di Giampiero Rasimelli
Allora Bino (Benedetto Rizzuto dg della Sir), la Sir vince quest’anno la Champions di pallavolo ? E’ l’anno buono ?
Intanto siamo tra le prime 4 squadre d’Europa, avendo conquistato l’accesso alle final four di Champions e con questo risultato saremo anche al prossimo mondiale per club. Andremo a Lodz (sede delle finals) sereni e determinati a giocarci le nostre carte con i turchi di Ankara e se dovessimo passare il primo step affronteremo a casa loro una squadra polacca in finale. Ci vorrebbe un’impresa sensazionale e noi siamo pronti alla sfida perché per la Sir sarebbe un grandissimo traguardo, siamo già tra le migliori squadre al mondo, ma la Champions manca ancora tra i nostri trofei e la società, i giocatori, l’allenatore , la città, la vogliono moltissimo. Prima o poi ci arriveremo, quest’anno sarebbe ottimo. Sarà durissima, lo sai che la pallavolo in Polonia è come il calcio da noi ? Sarà questione di clima, di tradizione, di cultura, ma lì c’è un grande campionato, grandi palazzetti da 10/15000 posti, sempre gremiti, un gran tifo e grandi investimenti pubblici e privati. Vincere a Lodz sarebbe bellissimo !! Ma attenzione, non dimentichiamo il campionato italiano, che tutti dicono essere il più bello del mondo e nel quale quest’anno difendiamo il titolo conquistato nell’ultima stagione. Siamo alle semifinali e dovremo affrontare un duro scontro con Civitanova, una rivalità la nostra che ha cambiato, insieme a Trento, la geografia della pallavolo italiana. Se dovessimo passare, confermarci nella finale e magari vincerla, sarebbe qualcosa di straordinario, l’approdo di un meraviglioso percorso di Perugia animato e guidato dal Presidente Gino Sirci. Siamo motivatissimi per questo fine stagione, giocatori, allenatore, staff, tifosi e sopra a tutti, appunto, il nostro Presidente. Non abbiamo paura di nessuno, solo degli infortuni, che quest’anno sono stati numerosi (Solè, Plotnitsky, Russo …), ma che sinora siamo riusciti a gestire e in parte ad assorbire.
Esordisce così nella nostra intervista Benedetto Rizzuto, detto “Bino”, un mite palermitano classe 1959 arrivato a Perugia per studiare veterinaria e poi cresciuto nel volley umbro da giocatore, da tecnico e infine da manager sportivo tra i più apprezzati. Prima nella gloriosa Sirio Volley femminile (squadra perugina leggendaria che ha vinto 3 Champions e dove Bino ha vinto una Coppa Italia nel ‘99 e nel 2000 l’ultima edizione della Coppa delle Coppe), poi con la Pet e con la RPA che hanno portato il volley Perugia in serie A, infine con la Sir, dal primo momento, vero braccio destro di Gino Sirci.
Bino, qual è la chiave di volta che ha permesso negli anni il grande successo della Sir?
I fattori fondamentali sono due, da cui il resto discende. Il primo si chiama Gino Sirci è lui l’anima e il motore dell’avventura Sir, il suo entusiasmo, la sua passione straripante, la capacità di coinvolgimento di tanti. Una forza non disgiunta da saggezza nella gestione e nelle scelte, ma che nelle difficoltà come nei successi ha sempre saputo rilanciare più avanti i nostri sforzi coinvolgendo costantemente tante energie. Per questo Gino Sirci è il principale fattore di questa storia e il garante del suo futuro. Quando ho conosciuto Sirci, nel 2010/11, aveva appena perso con la sua squadra l’accesso al campionato di A2. Gli dissi che sapevo che la squadra di Crema aveva difficoltà ad iscriversi al campionato e che sarebbe stato possibile tentare il subentro. Detto fatto, Il Presidente si lanciò senza indugio e la Sir si ritrovò in A2 dove comincio’ la cavalcata che in pochi anni l’ha portata ai vertici della pallavolo italiana. Questo è Sirci! Il secondo fattore è che appena abbiamo cominciato il percorso abbiamo costruito una società forte e professionale che è la condizione per qualsiasi grande successo sportivo. Oggi abbiamo 160 sponsor, che rappresentano il meglio dell’imprenditoria perugina ed umbra, costantemente coinvolti nell’attività societaria, che danno stabilità e radicamento alla Sir e che sono alimentati dai risultati e dalla passione del Presidente. Abbiamo raggiunto, per distacco, il record italiano delle presenze al palazzetto. Abbiamo una tifoseria leggendaria, ogni partita al palazzetto è un grande spettacolo di pubblico. I Sirmaniaci sono una tifoseria che tutti ci invidiano e che oggi ha costruito gruppi in tante parti d’ Italia, al Nord come al Sud e anche nel mondo in tanti paesi. Nell’ultima partita al palazzetto, seguendo il fenomeno Ishikawa (lo schiacciatore nipponico della Sir) c’erano oltre 200 giapponesi. La storia dei Sirmaniaci è significativa, pensa, nasce a San Giustino, nell’Alto Tevere, all’inizio del nostro percorso. Quando finì l’avventura del volley a San Giustino molti tifosi volevano continuare a seguire e a vedere la pallavolo di alto livello e ci chiesero un aiuto. Noi li incontrammo, garantimmo aiuto per un autobus e loro venendo a Perugia si misero in contatto col gruppo dei tifosi perugini, così nacquero i Sirmaniaci. A tutto questo si aggiungono le funzioni sportive, quelle medico sportive, la comunicazione, le relazioni istituzionali, le biglietterie e così via … non si fa una cosa come la Sir senza una società forte, molto professionale e attenta a tutte le opportunità e innovazioni.
