di Piero Sunzini
Il movimento Last(Gli Ultimi)20 nasce nel luglio 2021, in contemporanea e nello stesso luogo scelto dai grandi della terra riuniti nel G20 a Roma. L’obiettivo è quello di conoscere da vicino, con un Report, l’evoluzione economica, sociale e politica dei 20 paesi col PIL/pro-capite più basso al mondo.
Per redigere il Report 2025, Tonino Perna e Ugo Melchionda, presidente e segretario dell’associazione Last20Aps, hanno ipotizzato un lavoro collettivo, convocando alla Pro Civitate Christiana di Assisi professori universitari, esperti di cooperazione internazionale, rappresentanti delle diaspore africane e di ONG, l’11 e 12 novembre 2025.
Un approccio nuovo, di co-redazione, per proporre raccomandazioni per la lotta contro la fame nel mondo, le cui cause principali possono essere sintetizzate nel binomio conflitti e cambiamento climatico.
Di quest’ultimo ne hanno ragionato molti relatori, analizzando le cause e gli effetti. Antonio Pasini del CNR ha evidenziato come l’accentuazione del riscaldamento globale genera l’innalzamento della temperatura dei mari provocando, di fatto, una “globalizzazione climatica”, tanto che la fusione dei ghiacciai, per effetti concatenati – dall’afflusso di acqua dolce nei mari, alla destabilizzazione del monsone occidentale -, determina la siccità del Sahel. Tali effetti si manifestano nei L20 in molteplici forme: i) sul sistema sanitario (Fanolfi-missionaria), il cui funzionamento in Repubblica Centrafricana è stato appesantito da 31.000 vittime di alluvioni nel 2024; conseguenza di quel cambiamento climatico che aggrava la diffusione di malattie come la dengue e la febbre gialla; ii) sull’agricoltura (Sunzini – Tamat) il cui potenziale produttivo, soprattutto nel Sahel, è condizionato negativamente dall’accentuazione dell’erosione dei suoli (desertificazione) e dal nuovo regime delle precipitazioni; sugli sfollati interni (Melchionda -L20APS), 40,3 milioni, nei L20 nel 2024, generando il “paradosso dell’ingiustizia” perché gli L20 ospitano quasi la metà dei rifugiati rispetto alla media dei paesi G20, con economie ventuno volte più piccole.
Sono 12 i paesi dei L20 che vivono guerre che causano più di 85.000 morti/anno e danni economici per più di 80mld di USD. Mahamoud Idrissa, del Mali, ha raccontato come il terrorismo jihadista nel Sahel sia un fattore esogeno, alimentato per contrastare il processo d’autonomia e indipendenza dei governi militari dell’AES. Jagoub Bikeida, presidente della ONG GAC di Bruxelles, ha analizzato i tragici accadimenti in Sudan. Infine, Odette Mbuye, vicepresidente di Last20Aps, ha esplicitato il bisogno di una nuova narrazione per i L20 che, da una parte, superi lo stereotipo di paesi senza futuro e, dall’altra, li faccia conoscere nei dettagli, senza nascondere gli eccidi e l’estrema violenza, soprattutto nei confronti delle donne e bambini, come nel caso del Congo. Su quest’aspetto si è aperto un dibattito che ha coinvolto anche gli studenti di due classi di un liceo di Assisi che hanno partecipato alla riflessione.
Questo laboratorio per la redazione del Rapporto L20-2025 ha avuto successo. Su richiesta degli organizzatori, quindi, Mariano Borgognoni, presidente della Pro Civitate, si è detto disponibile a perennizzare questo appuntamento ad Assisi. Arrivederci all’anno prossimo.



