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di Giampiero Rasimelli

Da oltre 2 anni Passaggi Magazine ha indicato la possibilità di una vittoria del centrosinistra prima al Comune di Perugia e poi in Umbria, ora è effettivamente successo e si tratta di un fatto politico straordinario, sia per la storia dell’Umbria che per gli equilibri politici del nostro paese. Un percorso compiuto contro ogni previsione in doppio petto, tra mille ostacoli e certamente anche errori, tra tanti, gratuiti anatemi e scetticismi, ma con un robusto filo di coerenza, il rapporto con le esigenze brucianti dei cittadini e con la realtà di una crisi multiforme che ha messo a rischio il destino dell’Umbria e che il centrodestra ha voluto colpevolmente nascondere dichiarando di avere sempre la bacchetta magica o un aiuto dall’alto per risolvere tutti i problemi.
Questo è il senso di quanto è accaduto. Gli umbri che sono andati a votare, pur sfibrati dalla crisi, non hanno nascosto la testa sotto la sabbia, hanno detto “basta, ricominciamo daccapo!” e come succede in democrazia hanno praticato l’alternanza, hanno cambiato l’indirizzo politico del Governo della Regione. Ma attenzione, anche quelli (tanti!) che non sono andati a votare hanno lanciato un messaggio preciso “basta, così non si va da nessuna parte, la politica non ci aiuta !”
Il centrodestra ha peccato di arroganza, in molti casi di scarsa competenza e ha dato un’idea di autosufficienza che già nel 2014/19 fu esiziale per le sorti del precedente centrosinistra. Non hanno imparato niente da quella storia e anzi hanno fatto peggio, perché hanno tradito quella spinta al cambiamento che, a torto o a ragione, si era accumulata e a loro rivolta. Oggi, a urne chiuse e numeri alla mano, è difficile dire che questo giudizio non è oggettivo, che è frutto di strumentali valutazioni di parte.
Era scontato questo risultato? No, non lo era, ma vi erano segnali-guida che non potevano essere sottovalutati e che invece sono stati sottovalutati, appunto, con arroganza e superficialità. Li abbiamo citati più volte. E’ possibile in economia non vedere che il PIL dell’Umbria è quasi fermo da ormai 15 anni? che si produce occupazione solo precaria o sottopagata e che i giovani fuggono dalla nostra regione? Che tra mille e mille chiacchiere le infrastrutture e le opere infrastrutturali di cui abbisogna l’Umbria per il suo sviluppo economico, urbanistico e per la tutela ambientale sono ferme al palo dei progetti del vecchio centrosinistra? Che la sanità è allo stremo e in regressione profonda ? Lunedi sera in un talk show locale (mentre il risultato era ancora in bilico) due giornalisti si chiedevano: ma che vuol dire privatizzazione della sanità? dove sono i numeri? Ma se non ci si accorge che dopo il covid il numero dei cittadini che per tanti impedimenti rinunciano alle cure è diventato intollerabile, che i medici e gli infermieri sono in fuga crescente dagli ospedali, che il saldo tra chi viene a curarsi in Umbria e gli umbri che vanno a curarsi fuori è diventato drammaticamente negativo, che l’insegnamento imperativo della pandemia sul necessario rafforzamento della sanità territoriale è stato completamente disatteso. Se non ci si accorge che tutto questo è stato affrontato con l’idea di supplirvi facendo ricorso alla sanità privata, senza programmazione (in 5 anni e dopo la pandemia non si e’riusciti a fare un piano sanitario regionale!) senza integrazione e adeguati controlli, allora siamo su Marte (forse con Musk!), lontani dalla realtà e non si può mostrare sorpresa se la realtà poi punisce.
