Salta al contenuto principale

Guido Perosino, già AD di Quadrilatero Marche-Umbria e di Anas International, ha fatto per Passaggi Magazine una dettagliata analisi dello stato delle strade umbre. Nella prima puntata si è occupato del Nodo e del Nodino, nella seconda di tutte le vie di comunicazione regionali. Quella che segue è la terza e ultima puntata. 

INFRASTRUTTURE/1 FINANZIAMENTI EUROPEI PER IL NODO DI PERUGIA

STRADE UMBRE/2 LA E45 E’ UN ETERNO CANTIERE. COME EVITARLO

di Guido Perosino

In Umbria, la necessità di interventi infrastrutturali tempestivi e efficaci si fa dunque sempre più pressante anche a causa dei tempi lunghi e già a lungo procrastinati delle opere progettate e non ancora realizzate. 

E’ pertanto necessario far precedere ogni ulteriore passaggio infrastrutturale importante da un piano di manutenzioni straordinarie, l’eliminazione degli imbuti stradali, l’ampliamento delle rampe e delle carreggiate di collegamento: ogni azione richiede una pianificazione attenta e una realizzazione rapida per migliorare la mobilità e la sicurezza sulle strade, specialmente attorno al capoluogo.

Le infrastrutture stradali dell’Umbria mostrano segni di usura che non possono essere ignorati. La manutenzione straordinaria è vitale per prevenire degrado e incidenti, soprattutto su quelle arterie che sopportano un traffico pesante quotidiano. Investire in manutenzioni programmate e frequenti non solo prolunga la vita delle strade ma garantisce anche sicurezza e fluidità del traffico, riducendo i rischi per automobilisti e pedoni.

Uno dei problemi più critici per la mobilità urbana e regionale è rappresentato dagli imbuti che si formano nelle immissioni tra le principali arterie stradali. Questi punti di congestione sono particolarmente problematici attorno a Perugia, dove l’intensità del traffico si accentua. Rimuovere questi imbuti non solo migliora il flusso del traffico ma riduce anche il tempo di percorrenza e l’impatto ambientale dovuto alle emissioni dei veicoli fermi.

L’ampliamento delle rampe di accesso e delle carreggiate di collegamento è un altro intervento cruciale che necessita di una realizzazione immediata. Con l’aumento del volume del traffico, queste infrastrutture sono spesso insufficienti a gestire l’afflusso di veicoli, causando rallentamenti e aumentando il rischio di incidenti. L’espansione di queste strutture è essenziale per assorbire il traffico crescente e per preparare le reti stradali a future esigenze di trasporto.

È fondamentale riconoscere che mentre alcuni interventi possono essere realizzati relativamente in breve tempo, altre infrastrutture richiedono anni di lavoro e di attesa. La complessità dei progetti, le approvazioni burocratiche, la disponibilità finanziaria e l’impatto ambientale sono tutti fattori che influenzano i tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali. Pertanto, è imperativo iniziare subito la pianificazione e l’attuazione di queste opere per assicurare che siano operative quando saranno più necessarie.

Infine, soprattutto per quanto riguarda gli accessi alle principali aree urbane, quelli attualmente più congestionati, in particolare quello di Perugia (vedi il tema Nodo e Nodino) sarebbe essenziale effettuare uno screening puntuale dei passaggi veicolari per tipo di utenza e fascia oraria. Analizzando i dati raccolti, sarebbe possibile identificare i picchi di traffico e le tipologie di veicoli più frequenti, consentendo agli urbanisti di progettare zone di intermodalità ottimizzate. Queste zone, situate strategicamente, faciliterebbero il passaggio dal veicolo privato al trasporto pubblico, riducendo così il numero di auto private sulle strade. La diminuzione del traffico veicolare non solo alleggerirebbe la congestione nelle arterie cruciali che portano ai centri urbani, ma contribuirebbe anche a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, migliorando la qualità della vita urbana e sostenendo gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

Stazione Alta Velocità di Creti: una promessa mancata per l’Umbria

La scelta di localizzare la Stazione Alta Velocità Medio Etruria a Creti è diventata un punto di critica intensa. Sebbene designata per servire l’Umbria, la sua posizione ai confini con la Toscana non offre una soluzione praticabile per gli abitanti delle aree centrali e meridionali dell’Umbria, rendendola di fatto un servizio inaccessibile per una grande parte della popolazione regionale. Con un investimento di 79 milioni di euro e l’attivazione prevista per il 2029, questa scelta sembra ignorare le reali necessità di mobilità ad alta velocità dell’intera regione, configurandosi come una presa in giro per i cittadini umbri.

L’Aeroporto Internazionale dell’Umbria: tra potenzialità e integrazione mancante

L’Aeroporto Internazionale “San Francesco d’Assisi” ha il potenziale per trasformarsi in un hub centrale; l’aumento dei passeggeri è certamente un punto focale che è divenuto un tema di partenza e non di arrivo, infatti la mancanza di collegamenti efficienti da e verso l’aeroporto, limita gravemente il suo impatto. Ampliare le rotte aeree è fondamentale, ma senza un’integrazione con la rete ferroviaria e i trasporti pubblici, l’aeroporto non può aspirare a diventare un vero motore di crescita economica e turistica per la regione.

Verso un futuro infrastrutturale sostenibile

L’Umbria sta a un bivio: può continuare sulla strada delle infrastrutture incomplete e non funzionali oppure può scegliere di rivedere radicalmente i suoi progetti infrastrutturali. Un impegno politico rinnovato e un reale coinvolgimento della comunità sono essenziali per garantire che le future infrastrutture non solo siano realizzate, ma che siano anche sostenibili e funzionali. Affrontare con decisione la questione dei finanziamenti e delle scelte progettuali errate sarà determinante per trasformare l’Umbria in una regione veramente competitiva e connessa, capace di superare l’isolamento e di attrarre investimenti a beneficio di tutti i suoi cittadini.