Da Direttore Generale ti sei occupato dei rapporti con le istituzioni come è andata in questi anni ? Il tema del Palazzetto è stato centrale.
C’è voluto un tempo lungo e tanto lavoro per arrivare alla realtà odierna. L’impianto era nato con altre finalità e l’esplosione del fenomeno Sir ha cambiato completamente la situazione. C’è voluto del tempo per far capire che il palazzetto poteva essere una grande opportunità per la Sir e per la città di Perugia. La crescita e la costanza dei risultati sportivi alla fine ha conquistato la consapevolezza di tutti e così si è arrivati al completamento del palazzetto in tutte le sue parti. Oggi il Pala Barton Energy è una realta’ di 5000 posti che non a caso conquista, per distacco, il primato delle presenze al palazzetto per il volley e diventa attrattiva per eventi sportivi di livello nazionale e internazionale. Raggiunta e condivisa la consapevolezza di tutto questo, abbiamo lavorato bene e in tempi ragionevoli col Comune di Perugia e la Regione Umbria. I rapporti sono molto buoni.
Spostiamo adesso l’attenzione sulla squadra. Come è stata costruita nel tempo, come si è sviluppato il progetto sportivo ?
Innanzitutto voglio sottolineare la costanza di rendimento. Questa è una squadra che in meno di 15 anni ha conquistato 14 trofei … e la stagione corrente non è ancora finita, come abbiamo detto prima. Certo, ci sono stati, come è sempre per tutto, alti e bassi, ma la continuità di rendimento è stata una caratteristica saliente e decisiva per il nostro sviluppo. Io individuo 3 fasi di questa nostra storia. La prima è quella legata ai nomi di Atanasievic, il ragazzino prelevato a Novi Sad e poi diventato idolo della tifoseria perugina, e dell’altro serbo Podrascanin, già esperto e vincente nel campionato italiano. In quella prima fase nella quale si aggiunse più tardi Zaytsev, arrivammo al vertice della Superlega volley. La seconda fase è legata alla figura di Wilfredo Leon. Quando la Sir acquista il più forte giocatore al mondo (e qui ancora c’è tutta la capacità di Sirci di stupire) si colloca nell’èlite internazionale più ristretta della pallavolo conferendo alla squadra un rango all’inizio semplicemente impensabile. E’ una storia bella, perché Wifredo ha vissuto momenti esaltanti e stagioni difficili a Perugia, poi nell’ultimo anno è riuscito a regalare in modo insperato la vittoria del campionato, è stato un addio bellissimo. Ora siamo in una terza fase, con una squadra più fluida e duttile, incentrata sulla regia di Giannelli, il miglior giocatore italiano che ha vinto tutto, che è la colonna della nostra nazionale, che ha ricevuto riconoscimenti di livello mondiale. Una squadra nella quale è cresciuta ed esplosa la stella dell’ ukraino Plotnytskyi, in cui sono arrivati il campione del mondo polacco Semeniuk , l’idolo giapponese Ishikawa, il tunisino-polacco Ben Tara, in cui brilla il fortissimo centrale siciliano Russo e la coppia di centrali argentini Solè e Loser, esperienza e gioventù e dove, infine, si compie l’incredibile carriera del libero Colaci, 40 anni e ancora energia ed efficienza da vendere, un faro per la nostra Sir, anche in futuro. Cominciando il dopo Leon la squadra ha conquistato 4 trofei ed è stata messa nelle mani di Angelo Lorenzetti, allenatore vincente e subito vincente a Perugia che rappresenta un vero valore aggiunto per la Sir di oggi e domani. Senza una società forte e un progetto forte alle spalle, una programmazione attenta e continua questi risultati e questa qualità non possono venire da soli.
Con i cugini del Perugia Calcio avete rapporti ? Sono una realtà sportiva con grande storia e molte difficoltà, a poche decine di metri dal Pala Barton Energy
Guarda, tra le squadre ci sono buone relazioni. Molti nostri giocatori vanno spesso a vedere le partite del Grifo e molti giocatori del Perugia vengono al palazzetto ad assistere alle partite della Sir. So che ci sono state serie difficoltà societarie, c’è una proprietà nuova, argentina, che sta facendo anche cose importanti nel settore giovanile e nell’impiantistica, insieme al Comune di Perugia. Le cose del Perugia Calcio mi paiono ancora in divenire, non stabilizzate, c’è stata anche una difficoltà di risultati sportivi che ha preoccupato e che ora pare in netto miglioramento. Una cosa è certa, se non si stabilizza la categoria è difficile capire il progetto sportivo, e per il suo rilancio, in un mondo come il calcio e per una città come Perugia, bisogna puntare decisamente alla serie B, che cambia di molto i parametri della gestione sportiva. Ma nei fatti non abbiamo rapporti con la nuova società, pur avendo due importanti argentini in squadra e quindi molta curiosità per gli sviluppi del Perugia Calcio, al momento, non abbiamo nessun rapporto. Certo, noi siamo interessatissimi allo sviluppo dell’impiantistica sportiva a Pian di Massiano, che è casa anche nostra, e quindi capiterà che prima o poi ci troveremo a parlare di cose comuni.
Ho conosciuto Bino anni fa perché i nostri 2 figli più piccoli frequentavano la stessa scuola elementare a Perugia. E’ un uomo gentile e da ogni sua parola emana un senso di saggezza sportiva che testimonia la solidità del personaggio. A un certo punto del nostro incontro mi ha detto “non so se si potrebbe immaginare una Sir senza Gino Sirci, ma stai tranquillo, lui è tutto proiettato con la sua passione verso il futuro”. E’ anche vero, però, che senza professionalità solide come Bino e vorrei ricordare anche Goran Vujevic per il settore sportivo, non ci sarebbe la Sir che conosciamo. Un miracolo a Perugia.