di Fabio Duca
Sabato 7 giugno 2025 è stata senza dubbio una giornata storica per il Trasimeno: firmato a Castiglione del lago l’accordo di programma tra Umbria e Toscana per il trasferimento di parte delle acque contenute nell’invaso artificiale di Montedoglio al lago naturale del Trasimeno. Documento sottoscritto fra i due Presidenti di Regione (Eugenio Giani e Stefania Proietti) a Castiglione del Lago davanti al commissario straordinario Nicola Dell’Acqua, al segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Marco Casini, alla segretaria generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, Gaia Checcucci, all’Assessora al Lago Trasimeno Simona Meloni, e alla presenza dei Sindaci dei Comuni rivieraschi
L’obiettivo è duplice: contribuire a ristabilire l’equilibrio idrico del Trasimeno (la stima è di un apporto di almeno 10 centimetri all’anno indicativamente tra novembre e marzo) e migliorare le sue condizioni ambientali, cercando di consolidare una strategia condivisa per fronteggiare la crescente crisi idrica nei territori interessati. Il trasferimento dell’acqua avverrà attraverso il fosso Paganico, immissario naturale del lago, ma se le parti saranno d’accordo potranno essere valutate soluzioni alternative. La bozza dell’accordo era già stata approvata nelle scorse settimane dalle rispettive giunte regionali (DGR 368 del 16/04/2025 per quanto riguarda la Regione Umbria).
Il sistema Montedoglio un bacino artificiale con una portata di 135 milioni di metri cubi adi acqua è una riserva strategica per soddisfare i fabbisogni idropotabili e agricoli di due regioni. E la sua gestione rappresenta come logico anche un nodo politico delicato. L’accordo definisce criteri precisi per il riparto e l’utilizzo delle acque contenute nell’invaso, stabilendo un equilibrio tra le esigenze locali e la necessità di pianificare in modo sostenibile, tenendo conto dei cambiamenti climatici e della maggiore frequenza di periodi siccitosi. Un piano finanziario che prevede la messa a disposizione di 76 milioni di euro di risorse statali nel periodo 2028-2034. Una volta completate tutte le opere, il fabbisogno potrà arrivare fino a 79,8 milioni di metri cubi all’anno. Tra gli impegni delle Regioni c’è anche quello di aggiornare costantemente queste stime, intervenendo in caso di scostamenti rilevanti. Previsto anche l’obbligo di garantire il cosiddetto «deflusso ecologico» a valle della diga sul Tevere: 870 litri al secondo nei mesi freddi, il doppio nel resto dell’anno. Non solo quantità, ma anche priorità: il documento stabilisce un ordine di precedenza nell’utilizzo della risorsa idrica in caso di scarsità (vedi periodi di siccità, ma non solo). Prima l’uso potabile, poi quello zootecnico e produttivo dove è richiesta la potabilità, infine quello agricolo, che dovrà comunque puntare su sistemi ad alta efficienza o sul riuso di acque reflue. In caso di deficit, le due Regioni, in coordinamento con gli Osservatori distrettuali delle risorse idriche, potranno limitare i prelievi, riducendo le dotazioni anche a concessionari e gestori. Dal punto di vista economico, le tariffe per l’utilizzo dell’acqua sono differenziate: per l’uso potabile, saranno stabilite dall’Autorità idrica toscana, previo nulla osta dell’Umbria, mentre per l’irrigazione, saranno definite dall’ente concessionario Ente Acque Umbro Toscane. A supporto del sistema, l’accordo elenca tre categorie di interventi infrastrutturali: quelli già completati (con un costo complessivo di quasi 323 milioni di euro), quelli programmati ma non ancora finanziati (264 milioni) e altri interventi futuri stimati in circa 233 milioni.
Un atto di portata storica, hanno affermato nei loro interventi i due Presidenti di regione facendo capire che l’accordo sottoscritto rappresenti un’opportunità per perfezionare un’intesa interregionale che tratterà anche tematiche, quali le infrastrutture, a partire dalla rimessa in discussione di Creti quale sede della stazione dell’Alta Velocità Medioetruria, ma che vuole ragionare anche su turismo, accoglienza e sanità. L’ambizione non nascosta è quella di creare le condizioni di definire un’ “Italia mediana” capace di riacquistare tutta l’importanza che deve avere quale cerniera fra nord e sud e fra le due coste marittime ad est e ad ovest.
Fabio Duca