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di Fabio Maria Ciuffini e Giampiero Rasimelli

Le elezioni Regionali si terranno in Toscana ad ottobre, l’alleanza di centrosinistra guidata da Giani sembra avere un indubbio vantaggio, ma tutto va verificato nel voto e non nel dibattito virtuale. Sta di fatto che l’accordo sancito da Giani con i 5 Stelle ha irrobustito le possibilità di vittoria di un’alleanza molto ampia e dopo un percorso di discussione molto accidentato. L’accordo si concretizza in oltre 20 punti di programma che disegnano il profilo del prossimo governo regionale toscano a marca centrosinistra.

Tra questi vi sono alcune questioni che riguardano anche l’Umbria e un punto in particolare: l’accesso all’Alta Velocità ferroviaria dalla bassa Toscana e dall’Umbria. Molto probabilmente (lo deciderà il voto, appunto) è stata messa la pietra tombale sul tanto discusso progetto di costruzione di una nuova stazione Media Etruria ed è stata indicata la scelta di potenziare e rafforzare a questo scopo le stazioni esistenti di Chiusi-Chianciano e di Arezzo – la cosiddetta opzione “stazione zero” – fuoriuscendo definitivamente dalla disputa tra Creti e Rigutino per la collocazione di una fantomatica Medio – Etruria.

La motivazione è che sarebbe inutile sovraccaricare un problema così strategico con l’idea di costruire una nuova cattedrale ferroviaria nel deserto con consumo inaccettabile di suolo e risorse e con conseguenze disfunzionali per i cittadini. Per Passaggi Magazine si tratta di un’ottima notizia, di aria finalmente fresca che ristora un dibattito asfittico ed esausto su una “questione ferroviaria” decisiva per l’Umbria.

Noi abbiamo sempre sostenuto come Creti fosse una follia e che, al limite, sarebbe stata più idonea l’idea di un innesto della linea AV a Rigutino per valorizzare il ruolo della Foligno-Terontola, ma la nostra posizione da sempre preferita e’ quella più naturale di rafforzare la Foligno-Terontola e di potenziare l’accoglienza della Stazione di Arezzo facendola diventare lo snodo ferroviario di tutta l’area interregionale interessata per gli spostamenti verso Nord. Ugualmente un rafforzamento dell’accesso a Chiusi rappresenterebbe anche esso una soluzione efficiente per i passeggeri venienti dall’Umbria occidentale e dal basso senese, sempre che venga istituito un freccia-link su strada gestito da FS di collegamento da e verso la nostra regione.

Agendo sugli orari dell’Alta Velocità (su Chiusi e Arezzo), rafforzando la Foligno-Terontola, adeguando e rinnovando le stazioni di Arezzo e Chiusi si può trovare la giusta soluzione per funzionalità e costi e risolvere tutte le aspettative urgenti che sono in campo, a partire da quelle dell’Umbria. Ci giunge quindi dalla Toscana un segnale positivo che, al netto della prova elettorale in quella regione, l’Umbria, a nostro avviso, deve saper cogliere positivamente e prontamente.

Abbiamo sempre sostenuto la centralità del potenziamento ferroviario per lo sviluppo dei nostri territori, la necessità di rilanciare la Foligno-Terontola e di portare a compimento il completamento e rafforzamento della Roma – Orte – Terni- Spoleto – Foligno -Falconara. L’accesso all’AV è un aspetto prioritario di tutto questo e un accordo interregionale (Umbria –Toscana –Marche – Lazio) per premere su Ferrovie dello Stato (sulle aziende in cui sono spezzettate) e sul Governo Nazionale è lo strumento essenziale.

Una chiosa ancora sulla proposta di attestare (alternativamente nel corso della giornata) i treni AV ad Arezzo e Chiusi-Chianciano oltre che ad Orte: l’accesso dell’Umbria a Nord attraverso la Stazione di Arezzo è la soluzione di gran lunga preferibile, sia con un regime di coincidenze sia con Frecciarossa dall’Umbria verso Bologna, Milano, Torino. Ed ha il pregio di essere realizzabile praticamente da domani, se si riuscisse a realizzare un cambiamento dell’orario 2026 e, comunque, dal 2027.

A sostegno di questa ipotesi l’Umbria deve pretendere l’immediato potenziamento della Foligno – Terontola con l’ammodernamento tecnologico della linea (l’ERTMS, il Sistema europeo di gestione del traffico ferroviario), come altre volte qui sostenuto, che consentirebbe maggiore capacità e maggiore velocità riducendo comunque i tempi di collegamento con il Nord. L’utilizzo di Chiusi – Chianciano come cerniera per il Sud ha una sua validità e richiederebbe comunque nel tempo, il miglioramento del raccordo stradale Perugia – Chiusi. Lascia inoltre un po’ d’amaro in bocca il pensiero della Perugia – Chiusi ferroviaria, prefigurata negli anni ’80 ed infine negata, con la distruzione del tratto ferroviario iniziale Perugia – Tavernelle e la scelta di potenziare solo la strada.

Ma per quanto riguarda il collegamento dell’Umbria con Roma ed il Sud l’utilizzo della Orte –Falconara deve essere prioritario rispetto ad ogni altra soluzione, con eventuale coincidenza ad Orte sull’AV e, in ogni caso, con il proseguimento dei treni della Orte – Falconara sulla Direttissima. E’questo un diritto acquisito da parte dei Marchigiani e degli Umbri. La Direttissima Roma – Firenze nasce anche come miglioramento dei collegamenti con il Nord-Est d’Italia. Il dirottamento dei convogli provenienti da Umbria e Marche sulla linea lenta da Orte fino Roma è una pura e semplice sopraffazione, da chiunque sia partita l’idea.

E non ci sono problemi ostativi di natura tecnica, anche se l’aumento della velocità dei treni provenienti dall’Umbria nella misura necessaria a non costituire intralcio ai traffici AV è comunque un obbiettivo sperabile, in ragione dell’abbattimento dei tempi di percorrenza e dei nuovi vettori, già acquistati, che dovrebbero entrare in servizio e se del caso adeguati, dal 2026.

Anche questa è una tesi sostenuta da sempre da questo Magazine. Soddisfare le ragioni di Umbria, Marche ed Alto Lazio a questo proposito deve essere un punto politico inderogabile, salvo difficoltà transitorie dovute a lavori in corso. No, non può essere ignorabile e deve essere rivendicato con forza in tutte le sedi a partire da quella del Ministero dei Trasporti. E speriamo che questa esigenza venga pienamente contenuta anche nei programmi elettorali dei contendenti nella Regione Marche.