di Fabio Maria Ciuffini
Eugenio Giani presidente della Regione Toscana torna questo 7 Aprile sulla questione della localizzazione della (ipotetica) futura stazione Medio Etruria dell’Alta Velocità e propone di rivalutarne la collocazione e farlo insieme alla Regione Umbria. “Io sono determinato a riaprire il confronto” dice “tenendo presente che quest’opera deve servire la città di Arezzo, una parte del comprensorio di Siena, ma anche la regione Umbria che non è toccata per niente dall’asse ferroviario dell’Alta Velocità. Voglio farlo con la complicità della presidente dell’Umbria, Stefania Proietti, attraverso una comune valutazione. Io e Stefania abbiamo già parlato e preparato il nostro programma”. E non è la prima volta che Giani affronta l’argomento. Il 21 Novembre scorso in una intervista al Corriere dell’Umbria dal titolo “Toscana ed Umbria possono viaggiare insieme” ha proposto ancora un confronto tra le due regioni entrando anche nel merito. Dopo aver sottolineato la bizzarria per cui il trio Salvini – Melasecche – Tesei si è messo d’accordo per localizzare una stazione AV in Toscana senza consultarne il Presidente, che fra l’altro è notoriamente contrario, sottolinea l’altra ancor più grave bizzarria e cioè quella di immaginare una fermata ferroviaria AV collegata solo su strada piuttosto che farla a Rigutino (pochi Km a Nord di Terontola) dove la linea storica Chiusi – Arezzo passa vicinissima alla linea AV.
E a questa intervista Passaggi magazine ha dedicato un articolo.
Credo che si debba ringraziare Giani per l’attenzione ad un problema che è più umbro che toscano. Infatti la centralità geografica dell’Umbria non coincide con la sua accessibilità. Il Cuore Verde d’Italia è lambito dall’Alta Velocità ferroviaria, ma non ne usufruisce. E, visto che per gli spostamenti di media e lunga distanza il treno AV è ormai di gran lunga preferito all’auto, l’inaccessibilità dell’Umbria rispetto all’AV è dunque la cifra del suo “isolamento”. E se ne paga il prezzo con il PIL regionale che cresce meno di quello delle Regioni servite dall’AV. Dunque la questione del collegamento con l’AV ha anche una valenza economica. Non solo mobilità e trasporti ma anche sviluppo. Converrà dunque tornare ancora una volta sull’argomento in attesa di conoscere i risultati dell’incontro Giani – Proietti. Sperando magari, per quel che vale, che leggano anche questo articolo.
L’idea di Media Etruria nasce come stazione per andare sia a Nord che a Sud. Passare il prima possibile dalle vecchie linee lente ad un treno da 300 km/h e via col vento! Ma l’entusiasmo Umbro per la nuova Stazione Medio Etruria è nato anche pensando alla costruzione di una nuova meravigliosa megastazione nel deserto, qualcosa di comparabile alle meraviglie della stazione di Afragola progettata dall’Archistar Zaha Hadid e ed a quella Medio – Padana progettata a sua volta dall’Archistar Santiago Calatrava. Insomma coniugare le necessità di mobilità degli umbri con una grande impresa edilizia, quella che Giani, forse meno attento a future glorie architettoniche, ha chiamato “la colata di cemento”. Anche se oggi una cosa è certa: il ridimensionamento di quelle aspettative: la Stazione Medio Etruria – se si farà – sarà solo il minimo indispensabile ed è bene che sia così. Ma dove metterla? Da anni è aperta la discussione sulla sua localizzazione, un girovagare da un luogo ad un altro che infine si è fermato a Creti la più improbabile delle collocazioni. A Creti non ci si arriva col treno! Ed è incredibile che l’ipotesi nasca in casa FS. La ferrovia che nega la ferrovia! Ed invece parrebbe che i tecnici FS abbiano caldeggiato la proposta di Creti affermando che la maggioranza delle persone che si recano alle nuove stazioni di Afragola ed alla Medio Padana, che svolgono la stessa funzione che avrebbe la Media Etruria, ci si recano in auto. Dimenticando che sia Afragola che la Medio Padana sono inserite di fatto in un contesto urbano: a soli 10 Km da Napoli – Centrale il capolavoro di Zaha Adid ed a 7 da Reggio Emilia – Centro quello di Calatrava. Che ci si vada in auto è del tutto normale, considerando che l’auto è il mezzo dominante in tutti i contesti urbani. Creti invece è ben lontano dalle città. Dista da Perugia 58 km, 82 da Assisi e 91,3 da Foligno. Un bell’andare no? E poi tutto il ragionamento sottostante alla scelta di Creti è basato sull’idea di un signore che dall’Umbria va a Milano o Torino. Va in auto a Creti, poi prende l’AV e quando torna ha a disposizione la sua auto. Già, ma ci sono anche quelli che vengono da Milano. E quelli come arrivano in Umbria? Col taxi? Senza considerare i rara avis che la macchina non ce l’hanno o chi ne ha una sola e non la può tenere ferma a Creti mentre serve a Perugia o ad Assisi. Dunque una eventuale stazione sull’AV a Creti, raggiungibile solo su gomma, implicherebbe comunque un collegamento autobus tipo freccia–link gestito da FS (e se no da chi? – dalla Regione Umbria? dagli Enti Locali?) per chi fosse in arrivo dal Nord o dall’Umbria se non “automunito”.
