di Giampiero Rasimelli
Si sono susseguiti in questi giorni una serie di eventi di cui non so quanto i cittadini, data la confusione che si è creata, abbiano compreso appieno il senso. Ritengo perciò che sia utile approfondirli e tentare di darne una lettura semplice.
SANITà, LA SFIDA VERA è PUNTARE SULLA QUALITà DEL SERVIZIO
SANITà, MEGA SCONTRO TESEI-PROIETTI. COSA C’è DIETRO
SANITà, IL BUCO C’è. QUANDO LA POLITICA DIVENTA RISSA
- Cominciamo dalla Regione che ha annunciato una manovra fiscale aggiuntiva al fine di liberare il bilancio dal peso del disavanzo sanitario. Martedi scorso in un incontro col Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato appurato che il fabbisogno cui far fronte per ripianare la spesa sanitaria e di 73 milioni di euro. Si è così chiusa, si spera, una lunga diatriba sull’entità di questo “buco” che ha angustiato per giorni le cronache giornalistiche e l’attenzione dei cittadini. La cifra è definitivamente composta da 2 dati. Il disavanzo sanitario di 34 milioni e il fondo di dotazione negativo delle Aziende sanitarie per 39 milioni. Dati che potevano sicuramente essere presentati dalla Regione in modo diverso, meno criptico e contraddittorio, più partecipato, ma che rappresentano una faccia (purtroppo una soltanto) del preoccupante malessere del sistema sanitario umbro. A fronte di questo fattore, che rischia, a norma di legge, se non affrontato e risolto entro i termini previsti, di far mettere sotto tutela la Sanità umbra e, soprattutto, di creare seri problemi alla gestione complessiva del bilancio della Regione Umbria, con ricadute serie e drammatiche in diversi settori strategici dell’amministrazione e delle politiche regionali, la Giunta Regionale ha avanzato una proposta di manovra fiscale aggiuntiva che possa consentire di liberare il bilancio regionale da questa importante difficoltà. Le opposizioni in Consiglio Regionale, ieri al governo, hanno fatto il diavolo a quattro sostenendo che sulla base di dati falsi relativi alla Sanità, l’attuale Giunta voleva aumentare le tasse in Umbria in modo che la Presidente Proietti potesse spendere e spandere senza freni. Così facendo hanno immediatamente innalzato e agitato la tanto amata bandiera antitasse, cara a quelli che purtroppo le tasse le pagano sempre e ancor di più a quelli che le tasse non le pagano mai. Dati destituiti di fondamento? Ora che si è pronunciato il MEF del Ministro Giorgetti è difficile sostenerlo. Ma si dovrebbe sapere che quasi tutte le Regioni hanno affrontato o stanno affrontando questo problema. Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Molise, Liguria, Toscana lo hanno fatto negli ultimi 2/3 anni, Emilia Romagna, Abruzzo ed Umbria esaminano adesso manovre fiscali simili. Il tutto è accaduto e accade in contesti economico-sciali differenti e con maggioranze politiche di governo del tutto diverse. All’Umbria, però, questo guaio tocca dopo pochi mesi dalle elezioni regionali in cui la sanità è stato uno dei principali, se non il principale terreno di scontro. Il centrodestra ha preso una sonora bocciatura alle elezioni pur avendo sostenuto di aver risanato il sistema sanitario regionale ricevuto in condizioni pietose, afflitto dalla “sanitopoli rossa”, e di aver investito come non mai in sanità. Evidentemente i cittadini non gli hanno creduto. Oggi però il centrodestra insiste ancora con la campagna sui disavanzi falsi e le ingiustificate tasse ai cittadini. Eppure se tutti i dati segnalano un preoccupante declino del sistema sanitario regionale, se c’è una costante tendenza di fuga di dirigenti sanitari, di medici, di infermieri dalla sanità regionale, se sempre più cittadini umbri vanno a curarsi fuori regione e sempre meno pazienti di altre regioni vengono ad usufruire delle nostre strutture sanitarie, una qualche responsabilità di chi ha governato negli ultimi 5 anni ci sarà. Ma i cittadini hanno capito male, dicono dal centrodestra, non siamo riusciti a spiegare tutto quello che abbiamo fatto. E allora si ricorre al movimento antitasse! Certo non tutto ricade a carico della giunta Tesei, la responsabilità principale risale all’idea sbagliata e di destra di una aziendalizzazione sanitaria cieca e senza principi, che ha caratterizzato per lo più gli ultimi 25/30 anni, una aziendalizzazione fatta senza progetto e senza attenzione ai diritti Costituzionali. Di questo è in parte responsabile anche certa cultura della sinistra che ha flirtato a lungo con le idee aziendaliste. La verità, come ha detto il senatore di FdI Zaffini, è che tutte le aziende sanitarie italiane sono in perdita e che il fondo nazionale è del tutto insufficiente, nonostante i continui proclami della Presidente Meloni. Bene, in Umbria la somma negativa tra quanto perdono le aziende sanitarie e quanto ripiana il fondo nazionale è 73 milioni. E qualcuno li deve pagare. La buona notizia che