Forse è stato un miracolo di San Francesco, ma Meloni ad Assisi ha abbandonato gli atteggiamenti polemici di questi giorni e ha invitato tutti “alla ragionevolezza, all’ascolto degli altri”. Certo che lei di recente non ha dato il buon esempio. Basti ricordare la sua battutaccia sullo sciopero generale non proclamato “per aiutare i palestinesi, ma per avere un week end lungo”. Si può tranquillamente criticare la scelta della Cgil, ma le provocazioni non dovrebbero entrare nel vocabolario di una premier che ha il compito istituzionale di disinnescare le tensioni, non di fare la petroleuse. Comunque ad Assisi ha fatto marcia indietro e ha dovuto abbassare i toni davanti alla Basilica del santo dell’amore, della mitezza e della pace. Un simile comportamento era consigliabile per questo e per molto altro. In primis le grandi manifestazioni che hanno attraversato l’Italia e l’Umbria per condannare il massacro dei palestinesi. Sua sorella Arianna, invece, ga continuato come se niente fosse e ha dichiarato che “Gaza viene usata per attaccare il governo”.
Meloni era ad Assisi il giorno della Festa di San Francesco che è tornato ad essere festa nazionale. Ha parlato davanti a cieca 2000 pellegrini e, dopo di lei, sono intervenuti anche la Presidente della Regione, Stefania Proietti, e il custode del Sacro Convento, Fra Marco Moroni.
di Giampiero Rasimelli
Foto ©Palazzo Chigi
“Palestina libera … e anche Terni” questo lo slogan di uno striscione della CGIL che rende plasticamente il senso della manifestazione che si è snodata il 4 ottobre nella città dell’acciaio tra Piazza della Repubblica, Corso Tacito e piazza Tacito. Dopo una giornata di grande mobilitazione per il popolo palestinese tenutasi ieri 3 ottobre in occasione dello sciopero generale indetto appositamente dalla CGIL in tutta Italia, più di 2000 persone sono scese in piazza a Terni per contestare le parole e i comportamenti abominevoli del Sindaco Bandecchi e per chiederne le dimissioni.
Umbria, una due giorni di grande politica: Meloni e tanto altro
Bandecchi aveva sostenuto che il massacro di oltre 20.000 bambini palestinesi durante l’occupazione di Gaza fosse una fandonia e che le bambine di 9 anni stuprate durante l’occupazione in realtà non erano più bambine perché già mogli o prostitute. Queste dichiarazioni (che abbiamo solo edulcorato per i lettori) oltre che essere state immediatamente diffuse a livello nazionale e internazionale hanno profondamente colpito e umiliato la cittadinanza ternana, ricca di coscienza civile e di una lunga storia di lotte per i diritti, per l’emancipazione e per la solidarietà con i più deboli.
Queste dichiarazioni hanno prodotto una rottura più profonda di quanto probabilmente Bandecchi, nel suo ingombrante narcisismo, sia portato a pensare. Per due motivi. Uno è che di fronte all’immane tragedia di Gaza quelle parole sui bambini e le bambine palestinesi vittime dell’orrore più inspiegabile sono state percepite non come semplicemente inopportune, ma come uno sfregio, una ferita inferta alla coscienza collettiva, al senso morale della convivenza. Una reazione che ha travalicato gli schieramenti e le personali opzioni politiche o sensibilità culturali.
Il secondo motivo sta scritto in un altro striscione, quello che apriva il lungo corteo di protesta: “Terni è migliore di chi la governa !”. Cioè a dire, dopo gli insulti, gli sputi, gli schiaffi elargiti dal Sindaco Energumeno ad avversari politici, cittadini, tifosi e persino a vigili urbani … dopo aver vissuto e sopportato tutte le vicende legate alla Ternana Calcio, al progetto stadio clinica, alla cessione della Ternana che hanno configurato un coacervo di conflitti di interesse inestricabile e indicibile … dopo essersi opposto da Presidente della Provincia al nuovo Ospedale di Narni-Amelia (già finanziato) per giocarsi questo ricatto nell’intento di sollevare un conflitto campanilistico sul nuovo Ospedale di Terni, priorità riconosciuta da tutti e per la quale è necessario unirsi per trovare le ingenti risorse necessarie … dopo tutto questo, una larga parte dei cittadini di Terni comincia ad interrogarsi se Bandecchi sia il degno rappresentante del governo cittadino oppure sia un male profondo per la città, una figura irrimediabilmente inadeguata per affrontare i problemi di Terni e per dare forza e lustro alla rappresentanza del secondo, importante capoluogo dell’Umbria, sia in ambito regionale che nazionale.
Questo è stato anche il senso della manifestazione, un seme gettato in uno stagno ormai troppo inquinato da un personaggio che sta superando ogni limite. Per questo una delegazione dei manifestanti si è portata poi in Prefettura per segnalare al Prefetto l’allarme per i comportamenti e le parole indegne del Sindaco e l’inquietudine della cittadinanza per la conduzione dell’istituzione comunale da parte del Primo Cittadino. E’ tutto esagerato? Come dice il Ministro Tajani, capo di Forza Italia, bisogna avere pazienza e comprensione per le intemperanze caratteriali di un personaggio esuberante come Bandecchi? La risposta di questa grande piazza e di larga parte della cittadinanza è che la misura è colma, che qualcosa si è rotto nel profondo tra Terni e Bandecchi. Certo, il Sindaco che da’ del mafioso a tutti è ancora forte delle sue camarille, della sua capacità di promettere il falso (uno sport molto in voga in questi tempi difficili), ma la sua figura è sempre più logora.
I ternani, di fronte alla crisi del sistema politico cittadino, di fronte ai colpi inferti dalle trasformazioni alla identità della città industriale e di fronte alla incapacità di offrire un progetto alternativo per lo sviluppo di Terni, una chance credibile per il suo futuro, si sono rifugiati nell’alterità di Bandecchi, nel suo essere contro tutti, nel suo mostrarsi superuomo tra i felloni, ma a tutto c’è un limite: la dignità. E pare che queste dichiarazioni ignobili sul dramma di Gaza abbiano superato questo limite e acceso un interrogativo serio su Bandecchi e su Terni.
La politica deve essere o almeno provare ad essere innanzitutto civiltà, rispetto, tutela dei deboli, concretezza, innovazione, convivenza, cioè tutto quanto noi siamo abituati a chiamare sin qui democrazia. A Terni questi valori e questi limiti sembrano essere stati superati. Dopo questo pronunciamento di piazza, l’opposizione sarà chiamata ad aprire una nuova stagione di confronto e di progettualità, di partecipazione che dia nuovi riferimenti ai cittadini di Terni: é un problema essenziale per la città e per l’Umbria. La piazza ha chiesto ripetutamente le dimissioni del Sindaco, senza mezzi termini. Vedremo cosa farà il Sindaco di fronte a questa sfiducia, vedremo se mulinerà ancora i suoi bicipiti o se cercherà di mutare atteggiamento, vedremo se emergeranno nella città nuove energie capaci di interpretare un nuovo percorso di riscatto della città, vedremo se il centrodestra vorrà ancora farsi inquinare il sangue dal Sindaco Energumeno o se vorrà cercare altre strade.
Le parole di questi giorni e il grido di vergogna di Terni hanno aperto una nuova partita che si giocherà nei prossimi mesi. Noi, da queste pagine cercheremo di esserne testimoni attenti.