di Chiara Fabrizi
“Il primo lotto è stato complesso da un punto di vista tecnico realizzativo, mentre il secondo lo è sotto il profilo tecnico scientifico”. Così Paolo Iannelli, tuttora responsabile della ricostruzione della basilica di San Benedetto di Norcia, ma per sette anni e mezzo anche soprintendente speciale nelle aree del sisma, ruolo che nel maggio scorso è stato affidato alla collega Claudia Cenci, commenta i lavori in corso nel luogo simbolo del comune umbro più colpito. Qui si sono conclusi l’autunno scorso gli interventi strutturali, costati circa 3,4 milioni di euro, e coi quali è stato ricostruito l’involucro architettonico della basilica, devastato dal terremoto del 30 ottobre 2016, che ha lasciato integra almeno visivamente soltanto la facciata. Dal dicembre scorso, invece, a San Benedetto sono in corso altri 4 milioni di euro di lavori, sostenuti da una sponsorizzazione tecnica di Eni, e prevalentemente relativi a restauri e ricomposizione degli elementi interni, tra cui gli altari, le superfici della cripta, gli intonaci, le pietre e naturalmente tutti gli apparati decorativi fissi della basilica di Norcia, che pure hanno subito un livello di danneggiamento particolarmente elevato, a differenza di quelli mobili, che invece sono stati messi in sicurezza prima della scossa più forte della sequenza che otto anni fa ha colpito il Centro Italia terremotato. Il cronoprogramma per l’ultimazione della ricostruzione di San Benedetto resta, come dal principio, quello della fine del 2025. “Coi tempi direi che siamo in linea, ma come per il primo lotto anche per questo secondo l’indicazione e la speranza è quella di riuscire a terminare gli interventi qualche mese prima”, afferma Iannelli, precisando che l’ambizione “non è illusoria. Dopodiché – ha proseguito – è chiaro che la fine dei lavori non corrisponde alla rifunzionalizzazione effettiva della basilica di Norcia, su cui si spera di riuscire a lavorare parallelamente a questo secondo lotto, ma sul punto sono ancora in corso le valutazioni, ma ci saranno inevitabilmente necessità future relative agli arredi complementari”. Sui restauri in corso, il responsabile per il ministero della Cultura del cantiere della basilica di Norcia afferma che “gli interventi stanno procedendo abbastanza bene a fronte di una serie di complessità legate alle finiture, che come sempre impongono una serie di decisioni”. Nel merito, Iannelli spiega che “un crollo così importante come quello subito nella basilica di Norcia costringe inevitabilmente a mettere in discussione molte scelte di dettaglio, con la principali criticità che è quindi legata alle decisioni filologiche che precedono la ricostruzione degli apparati decorativi fissi”. Da qui quel “profilo tecnico scientifico” che rappresenta la principale sfida dei restauri interni di San Benedetto specie nell’ambito di un cantiere di ricostruzione su cui la comunità nursina non solo ha sempre tenuto molto alta l’attenzione, ma ha anche chiesto di riavere la stessa basilica piegata dal sisma. “Nel suo complesso – dice Iannelli – anche gli apparati decoritivi fissi avranno la stessa geometria, ma ci saranno delle differenziazioni. Penso – spiega – agli altari, che erano stati fatti dagli artigiani con tecniche che oggi è difficile replicare, sia per limiti di natura strettamente tecnica che pure filologici e sui quali si sta volta per volta trovando il bilanciamento necessario”. A pesare sul secondo lotto, dunque, non sono soltanto i tempi di restauro e realizzazione, ma anche il confronto tra l’équipe di studiosi, progettisti e naturalmente tecnici della ditta esecutrice sulle modalità con cui procedere. “Ci troviamo di fronte a discussioni scientifiche che potrebbero anche durare anni, ma qui c’è un fattore tempo che ci obbliga a concludere le nostre riflessioni e sono convinto – conclude Iannelli – che i risultati saranno buoni”