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Lo stretto legame con San Francesco: muore nel centenario del poverello. Le 6 visite in Umbria. Rinviata la canonizzazione di Acutis 

di Gabriella Mecucci
Foto ©Fabrizio Troccoli

Se n’è andato il Papa che aveva scelto come seconda “patria” Assisi. E’ arrivato più volte e talora inaspettato in Umbria e tantissimi sono stati i suoi gesti che hanno sottolineato il suo legame con l’intera regione. Innanzitutto la scelta del nome: Francesco, perché non venisse mai dimenticato il messaggio del “poverello”, dell’alter Christus che aveva caricato, otto secoli fa, sulle sue spalle il peso della Chiesa per trascinarla fuori dalla crisi. E la forza evocatrice di questa testimonianza è stata sempre presente nel pontificato di Bergoglio. Lo è stata quando ha difeso gli immigrati ovunque e in qualsiasi situazione, così come, da vescovo di Buenos Aires, aveva abbracciato con tenerezza le donne e gli uomini delle favelas. Lo è stata persino in quel gesto estremo di andare per l’ultima volta dai carcerati il giorno del giovedì santo, a poche decine di ore dalla morte, quando già si intuiva che la malattia non gli avrebbe dato scampo. In tutto il suo agire, il “Papa proveniente dalla fine del mondo” ha testimoniato il messaggio francescano, il più prossimo agli umbri. 

ACUTIS, CHE COS’è LA SANTITà NEL TERZO MILLENNIO

Il pontificato di Bergoglio termina simbolicamente nell’ottavo centenario del “Cantico delle Creature”, la preghiera che ringrazia Dio per la natura che ha creato e ha donato all’umanità, e che la impegna ad amarla e a rispettarla. Francesco – l’unico pontefice a scegliere questo nome – ha scritto una splendida enciclica che ha intitolato proprio “Laudato sì”, il primo verso del Cantico. E questo è un secondo straordinario legame con Assisi

Basterebbero questi due esempi per rendere evidente come Bergoglio abbia eletto la città del poverello a sua nuova “patria”. Ma come dimenticare il suo impegno costante – anche sfidando l’impopolarità – a favore della pace? E come non avvertire il legame profondo anche su questo tema con San Francesco e con Assisi che era già stata scelta come capitale della pace anche dai suoi predecessori, dai movimenti nonviolenti e da una parte importante del mondo politico?

LE VISITE IN UMBRIA DI PAPA FRANCESCO

I tre cardini più importanti del pontificato di Bergoglio hanno le loro radici proprio ad Assisi e in questa città il Papa è venuto ben 5 volte e ben 7 complessivamente in Umbria. Avrebbe voluto essere presente alla canonizzazione di Carlo Acutis e qualcuno ancora sperava di vederlo sulla tomba del santo ragazzino, di cui è stata rinviata la canonizzazione a seguito della morte di Francesco. 

L’intera regione non dimentica le  visite del Pontefice. La prima è stata quella de 4 ottobre 2013, quando partecipò alla Giornata mondiale della pace nell’anniversario della morte del “poverello”. Allora, un Bergoglio energico e sorridente, visitò il “Serafico”, pranzò coi poveri assistiti dalla Caritas, fece tappa sui luoghi francescani e incontrò giovani e clero. Tre anni dopo arrivò, nel 2016, per celebrare la festa del Perdono e in quell’occasione pregò alla Porziuncola. In ottobre poi tornò per visitare le zone colpite dal terribile terremoto che investì il Centro Italia e raggiunse non senza difficoltà la Norcia di San Benedetto. L’11 gennaio del 2019 le clarisse di clausura di Spello aprirono il loro portone e si trovarono a sorpresa faccia a faccia con Bergoglio che era venuto a salutarle e a benedirle. E infine ben tre altre presenze ad Assisi: il 20 ottobre del 2020 per firmare l’enciclica “Fratelli tutti”, il 12 novembre 2021 per la Giornata mondiale dei poveri e infine, il 24 settembre del 2022,  in occasione dell’evento “Economy of Francesco”.

IL RICORDO DEGLI UMBRI

Sono tante e commosse le dichiarazioni dei prelati, dei rappresentati delle istituzioni, dei politici umbri di destra e di sinistra. Il presidente della conferenza episcopale regionale, Renato Boccardo ha detto: “Ci sentiamo orfani, la sua partenza ci ferisce e ci lascia soli. Da lui impariamo ad essere discepoli fedeli”. L’arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, Ivan De Maffeis ha insistito su “la sua vicinanza ai poveri” e sul suo impegno per una “una Chiesa che sapesse andare incontro ad ogni persona con la disponibilità ad accogliere sofferenze e attese, e a donare la speranza cristiana”. La presidente della Regione e già sindaca di Assisi, Stefania Proietti ha incontrato più volte Papa Francesco e lo ricorda con una commossa dichiarazione: “Era un amico di Assisi, del nostro Santo. Mi legava a lui un sentimento di valori e di fede. Ho voluto chiamare uno dei miei figli col suo nome. E’ stato un grande Pontefice, lascia un vuoto immenso, incolmabile. E’ stato un punto di riferimento per tutta l’umanità”