di Porzia Corradi
In Umbria è impossibile far notare anche solo sommessamente che la candidatura di Donatella Tesei non è sicura. Appena qualcuno prova a scriverlo da Palazzo Domini tuonano che la questione non si pone: la Presidente uscente guiderà senza ombra di dubbio il centrodestra alle elezioni regionali. Naturalmente questo è un esito probabile, ma non è certo. Lo scontro fra Meloni e Salvini, che riguarda mezza Italia, rende il tutto più complicato: la riproposizione di Tesei dipende da una serie di variabili: nazionali e locali. Ne dovrà passare di acqua sotto i ponti.
Il primo problema che gli alleati di centrodestra dovranno definire riguarda la candidatura in Sardegna. Qui Matteo Salvini ha puntato sulla riconferma del governatore uscente Solinas, la premier vuole però un uomo suo – Paolo Truzzu – e non sembra intenzionata a fare passi indietro. Se la spuntasse, sarebbe un punto a favore di Tesei. Se infatti il Carroccio cedesse nell’isola, pretenderebbe qualche contropartita altrove. E l’Umbria potrebbe essere l’oggetto dello scambio, ma potrebbe esserlo anche la Basilicata. E Salvini probabilmente non può aggiudicarsele entrambe. La seconda questione da risolvere è la più rognosa e riguarda il Veneto. Meloni ha già messo in campo un suo possibile candidato: il senatore Luca De Carlo. La Lega risponde puntando in primis sul terzo mandato che gli consentirebbe di riproporre Luca Zaia. Se ciò diventasse possibile, infatti, nessuno potrebbe dire di no ad un personaggio amato e vincente come il Presidente uscente. Ed è esattamente per questo che Fratelli d’Italia non vuole il terzo mandato, osteggiato peraltro anche da Tajani. Per non parlare di Schlein che deve risolvere in Campania il problema De Luca. Che ce la faccia Zaia o qualcun altro, il Carroccio non perde però occasione per affermare che il Veneto resterà nelle sue mani. Anche questa vicenda potrebbe condizionare gli equilibri politici umbri. Per essere più espliciti: l’intesa che verrà raggiunta da Meloni e Salvini su Sardegna, Veneto e altro determinerà il futuro di Donatella Tesei.
Ma non sono solo queste le variabili. Conteranno anche alcuni fatti regionali. Il primo sarà il risultato delle amministrative perugine. Se la lista di Romizi – Forza Italia dovesse prendere molti voti, il sindaco uscente potrebbe essere giudicato più vincente di Tesei e preferito come guida del centrodestra. Anche perché il risultato del Carroccio potrebbe non essere positivo: c’è chi prevede che non vada oltre il 5-6%. Questo, sommato al 5% di Terni, rappresenterebbe poca cosa se confrontato col bottino di voti di FdI alle politiche del 2022 (30%). La Lega per difendere il fortino di Palazzo Donini ha un solo argomento: se si cambia candidato potrebbe finire come a Terni, dove ora è sindaco Bandecchi. Osservazione alla quale risponde indirettamente il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari in un’intervista apparsa oggi sul Corriere della Sera: “Nella scelta varranno i rapporti di forza”.
La seconda variabile potrebbe essere il tanto sbandierato ingresso di Paola Agabiti in Fratelli d’Italia. Se ne parla da parecchio tempo, ma ora la faccenda potrebbe essere matura. Se così fosse, i meloniani, pur non avendo ottenuto alcun rimpasto, avrebbero un loro esponente nella giunta regionale. Questo, da una parte potrebbe significare un rafforzamento di Tesei, ma dall’altra fornirebbe un possibile valido candidato a Fratelli d’Italia da contrapporre a Tesei. Certamente sarebbe una vittoria per Emanuele Prisco che vanterebbe un risultato mai raggiunto da Franco Zaffini.
In Umbria come altrove i giochi non sono fatti, con buona pace della propaganda leghista: la Presidente uscente dovrà stare ancora con il fiato sospeso e scommettere sull’appoggio incondizionato di Matteo Salvini. Quanto al centrosinistra, continuano gli incontri per arrivare ad una candidatura condivisa per il Comune di Perugia. L’unica cosa nuova che trapela è che intorno al 20 gennaio dovrebbe esserci l’habemus papam.