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di Gabriella Mecucci

Sanità: i conti della giunta regionale e quelli dell’opposizione divergono profondamente. Il tutto è condito da una virulenza polemica alla quale da tempo non si assisteva. Donatella Tesei è addirittura arrivata a chiedere le dimissioni di Proietti e a promettere che metterà l’intera faccenda in mano al Prefetto. Ma passiamo ai conti per cercare di spiegare le ragioni di questo fragoroso scontro sulla necessità di fare la manovra fiscale di rientro dal debito della sanità regionale.

Posizione di Proietti. La Presidente della Regione ha nel corso della sua conferenza stampa parlato di un deficit di 90 milioni che è stato certificato, e sulla base del quale si andrà all’incontro col tavolo tecnico del ministero, il primo di aprile. Se resteranno quelli i dati, entro il 15 aprile occorrerà adottare la manovra fiscale correttiva già “preadottata”, altrimenti scatterebbe il commissariamento con tutto quanto di negativo questo porta con sé (basta leggere uno degli articoli richiamati all’interno dell’apertura della rivista per venirne a conoscenza). Proietti ha poi fatto cenno ai dati contenuti a pag. 5 e a pag. 14 dell’analisi dei bilanci della KPMG, un soggetto terzo chiamato a confermare le conclusioni a cui erano già giunti gli uffici regionali. L’intero plico è stato consegnato ai giornalisti al termine della conferenza stampa. Ecco la sintesi che ne fa la stessa KPMG: “La Regione Umbria rileva al quarto trimestre 2024 un esercizio negativo pari a -90,312 milioni… La stima del risultato non considera le iscrizioni non ancora presenti a CE”. E quanti sono i milioni “non  considerati”? Si tratta di 22,975 milioni del pay back per superamento del tetto di spesa della quota farmaceutica e di 33,075 milioni di eliminazione accantonamento quota premiale. Per un totale di 56,050 milioni. Se questa cifra venisse computata, il disavanzo si ridurrebbe a -34,282 milioni. Il problema sta tutto nel fatto che gli oltre 56milioni non sono certificati e il 15 aprile è fissata dal governo la scadenza per adottare le misure di rientro dal deficit – scadenza peraltro decisa dalla maggioranza e inserita nella Finanziaria 2024. Quindi, lo sbilancio resterebbe, salvo decisioni romane dell’ultima ora, di 90milioni e farebbe scattare il commissariamento. Proprio per lasciare aperto un filo di speranza la manovra fiscale predisposta è stata solo “preadottata”. Per essere pronti a qualsiasi eventualità. Questa è la posizione di Stefania Proietti, illustrata in conferenza stampa, e confermata dalla direttora regionale alla Sanità Daniela Donetti con una battuta: “Per governare la sanità ho bisogno di certezze e non di Pagherò”.

Posizione Tesei. La ex Presidente della Regione cita lo studio di KPMG e i numeri forniti da quello che – a suo parere – è stato definito erroneamente un “ente terzo”. Non parla in nessun modo di certificazione né fa riferimento alla scadenza del 15 aprile, ma rende noto che il centrodestra rappresenterà le proprie ragioni al Prefetto. Alle cifre “non ancora certificate” di KPMG ne aggiunge una terza che supera i 47milioni e che riguarda il payback dei dispositivi medici. Sommando anche questa ai 56milioni di KPMG si supera il deficit di 90milioni. E questo fa dire a Tesei che in realtà il “buco non esiste” e che per salvare l’Umbria l’unica misura da prendere sarebbero le dimissioni di Proietti. Lo scontro al calor bianco si prolunga poi anche ad alcune questioni di natura procedurale. L’insieme di questi argomenti – sempre secondo l’ex Presidente della Regione – potrebbe stare alla base anche di una denuncia per “procurato allarme”. 

Lo scontro è durissimo ed è tutto incentrato nel peso da dare alla definizione delle parole  “iscrizioni non ancora presenti a CE” e alla scadenza del 15 aprile.