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In vista della riunione convocato sul Nodo di Perugia dal Presidente della Provincia Massimiliano Presciutti per il 10 sono arrivati a Passaggi Magazine due interventi. Il primo è di Saro Cristofani, (favorevole al Nodo) e il secondo di Marco Peverini (contrario). Sostengono quindi due posizioni opposte. Passaggi Magazine ha decisero di pubblicarli entrambi: uno oggi e l’altro domani. La nostra rivista, come è noto, ha più volte sostenuto la necessità di costruire il Nodo, ma molti e assai rilevanti sono i temi di cui tener conto nel prendere la decisione. E proprio per questo Passaggi si è dichiarata disponibile a ospitare un ampio dibattito sull’argomento dando spazio anche a chi ha opinione opposte.

di Sauro Cristofani

Si è svolta nei giorni scorsi un’assemblea pubblica per la presentazione del progetto sul raddoppio delle rampe di accesso alla città di Perugia, più precisamente il collegamento tra la E45 ed il raccordo RAO6. E’ da tempo che si parla di quest’opera, da alcuni ritenuta risolutiva del traffico nel tratto Collestrada-Ponte San Giovanni-Balanzano, ma fino ad oggi non era stato possibile visionarne il progetto. Nessuno, tra amministratori, partiti, associazioni e comitati, ha sentito il bisogno di rendere partecipe i cittadini e le associazioni del territorio di quest’opera salvifica, per tutti questi un’occasione persa ed un plauso quindi al comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni” di aver preso l’iniziativa. 

Durante il corso dell’assemblea sono stati rappresentati con dovizia di particolari ogni parte del progetto: dalla modifica del tracciato delle rampe di accesso, sia per la direttrice sud-nord (per chi viene da Roma e sale a Perugia) che per la direttrice nord-sud (per chi viene da Collestrada e sale a Perugia), alla realizzazione di due nuovi viadotti al posto di quelli esistenti, fino alle buone notizie della permanenza dell’uscita di via Adriatica unita e quella della realizzazione di una bretella di collegamento con l’abitato di Balanzano, in compensazione della chiusura di un passaggio a livello.

Pur ribadendo che l’opera deve essere realizzata, i tecnici-relatori dell’assemblea hanno messo in evidenza alcune criticità che destano più di una preoccupazione.

La prima, forse la più macroscopica, è che nella relazione fornita da ANAS non c’è nessun riferimento ad uno studio sui flussi di traffico, né si trova traccia in nessuna pagina. Più precisamente, ad oggi, non c’è nessuna cognizione su quale impatto avrà quest’opera sul traffico esistente, se diminuiranno le file, in che percentuale il traffico verrà snellito o quanto sarà più scorrevole. Realizzare un’opera di questa portata, dal costo di alcune decine di milioni di euro, senza uno studio approfondito sui flussi la si ritiene una grave mancanza. Si ha la percezione che si voglia solo aumentare la capacità di accumulo dei veicoli lungo le rampe. 

La seconda osservazione riguarda l’imbocco dei vari flussi di traffico sul viadotto Volumni, che ovviamente non è oggetto dell’intervento. Precisamente si avranno due corsie provenienti da sud (Roma) e due corsie provenienti da nord (Collestrada) che si andranno a congiungere all’altezza della corsia d’immissione dello svincolo di Via Adriatica determinando così la presenza di cinque corsie che si ridurranno a due nel successivo tratto di circa 200 metri, all’altezza dell’imbocco del viadotto. Un tratto troppo breve per un numero così alto di corsie.

Un terzo punto riguarda la realizzazione dei nuovi tratti di strada che, stante la fisicità dei luoghi, si avvicinano in modo preoccupante ai residenti di Via San Bartolomeo e di Via Severi, impedendone in alcuni casi l’accesso alle proprie abitazioni.

