di Gabriella Mecucci
Fra una manciata di giorni riprenderà a pieno ritmo la vita politica. La pausa estiva in Umbria è stata per la verità quasi inesistente. La giunta regionale ha fatto delibere anche in pieno agosto e Stefania Proietti non ha lesinato presenze e interventi. D’altro canto anche l’opposizione non ha smesso mai di avanzare le proprie critiche. Non sembra ancora possibile però fare un bilancio vero e proprio dei primi 8-9 mesi di governo del centrosinistra, ma è già tempo di esprimere alcune, anche se ancora sommarie valutazioni.
Lo ha già fatto, sul Corriere dell’Umbria, l’ex sindaco di Orvieto Franco Barbabella, oggi coordinatore di un pezzo del variegato mondo civico regionale. Il suo giudizio sulla giunta Proietti è impietoso: “Credevo che piovesse…” è il titolo del suo articolo.
La bocciatura è evidente ed eccessiva, il che non vuol dire che tutto vada bene. Anzi, c’è di che lamentarsi. Si sente il bisogno di un approccio più partecipato, di uno sviluppo del discorso pubblico, di un tasso di riformismo e di competenza superiori. La barca, che era finita nelle secche con Donatella Tesei, ancora non va. E gli ultimi mesi dell’anno saranno decisivi per arrivare a giudizi più argomentati. Ma passiamo ai fatti.
Prima di tutto c’è stata la manovra fiscale e questa rivista ha già espresso alcune critiche sulle modalità con cui è stata fatta e sui suoi contenuti. In realtà le decisioni sono state affrettate e confuse. L’aumento delle tasse poi peserà tutto intero su una fascia ristretta di cittadini. La manovra infine non riguarda solo la sanità, ma è estesa a molte materie senza una chiara indicazione di priorità e di obiettivi concreti. L’opposizione ha protestato in modo scomposto negando che ci fosse il “buco” di bilancio. In realtà c’era, anche se inferiore agli iniziali calcoli della Regione, e la sua esistenza, pari a 34 milioni di euro, è stata certificata nientemeno che dal Ministero di Giancarlo Giorgetti, leghista come Tesei.
Dopo il fisco è arrivato lo scivolone dell’assessore Francesco De Rebotti, convertitosi, appena entrato in giunta, al Progetto Stazione Medio-Etruria di Creti. Posizione che ha dovuto rapidamente correggere e che oggi, alla luce delle scelte del Presidente della Toscana Eugenio Giani, è diventata per fortuna insostenibile. L’opposizione – Enrico Melasecche in testa – voleva Creti e l’ha difesa strenuamente. Quanto ai trasporti, l’Umbria i suoi nemici ce li ha a Roma: sono le Ferrovie dello Stato e l’inerzia di Matteo Salvini a colpire gli interessi regionali.
Poi ci sarebbe il tema dei rifiuti con le decisioni sicuramente importanti prese recentemente dall’assessore pentastellato, Thomas De Luca. Difficile darne una valutazione compiuta, ma è certo però che la sua delibera non ha avuto l’adeguato percorso partecipativo che una questione di tale portata meriterebbe. Ha incassato infine più di una critica di alcuni important competenti.
Sin qui la pars destruens, ma la Regione ha fatto anche alcune cose positive. Ha deciso innanzitutto di percorrere la strada dell’accordo con la Toscana. E questo ha consentito all’Umbria di incassare il risultato positivo sul Trasimeno e sulle acque di Montedoglio. Un’intesa questa frutto della “buona politica” come ha scritto il supertecnico Diego Zurli proprio su questa rivista. Un accordo che ha aperto la strada ad un quadro di intese più ampio anche con altre Regioni del Centro Italia. Un modo di procedere che potrebbe portare a ulteriori risultati concreti e non solo alle chiacchiere del passato. Quanto a De Rebotti, dopo l’iniziale scivolone su Creti, ha aperto finalmente una vertenza con Roma sulle scelte delle Ferrovie dello Stato che da lungo tempo penalizzano l’Umbria.
E ha giustamente chiamato in causa Governo nazionale e Parlamento. Tutto questo è positivo, così come lo è stata la cancellazione da parte di Proietti dello sciagurato provvedimento, targato Tesei, che consentiva a motori e motorette varie di ridurre la campagna e le colline umbre alla stregua di una pista da motocross. Infine, la Regione ha accompagnato in questi mesi in modo fattivo il flusso del turismo giubilare, utilizzando le risorse disponibili revendicate con successo nei confronti del Governo, e contribuendo, insieme alla stagione dei grandi eventi, ad un risultato ampiamente positivo del turismo in Umbria.
Ma il capitolo più importante è quello della sanità. Qui per giudicare la Giunta Proietti bisiognerà ancora attendere. Ha infatti meritoriamente aperto il dibattito per preparare un nuovo piano sanitario regionale, scelta importante che Tesei si era ben guardata dal fare. Vedremo ora quali saranno i contenuti. Sarà decisivo poi verificare se e quando verranno realizzate le 711 assunzioni che Proietti ha promesso. Da queste due cose dipenderà non poco il primo giudizio sul suo governo.
Quanto alle liste d’attesa, il loro abbattimento passa attraverso un lavoro lungo, come Passaggi Magazine ha scritto più volte (l’argomento è stato trattato anche da un apposito quaderno dal titolo “Curare la sanità”). E’ vero che la campagna elettorale del centrosinistra aveva fatto sperare che la questione sarebbe stata risolta in tempi più brevi, ma per quanto ci riguarda avevamo avuto sempre ben chiare le difficoltà da affrontare per arrivare anche solo ad una parziale soluzione: ci vorrà una riorganizzazione e innovazione profonda del sistema sanitario. Infine, ma non da ultimo, c’è il tema dello scontro con Bandecchi che vuol cancellare l’ospedale di Narni-Amelia e straparla su quello di Terni mettendo al centro la clinica-stadio, segnata da un evidente conflitto di interessi.
Per il momento Proietti ha tenuto una posizione corretta, ma adesso si deve passare dalle parole ai fatti. Quanto all’opposizione, ha scelto la via sciagurata di allearsi alla Provincia con Bandecchi. Un percorso che non porterà a nulla di buono.
Come si vede, la Giunta Proietti può e deve essere criticata in più punti, ma non merita una secca bocciatura visto che ha saputo fare più di una cosa giusta. Diciamo che per il momento raggiunge a stento la sufficienza, ma che va tenuta sotto osservazione. La ripresa di settembre sarà di grande importanza. Proprio per questo le forze politiche di maggioranza dovrebbero decidere a muoversi, a dire ciò che non va, a sollecitare con le loro proposte gli amministratori. Che dicono i riformisti della lista Umbria Domani?
E i tanti e variegati civici, che non sono entrati nell’assemblea regionale perchè divisi in tre o quattro liste ma che hanno preso parecchi voti, si chiamano fuori o tornano a fare politica? E il Pd spera di cavarsela tacendo o partecipa al dibattito? Anche a tutti loro vanno chieste risposte perchè, a partire da settembre, c’è bisogno di una iniezione di competenza, di partecipazione e di riformismo.
E infine sarebbe un bene che migliorasse anche la qualità dell’opposizione che è sempre molto importante in democrazia. Giusto naturalmente da parte sua anche alzare la voce – questo è il suo mestiere – ma la denuncia andrebbe accompagnata con analisi un po’ più obiettive che siano alla base di proposte precise e articolate. Anche il centrodestra, oltrechè la Giunta Proietti, il Pd e i civici vari, è sotto osservazione. Hanno responsabilità diverse ma per tutti loro gli esami non finiscono mai.