Ora non so cosa si diranno Eugenio Giani e Stefania Proietti nel loro prossimo incontro. Mi auguro che Giani insista su Rigutino, più meno a metà strada tra Terontola ed Arezzo, dove la connessione ferroviaria con l’AV sarebbe più facile, dell’ordine delle centinaia di metri. Ed invece la realizzazione di una connessione con Creti segnerebbe la fine della Foligno –Terontola – Arezzo. Ma vorrei introdurre un nuovo argomento. La Medio Etruria serve davvero all’Umbria a Perugia? Il collegamento dell’Umbria (e di Perugia) con il sud può meglio avvenire attraverso l’itinerario attuale nel quadro di un miglioramento dei livelli di servizio attuali. Dunque una stazione, diciamo così, bidirezionale, all’Umbria non serve. Il vero problema è quello del collegamento a Nord realizzabile fin da ora per via ferroviaria senza nessuna nuova opera. Ed è questo un obiettivo da perseguire con forza comunque e subito, visto che per avere la Stazione Medio Etruria, ammesso che si faccia, bisognerà aspettare qualche buon annetto. Dunque andrebbero pensati collegamenti che utilizzino linee ed interconnessioni esistenti a Chiusi ed Arezzo. E sono possibili da domani una serie di combinazioni d’orario. Ad esempio: andare a Nord con treni che partono dall’Umbria e ad Arezzo prendono la coincidenza con l’AV per andare a Milano e Torino. Se la coincidenza fosse ben organizzata il tempo di viaggio complessivo sarebbe al massimo di dieci minuti in più rispetto a qualunque ipotesi di Media Etruria. E in futuro quei dieci minuti si potrebbero facilmente riguadagnare se si velocizzasse la Foligno – Terontola. E per farlo basterebbe trasferire le somme destinate ad una (forse inutile) stazione Medio Etruria al potenziamento di una delle più neglette linee ferroviarie dell’intera Rete FS. Appunto la Foligno – Terontola con in mezzo oltre al capoluogo di regione anche Assisi nell’anno Francescano.
Ma in termini commerciali cosa serve all’Umbria? Certamente un collegamento che consenta di arrivare a Milano e tornare in giornata. Un miglioramento eventuale di quello che c’è oggi. E se diretto è meglio. E pensando però anche al contrario: cioè ad un collegamento che consenta di venire da Milano in Umbria e tornare in giornata, anche se a questo non ci pensa nessuno. Poi alcune coppie di treni AV in coincidenza con le linee lente. State tranquilli che li prenderebbero tutti quelli che per andare a Milano non vorranno alzarsi ad ore antelucane. Dopotutto a Milano c’è vita anche in tarda mattinata, senza contare chi farà un viaggio lungo e sarà magari più interessato all’appuntamento con un aereo.
Per finire due cose da suggerire a Stefania Proietti (sempre che non ci abbia già pensato). La prima: perché non riproporre l’alta velocità di rete passante per le città dell’Umbria, Perugia, Assisi, Foligno, Spoleto, Terni? Eppure tecnicamente si tratterebbe di un progetto fattibile. I treni AV usciti ad Orte potrebbero nuovamente canalizzarsi sulla linee AV senza problemi. E’ una proposta fatta più volte che sarebbe sicuramente di grande vantaggio per l’Umbria ma che si è finora scontrata con l’indisponibilità dei gestori ferroviari (FS, Italo, tra poco SNCF, francese) a prenderla anche in considerazione se non pagando cifre esorbitanti a compenso dei minori incassi che avrebbero servendo un bacino di traffico meno popolato. Sono loro che producono e vendono l’orario debbono far quadrare i loro bilanci e non sono gli interlocutori giusti. E qui si apre la seconda questione. Dunque le FS che dovrebbero fornire un servizio universale ugualmente efficiente su tutta la rete hanno diviso l’Italia in due. Chi ha l’AV e chi non ce l’ha. Anche se l’AV l’hanno pagata tutti gli italiani. Dunque chi ha il servizio peggiore dovrebbe essere risarcito, in attesa magari che si realizzi la famosa AVR, cioè l’Alta Velocità di rete che dovrebbe velocizzare tutte le linee nazionali. Invece, avendo un servizio peggiore le Regioni senza AV debbono pagare un ingiusto ed esoso balzello. Ed infatti, ai tempi del ministro Del Rio fu proposto un bonus per compensare le società di trasporto, più o meno equivalente a quello che paga oggi la Regione Umbria per la coppia di treni diretti in partenza da Perugia, tanto per mettere tutte le Regioni alla pari e fu chiamato il “bonus Cascetta” dal nome del consulente che l’aveva proposto. Caduto Del Rio non se ne è parlato più. Non sarebbe il caso di riproporlo oggi? In sede di contratto di servizio tra Fs e Ministero Trasporti? Potrebbe essere un benefico lascito di Salvini intanto che pensa di tornare a fare il Ministro dell’Interno?