Parigi ne restituì qualcuna, finì ai Musei Vaticani. A Perugia è così rimasto solo l’affresco della Cappella San Severo e un’opera esposta in Galleria che, sino ad oggi era ritenuta di scuola, e che di recente  è stata attribuita a Raffaello dalla storica dell’arte Laura Teza. Ma su questo argomento la stessa studiosa sta procedendo negli studi e presto verranno pubblicati alcuni approfondimenti.

Il rientro della tavola dei Vaticani coincide con il Giubileo e con i centenari francescani e s’intreccia così con la religiosità e la spiritualità della regione e  dei tanti eventi previsti per le due occasioni.

La mostra è stata presentata nel corso di una conferenza stampa in cui hanno parlato fra gli altri: l’arcivescovo di Perugia e Città della Pieve Ivan  Maffeis, la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta,  il direttore dei Musei Statali dell’Umbria Costantino D’Orazio, il direttore della Fondazione Perugia Fabrizio Stazi e la storica dell’arte Laura Teza.

L’Incoronazione della Vergine sarà visitabile tutti i giorni al museo de Capitolo dalle ore 10,30 alle 13,30 e dalle 15,30  alle 19. Visite guidare giovedì alle 21, venerdì alle 17 e sabato e domenica alle 111 e alle 17.