di Maurizio Tarantino
I giovani probabilmente non lo sanno, e molti di noi anziani o non lo ricordano o lo hanno rimosso, ma c’era un tempo in cui iniziò a circolare e ad aver credito negli ambienti di sinistra, la leggenda che Lucio Battisti fosse fascista. Era una leggenda fondata su dicerie e fantasticherie varie, smentite più volte nel corso degli anni, e con buoni argomenti.
Una delle ultime e più decisive smentite è in Balla coi libri. 50 anni di controcultura fra passato e presente, un libro pubblicato nel 2023 da Marcello Baraghini, fondatore e animatore della casa editrice Stampa Alternativa. Baraghini, uno dei tanti sessantottini e gruppettari che si erano avvicinati a Pannella, si era candidato alle elezioni del 1992 con i radicali, e scrisse a Battisti, di cui era amico (e già quest’amicizia, da sola, è una smentita della leggenda), per chiedergli il voto.
La risposta di Battisti è tutta da leggere, e gli si possono attribuire tante etichette, ma certo non quella di fascista. Parla di «sclerotici equilibri generali del sistema politico», di «ammuffito dibattito interpartitico», di «interesse lobbistico o mafioso», di «mummifico schieramento referendario», di «far tacere Cossiga» e «sferzare la letargica sinistra italiana». E aggiunge in un post scriptum: «Maledetto rompicoglioni, avevo deciso di non andare a votare! Sono stato costretto a ragionare per scriverti questa lettera (e ragionare, di questi tempi, è pericoloso). Per non sentirmi un verme sono costretto a partecipare a queste fottutissime elezioni e darti il mio fottutissimo voto».
Ma le leggende sono dure a morire, e qualche mese fa, sui social (è lì ormai che le leggende circolano), si è assistito a un curioso ribaltamento. La sinistra ha ostracizzato Battisti perché era fascista? Bene! Ce lo prendiamo noi di destra, che siamo un po’ a corto di idoli. Tutto parte da una foto di Battisti che fa il saluto romano, pubblicata su un profilo facebook leghista a sostegno di Vannacci. La foto riceve decine di migliaia di like, condivisioni e commenti entusiasti. È una foto vera, non un fotomontaggio o un’immagine creata con l’intelligenza artificiale. Peccato che quello non è Battisti, ma, come scoperto dai ragazzi di “Facta”, una rivista “antibufale”, un sosia, scritturato da una rock band per fare un video (da cui è tratto il fotogramma) che ironizza proprio sul mito di Battisti fascista.
Dunque, Battisti non era certamente fascista; e Mogol come la pensava? Qui la cosa si fa più complicata, per due ragioni. La prima è che siamo nel campo dell’esegesi di un testo letterario, che non è cosa da tutti; e lo provano le ridicole letture “leggendarie” del «mare nero» o dei «boschi di braccia tese». La seconda è che quei testi non siamo abituati a leggerli, ma ad ascoltarli, come fossero (e in parte sono) un tutt’uno con la formidabile musica di Battisti.
Così è nata l’idea di questo giochino estivo che vi propongo. Ho scelto dodici celebri canzoni di Battisti/Mogol, e ho analizzato la storia di vita quotidiana che raccontano, condensandola in poche righe (un po’ tendenziose). Gli esperti battistiani e battistologi consultati, leggendo i riassuntini, ne hanno riconosciute al massimo due o tre. Vediamo chi sa fare di meglio. Le soluzioni, come nella Settimana enigmistica, sono in fondo alla pagina; i testi, per chi volesse fare una controanalisi, li trovate facilmente sul web.
- Lui è fidanzato con una commessa di supermercato. Un giorno va a fare la spesa e lei non c’è; il direttore gli dice che forse è malata. Il giorno dopo lei è alla cassa e lui le chiede come mai ieri non c’era. Lei gli risponde di essere rimasta a letto per aver mangiato troppa frutta. Così a lui vengono in mente le banane che ha comprato il giorno prima (e che forse piacciono anche a lei), e si convince che era a letto sì, ma con qualcuno, e la lascia.
- Lui, felicemente sposato, passeggia all’alba e ripensa all’amplesso con una russa durante una vacanza sessuale. Ricorda che lei si era innamorata e credeva che lui l’avrebbe portata in Italia. E invece niente; lui e i suoi amici la mollano sull’autostrada come un cane e lei li insegue inutilmente. Ma il pensiero dura un attimo; gli basta tornare con la mente alla moglie per dimenticare lo spiacevole episodio.
- La moglie è fuori città e lui aspetta un’altra. Cena raffinata, camino, musica, champagne…ma la moglie torna inaspettata. Mentre cerca di giustificare tutto quell’allestimento bussano alla porta, e lui tenta la mossa della disperazione: raptus erotico e aspettare che l’amante dietro la porta se ne vada.
- Lui ripensa alla sua ex e a quando ha capito che lei lo avrebbe lasciato. Accade tutto mentre i due ballavano un lento: lei vede alle sue spalle un tipo, probabilmente un amico di lui, e vuole sapere chi sia. Ma, prima che lui le risponda, lei sorride al tipo e lui capisce che è finita.
- Lui scopre che la sua ragazza è un po’ troppo “generosa” e vorrebbe affibbiarla a un suo amico, ma poi ci ripensa per non fargli del male (all’amico).
- Lui è stato lasciato e vive nel ricordo di lei. Poi trova una che forse può fargliela dimenticare ma è indeciso, perché capisce che con questa non proverà mai le emozioni forti che l’altra gli dava.
- Lui incontra lei, che da adolescente faceva la ritrosa. Ora è una donna “vissuta” e a lui non piace più.
- Lei dorme e lui le sta scrivendo una lettera d’addio. Gli dispiace un po’, ma la voglia di fuggire è troppo forte.
- Lui vorrebbe vivere avventurosamente e cerca di convincere lei, che però è una donna saggia e prudente e non ne vuole sapere.
- Lui si innamora di lei, convinto che abbia una bellezza e un’intelligenza interiore, ma poi la scopre frivola e un po’ scema.
- Lei di giorno parla d’amore, ma la sera niente da fare; e lui la lascia.
- Lui viene lasciato da lei, sposata e con figli, e fa il superiore.
- Supermarket
- La luce dell’est
- Innocenti evasioni
- Mi ritorni in mente
- Per una lira
- Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi
- La canzone del sole
- Il vento
- La collina dei ciliegi
- Una
- Dolce di giorno
- Prendila così