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di Porzia Corradi

Il centro storico di Perugia è percorso da nuova vitalità. Molte e importanti le iniziative culturali che stanno per iniziare o sono già iniziato. Le strade dell’acropoli saranno disseminate di arte contemporanea. Questa valorizzazione avrà il suo culmine in dicembre. Le luminarie di Natale saranno infatti realizzate da un grande artista contemporaneo come Domenico Paladino. Finalmente, dopo tante brutture, Il Comune, in collaborazione con la Galleria Nazionale, offrirà “luci d’autore” adottando la formula di Torino. L’opera – perché di questa si tratta – resterà di proprietà di Palazzo dei Priori e negli anni futuri a questa si aggiungeranno altre realizzazioni di grandi artisti.

Paladino è già da tempo presente a Perugia avendo realizzato il grande telone, voluto e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio, piazzato sopra l’ex Medioevo. E, a partire dal 7 novembre, la Galleria Nazionale ospiterà una sua retrospettiva. Un’ iniziativa questa a cui si aggiungono due  mostre fotografiche: Giacomelli (aprirà martedi) e Spina (già inaugurata) che farà parte della collezione permanente.  

Ma ai cittadini e ai turisti non mancherà certo la classicità. Raffaello infatti ritorna a casa. L’Incoronazione della Vergine sarà al Museo del Capitolo (Isola di San Lorenzo) di Perugia sino al 7 gennaio. Un gran colpo: si tratta di un prestito molto importante e per un lungo periodo, concesso dai Vaticani a chi quel capolavoro l’aveva commissionato e se l’era goduto andando a pregare nella chiesa di Santa Maria Assunta a Monteluce. Erano state infatti le Clarisse del monastero di quel quartiere a chiederlo all’ancor giovane allievo di Perugino, nel 1505. E le monache ebbero la vista lunga: Raffaello infatti non era ancora tanto famoso, ma le religiose, colte e provenienti dalle famiglie perugine più importanti, si erano accorte per tempo del genio di colui che sarà definito “il più grande”. Per la verità riuscirono ad avere l’intera, gigantesca tavola solo venti anni dopo. Quando il dipinto arrivò nella chiesa di Monteluce nel 1525, l’Urbinate era addirittura morto da cinque anni.

Il grande ritorno di Raffaello. L’Incoronazione della Vergine al museo capitolare

La magnifica opera restò a Perugia sino all’arrivo di Napoleone in Italia, che – come era suo costume – la fece sua e se la portò in Francia. Nel 1815 venne recuperata, grazie alla raffinata diplomazia di Canova, dal Vaticano che decise però di tenersela nel suo museo. E Perugia la rivede solo oggi grazie all’intelligente lavoro della Curia, del museo del Capitolo e della società Genesi. E grazie alla gestione aperta e colta dei Vaticani, dovuta alla direttrice Barbara Jatta. Si tratta di una grande tavola, tutta progettata da Raffaello: in alto c’è l’Incoronazione della Vergine integralmente o quasi dipinta da lui, in mezzo c’è la tomba della Madonna per la mano di un sostituto d’eccezione come Giulio Romano e in basso la predella di Berto di Giovanni, data in prestito al Capitolo dalla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Passando  dalle opere visive alla parola e alla musica, incontriamo il ricco calendario del riaperto (per tre mesi) Teatro del Pavone. Previsti una serie di eventi. Fra questi: il festival della salute mentale dell’8 e 9 ottobre sino un concerto d’autunno di Umbria Jazz  e a quelli degli Amici della Musica, nonché spettacoli del teatro d’avanguardia. E il 28 dicembre l’esibizione di Angela Hewitt.

Già l’insieme di queste iniziative giustificherebbero la visita all’acropoli di Perugia praticamente tutti i giorni, ma la sua rivitalizzazione passa per molto altro. C’è il ritorno di Umbrialibri (24-26 ottobre) alla Rocca Paolina e quello di Eurochocolate che per il secondo anno sarà a Corso Vannucci. E poi  una parte della Fiera dei Morti.

E infine un dicembre all’insegna dell’arte contemporanea, coronato dalle luminarie di Paladino e, negli anni prossimi, di altri artisti. Che questa promozione turistica sia più efficace di quella legata al chiassoso ultimo dell’anno della giunta Romizi con uno spettacolo di bassa qualità, lo vedremo solo alla fine. E’ sicuro però che ha prevalso in questo progetto la qualità e la cultura.