di Giuseppe Vittori
Su una cosa il segretario regionale della Lega, Augusto Riccardo Marchetti, e quello del PD, Tommaso Bori, sono assolutamente d’accordo: Donatella Tesei è la migliore candidata possibile per le prossime elezioni regionali. Il primo perché in Umbria non ha più altro cui aggrapparsi, essendo ormai la Lega in questa regione scomparsa…dopo la clamorosa esclusione dal Consiglio comunale di Terni, dove avevano espresso addirittura il Sindaco, questa volta sono rimasti esclusi anche da quello di Perugia, avendo racimolato qui appena il 3,7 per cento. Sono ormai lontani i tempi della Lega “asso pigliatutto”, e le percentuali oltre il 30 per cento. E dunque Marchetti e la Lega difendono e difenderanno fino alla morte la riconferma di Donatella Tesei. Così, sull’altro versante della politica regionale, Tommaso Bori del PD, ancora raggiante per la storica vittoria a Perugia, si sfrega le mani, felicissimo di avere la Tesei candidata, alla quale contrapporre, per fare un nome da molti dato ormai per scontato, Stefania Proietti, la sindaca di Assisi, replicando così lo schema che l’ha portato a strappare Perugia alla destra: coalizione larghissima e candidata dal profilo civico, molto nota e molto trasversale. Insomma, per la destra un bell’osso duro.
Una destra costretta a riconfermare quale candidata presidente Donatella Tesei. Non è un mistero che, ad eccezione di quel che resta della Lega in Umbria, tutti gli altri sono intimamente convinti che ricandidare Tesei è rischiosissimo. Il problema per loro è che non hanno scelta. Come detto, Marchetti, e con lui Matteo Salvini, non possono rinunciare ad avere una loro candidata e la sua sostituzione suonerebbe come una definitiva resa. Tant’è che ben tre volte Salvini ha affermato che in Umbria la Tesei non si tocca.
Fratelli d’Italia, dopo il disastro di Terni e la cocente sconfitta di Perugia, dove avevano voluto imporre a tutti i costi i loro candidati, non possono permettersi di rivendicare un loro nome, rischiando oltretutto un “triplete” al contrario. Però da FdI non è mai arrivata una chiara adesione alla tesi di Marchetti e della Lega. Anzi, il presidente dell’Assemblea regionale e neo eurodeputato, Marco Squarta, proprio di recente a precisa domanda ha risposto con un evasivo e laconico “decide Roma”. Si ha quindi tutta l’impressione che nessuno abbia la forza, e la volontà, di dire “apertis verbis” ciò che affermano in privato: con Tesei perdiamo le elezioni!
Forza Italia, sapendo che ormai la carta “Romizi” (sulla quale, sottovoce, anche Fratelli d’Italia ha sempre nutrito una qualche speranza, pur di liberarsi di Tesei, mai amata) non è più spendibile dopo il mezzo flop alle comunali perugine della Lista Romizi-Forza Italia, fa buon viso a cattivo gioco, e pur non convinta si adegua.
Ma quale è il “problema Tesei”? Innanzitutto è espressione di un partito che non c’è! Non ha più il traino del “capitone” e la sua presidenza è stata alquanto grigia. Al di là di ciò che raccontano i media amici, che esaltano in maniera sistematica i presunti “successi” della governatrice (in alcuni casi in modo davvero imbarazzante!), la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica è delusa. Soprattutto per la gestione della sanità regionale, precipitata in questi cinque anni dai vertici delle classifiche nazionali, agli ultimi posti. Una sanità pubblica non più in grado di garantire una adeguata qualità delle prestazioni sanitarie di base ed ospedaliere, con liste d’attesa che nemmeno i ripetuti “piani straordinari” sono riusciti ad abbattere. E la sanità regionale è di competenza esclusiva della Regione e dunque l’intera responsabilità della sua qualità, o della sua inefficienza, non possono che ricadere su chi la Regione governa. Dunque, una immagine compromessa dai deludenti risultati in quella che è la materia principe per una regione, basti pensare che la sanità occupa oltre l’85 per cento del bilancio regionale. Ed a poco servirebbe, per invertire in campagna elettorale l’inesorabile declino della sua immagine, rivendicare altri positivi risultati che peraltro sono tutti da dimostrare. Come la crescita del PIL, il boom del turismo, i passeggeri dell’aeroporto. Intestarsi dati e risultati, che sono collegati a congiunture o cicli economici e sui quali le politiche regionali hanno una influenza molto modesta, è assai rischioso. Perché si tratta appunto di cicli che hanno varie fasi, da quella crescente a quella decrescente (Schumpeter docet!). Cosa che sta avvenendo per il PIL – lo dice Banca d’Italia che per l’Umbria nel 2023 prevede un più 0,5, una crescita che sarà circa la metà della media nazionale, attestata allo 0,9 per cento; il boom del turismo (un aumento c’è stato) si sta attenuando e nel 2024 calano anche i passeggeri dell’aeroporto, nonostante l’aumento dei voli. E ci mancano tanto i quotidiani comunicati dell’amministratore dell’aeroporto di Perugia, e relativi articoli compiacenti, sui record che giorno dopo giorno si macinavano a Sant’Egidio. Peccato, ci avrebbe spiegato come mai a maggio 2024 l’aeroporto chiude con un -5 per cento! E non vanno meglio i primi cinque mesi dell’ anno. Quindi, attenzione a mettere sempre il cappello su tutto.
Se a tutto ciò aggiungiamo gli effetti sull’Umbria dell’“autonomia differenziata” che comporterà per la nostra regione, come per quelle del sud, un prezzo salatissimo in termini di servizi e prestazioni, e sulla quale proprio la presidente Tesei non ha mai fatto venire meno il suo consenso, accettando acriticamente la sua impostazione tutta “nordista”, si comprende meglio quanto questa consiliatura rischia di contribuire a determinare per la regione un pericoloso declino economico e sociale. Altro che la rinascita economica sbandierata ai sette venti.
Quella di Donatella Tesei risulta quindi una immagine ormai compromessa, poco spendibile e poco attrattiva da un punto di vista elettorale. Fatto questo che trova una certa conferma anche nell’ultimo sondaggio sul “gradimento” dei governatori italiani effettuato da SWG lo scorso mese di maggio. Il livello di fiducia e gradimento della presidente Tesei è precipitato al 32 per cento relegandola al quart’ultimo posto della classifica, che vede in testa Luca Zaia con il 69 per cento. E presto potrebbe esserci l’uscita annuale di “Governance poll” del Sole 24 Ore, vedremo cosa riserverà per Donatella Tesei! Certo sono sondaggi, ma talvolta sono indicativi.