Ultimo punto riguarda la cantierizzazione dell’opera: 17 cantieri si svilupperanno in due anni di lavori con conseguente riduzione da due ad una corsia di transito. Facile immaginarne gli effetti sul traffico di Ponte San Giovanni dove inevitabilmente si andrà a riversare gran parte degli automezzi.

Come già detto, durante l’incontro nessuno ha messo in discussione la realizzazione dell’opera, ma sono stati  confermati  i dubbi in molti dei presenti, che la stessa possa essere la soluzione ai problemi del traffico lungo la E45 nel tratto Collestrada-Ponte San Giovanni-Balanzano, anche in quelli  più ottimisti sulla validità della stessa 

A questo punto alcune considerazioni non possono non essere fatte. Il raddoppio delle rampe di collegamento E45 – RAO6  è stato sempre presentato dai critici del Nodo di Perugia come risolutivo e, di conseguenza, renderebbe inutile la separazione dei flussi di traffico, tra quello locale e quello di attraversamento mediante la realizzazione del Nodo di Perugia, I° stralcio Nodino. Da quanto rappresentato non si comprende l’origine di tale certezza. Al Nodo viene contestato la presenza di un non corretto studio dei flussi di traffico; per il raddoppio delle rampe non esiste alcuno studio che possa far comprendere i benefici futuri. Si è indicato il Nodo-Nodino come deturpatore dell’ambiente e delle essenze naturali, con le nuove infrastrutture che si andranno a realizzare si inciderà pesantemente sulla qualità della vita di molte famiglie. Da ultimo si è parlato in modo allarmistico della cantierizzazione del nodino e dei suoi effetti sul traffico locale. Alla luce del progetto, tutto questo sarà nulla in confronto ai disagi che creeranno al traffico locale i 17 cantieri e le corsie uniche che si avranno durante i lavori. Colpisce il silenzio su questi temi da parte dei sostenitori del raddoppio ed avversi alla realizzazione del Nodo. 

Invece, per poter risolvere in modo deciso l’ingente volume di traffico che è presente intorno a Ponte San Giovanni c’è bisogno di entrambe le opere, sia dell’adeguamento del collegamento E45- RAO6 con il raddoppio delle rampe, che del primo stralcio del Nodo di Perugia, cosiddetto Nodino.

Nella pubblica amministrazione, come in politica, gli eventi e le situazioni o si gestiscono o si subiscono. Per l’annoso problema del traffico in questa parte del Comune di Perugia, la distanza tra gestire e subire si è notevolmente accorciata. Potremmo dire anzi che ne abbiamo le coordinate temporali. Il 10 di questo mese, il Presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti, con una risolutezza di cui si era persa memoria, ha convocato un Tavolo Istituzionale sul Nodo di Perugia invitando Regione Umbria, ANAS Umbria, Comune di Perugia, Corciano e Torgiano, al fine di attivare un accordo di programma per la sottoscrizione di un’intesa  condivisa tra tutti gli enti da presentare al Governo Centrale e in grado di ottenere i finanziamenti indispensabili. Credo che da lì inizieranno a scorrere le lancette. L’inizio dei lavori per il raddoppio delle rampe invece potrebbe rappresentare la fine del tempo a disposizione e il passaggio dal gestire al subire una situazione. Immaginare di chiedere alla Città di Perugia, al territorio di Ponte San Giovanni in particolare, dei sacrifici della portata sopra elencati senza una prospettiva futura che sia risolutiva ed affidarsi invece alla sola realizzazione del raddoppio delle rampe, sa tanto di affidarsi alla fantasiosa scienza del procedere per tentativi alla “speriamo che io me la cavi”.

Che invece questo lasso di tempo venga utilizzato per costruire un percorso unitario coraggioso, al di fuori dei vari ricatti d’interdizione, che permetta alle Istituzioni Umbre di sedersi in modo autorevole al tavolo con il Governo Nazionale e  sgombrando così qualsiasi pretesto che ne impedisce l’arrivo dei finanziamenti.