viene dalla limatura delle cifre e dai negoziati avviati col MEF è che la manovra sarà sensibilmente più bassa di quella annunciata (si parla di 52 milioni e non più di 90), che i redditi più bassi ne saranno del tutto esenti (pare fino a 28000 euro di reddito) e che non si farà ricorso all’aumento del bollo auto. L’altra buona notizia è che questa manovra, col concorso solidale dei cittadini, libererà il già esangue bilancio regionale da questo peso sanitario e soprattutto, riportando sotto controllo i conti, si potrà finalmente parlare di riforme strutturali, di Piano Sanitario Regionale, di liste d’attesa, di medicina territoriale, di digitalizzazione e ammodernamento tecnologico della nostra sanità. Tutte cose che avrebbe potuto affrontare con maggior successo di quanto ha fatto il centrodestra, tutte cose sulle quali si misurerà la responsabilità della Presidente Proietti una volta ripulito il tavolo da gioco da debiti, buchi ed omissioni. Bene che la Tesei abbia espresso solidarietà alla Proietti per gli incredibili attacchi d’odio ricevuti dai “leoni della tastiera” che pullulano nella rete !! Oggi però la Tesei è tornata al suo ruolo di adepta salviniana e ha spinto l’opposizione all’estremo tentativo di sabotare la manovra per far deragliare l’azione della Giunta e il negoziato col MEF. La nostra novella Masaniello vuole giocarsi tutte le carte per suscitare e intestarsi la protesta antitasse. Non solo le manifestazioni di attivisti davanti a Palazzo Donini, ma anche ostruzionismo e filibustering in aula, su un provvedimento simile a quello fatto anche dalle regioni governate dal centrodestra. La mozione di sfiducia, presentata contro la giunta Proietti, non ha nessuna possibilità di prendere la maggioranza dei voti, può però consentire – se accettata dalla Presidente del Consiglio – di ritardare i tempi dell’approvazione della manovra fiscale oltre il 15 aprile, termine ultimo per votarla. E’ appena il caso di notare che il filibustering è una pratica di opposizione estrema, ovviamente lecita ma che molto raramente viene applicata. La Tesei, passata questa stagione di propaganda muscolare, dovrebbe semplicemente ammettere, prima o poi, di aver sbagliato nella gestione della sanità umbra e invece che scatenare la rivolta antitasse dovrebbe liberare dal piombo di un conclamato fallimento di governo le ali del centrodestra in Umbria. Altrimenti questo non tornerà facilmente a conquistare credibilità tra i cittadini !
- E ora veniamo più rapidamente alle vicende del Comune di Perugia. Anche qui accade qualcosa di clamoroso. Nel pieno della querelle sul buco della Sanità regionale l’Assessora al bilancio del Comune di Perugia Alessandra Sartore annuncia di aver trovato con un’opera di ripulitura del bilancio comunale ben 28 milioni di euro che possono portare un insperato sollievo alle casse comunali in un momento particolarmente critico. Ora c’è bisogno di conferma di questi numeri e la farà il Consiglio Comunale. Il centrodestra è subito insorto invocando lo spelling delle cifre e dei capitoli di spesa. In realtà si tratta del fatto che anche in questo caso una signora puntuta ed esperta, la Sartore, è arrivata e ha voluto vedere in profondità i conti e poi ha parlato. Mentre in sanità la Giunta Tesei ha dato fondo a tutte le risorse disponibili o come si dice “ha raschiato il barile”(prova ne sono i 39 milioni di saldo negativo del Fondo di dotazione), in Comune, al contrario, risulta una quantità di soldi non spesi. Dice subito l’ex Sindaco Romizi: “non è possibile, ora vedremo, si tratterà di operazioni contabili, di poste messe da un capitolo a cofinanziamento di progetti più importanti, di crediti inesigibili!”.. Vedremo, appunto, ma un Sindaco (ex) si dovrebbe preoccupare che di questi tempi in un Comune gli si faccia carico di non aver utilizzato, per un motivo o per l’altro, tutte le risorse disponibili, perché dall’altra parte ci sono le buche, i disservizi, i trasporti che non funzionano, le periferie senza risorse, la vita di comunità senza investimenti … e tanto altro ancora, come la follia al contrario del Metro Bus. Di fronte a ciò e in attesa dell’analisi dei numeri che fa il buon Romizi ? ritira fuori il presunto buco di bilancio dell’Amministrazione Boccali, quello che insieme all’arroganza e alla sanità, gli ha fatto perdere il Comune di Perugia, senza che nemmeno se ne accorgessero come centrodestra. Quel buco di bilancio non è mai esistito, lo attesta il documento di rendiconto annuale del bilancio comunale firmato dallo stesso Romizi a fine del primo anno del suo mandato. Ma da 10 anni va avanti questa favola. Mentre è vero che la Giunta Maddoli e quella Boccali ripianarono somme rilevanti di crediti inesigibili. Se le cose stanno come le racconta la Sartore, bene per il Comune e per i cittadini di Perugia e l’ex sindaco Romizi non ci fa una gran figura.