Ecco perché il centrosinistra ha vinto e ha ribaltato pronostici frettolosi. C’erano altre importanti indagini demoscopiche che già nella primavera 2023 indicavano chiaramente il malessere dei cittadini umbri e le questioni più importanti per le quali questo si esprimeva, ma nessuno le prese sul serio tranne il centrosinistra. Poi, la campagna elettorale di Vittoria Ferdinandi a Perugia ha fatto emergere e dato forma a questo malessere con una cavalcata memorabile e vincente. E oggi il “Cammino” di Stefania Proietti nei 92 comuni dell’Umbria ha messo il sigillo finale a questo percorso, ridando orgoglio ad un popolo in seria difficoltà e accendendo una speranza alimentata dal Cantico delle Creature (solidarietà e ambiente nella piu’ classica e originaria poetica italiana di Francesco d’Assisi), dalla Costituzione Repubblicana e da tanta chiarezza di analisi e di proponimenti distintivi sulla crisi che vive oggi l’Umbria.
Da qui ripartirà la sfida del centrosinistra, dai programmi sulle cose da fare, dai progetti necessari, da una “Vertenza Umbria” epocale (come fu negli anni 60) da aprire col Governo nazionale, dal riuscire a fare le cose in modo da produrre il cambiamento e l’innovazione. “Passaggi Magazine” ha aperto da tempo il cantiere di discussione su sanità, infrastrutture, turismo, economia e per quanto potremo, cercheremo di dare ancora il nostro contributo con coerenza e senza alcun pregiudizio. Ma la società regionale tutta, dopo questo netto pronunciamento elettorale, si aspetta un Governo forte, competente, coraggioso e una vitalità politica del centrosinistra capace di stimolare le energie e le competenze migliori, insieme ad una partecipazione diffusa in grado di sostenere e superare le tante emergenze che gravano sul presente e sul futuro dell’Umbria. La società regionale si aspetta molto da Stefania Proietti e si aspetta molto dal PD che ha ottenuto un grande successo raggiungendo cifre di consenso ragguardevoli, quasi d’altri tempi. Il PD dovrà gestire con intelligenza e apertura il suo contributo al governo della Regione, alla tenuta e ampliamento della coalizione di centrosinistra, al rapporto col civismo e con le componenti moderate, ancora frantumate o da conquistare alla coalizione, alla partecipazione dei giovani, in primo luogo, e della cittadinanza alle sfide della regione. Dovrà fare cultura e proporre cultura per fare buona politica. E’ importante che il PD abbia catalizzato questo ampio consenso e possa riprogettare se’ stesso per affrontare la stagione decisiva che si apre. La chiamata degli elettori è stata imponente e precisamente rivolta alla forza principale della coalizione per il cambiamento.
Un’ ultima annotazione. Di fronte al profondo cambiamento di classe dirigente prodotto dal centrosinistra che ha portato in questi mesi all’affermazione di personalità importanti come Vittoria Ferdinandi e Stefania Proietti il centrodestra ha proposto una continua e crescente contrapposizione di personalismi e lotte di potere all’ombra della coalizione meloniana di facciata. Poi, alla fine abbiamo assistito anche all’abbraccio col vituperato (un tempo) Bandecchi, col Sindaco di Terni “ammazzatutti”. La spettacolare risposta a questa piccola e un po’ misera strategia è il risultato elettorale della città di Terni, dove Stefania Proietti ha conquistato il più inatteso e straordinario successo di questa tornata elettorale. Terni non ha soltanto condannato il connubio del centrodestra con gli sgradevoli eccessi del Sindaco Bandecchi, ha dato un segnale fondamentale per l’unità dell’Umbria di fronte alla crisi e per le prospettive politiche della regione. Se il centrosinistra saprà interpretare con apertura, concretezza e coerenza questo segnale, se saprà maturare nuove leadership e indicare una strada di rinascita per quella città, avrà compiuto un grande passo verso quella nuova unità dell’Umbria necessaria a vincere la sfida del futuro per la società regionale. Terni ha sofferto e soffre moltissimo la perdita delle tradizionali identità regionali. Ricostruire il futuro dell’Umbria significa ritornare a dialogare profondamente col secondo capoluogo, per costruire insieme nuova fiducia, nuovi progetti, nuove identità per l’Umbria del futuro. Un nuovo regionalismo è possibile e necessario, per l’innovazione, lo sviluppo sostenibile, la partecipazione dei cittadini, il rafforzamento delle istituzioni democratiche. La politica aperta che ha saputo vincere oggi e in questi mesi può vincere ancora se saprà dare prova di sé stessa interpretando le indicazioni dei cittadini.