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di Giampiero Rasimelli

Il 31 dicembre è il giorno dei bilanci, più o meno esaltanti, di quanto accaduto nell’anno trascorso, un giorno dedicato a capire quanto è realmente successo. Capodanno è invece il giorno dei propositi, delle speranze, ma anche dei timori per le sfide che si addensano di fronte a noi, un giorno dedicato alla festa, alla speranza lungimirante e all’esercizio di una razionalità lucida e sincera.
Per Perugia e l’Umbria il 2024 è stato un anno di grandi cambiamenti, politici, istituzionali ed economici innanzitutto. E’ stato l’anno della presa di coscienza della depressione economica e sociale che da tempo attanaglia i nostri territori e dell’insufficienza dell’azione politico-istituzionale a farvi fronte con vigore, progetto ed efficacia. Chi ha vinto in larga parte e contro tanti ed erronei pronostici, le elezioni Comunali di fine primavera e poi le Regionali di novembre, ha ragione di festeggiare, si è trattato di una vittoria netta, di una chiara espressione della volontà popolare che ha manifestato la necessità di cambiare strada e velocità d’azione di fronte alla crisi che viviamo. Anche le percentuali di partecipazione al voto, lontane da quanto sarebbe auspicabile e necessario, ma collocate ai vertici più alti dei dati nazionali, testimoniano della nettezza e convinzione con cui i cittadini hanno espresso il loro voto pur nelle difficoltà che la politica e la democrazia vivono in questo nostro tempo difficile.
Ora che la lunga campagna elettorale è finita bisogna passare rapidamente dalle denunce e dalle proposte, elettorali appunto, agli intendimenti, ai proponimenti e alle azioni concrete.
Chi ha perso le elezioni sarebbe auspicabile che, nell’interesse dell’Umbria, smettesse di correre sul filo delle bugie, delle falsità strumentali dettate dalla necessità di difendere un operato insufficiente e che accettasse invece una sfida sincera sui contenuti dell’azione e dei progetti di governo mettendo in campo quanto ha o dice di avere come classe dirigente. Se non facesse questo della sua esperienza di governo dell’Umbria rimarrebbero solo la boria e l’arroganza che hanno allontanato la destra dai cittadini, oppure un populismo povero di idee e carico di aggressività e di odio.
Chi, invece, ha vinto le elezioni si porterà dietro il grande entusiasmo della lunga cavalcata cui ha dato vita con un crescendo spiazzante e inarrestabile, una maggiore consapevolezza della gravità della situazione nella quale si trovano i nostri territori, rinnovate idee e speranze, ma anche un carico di aspettative non semplice da gestire e soddisfare nella situazione data e che imprimerà un carattere di urgenza a tutte le istanze che il lungo confronto nelle città e nella società regionale ha individuato in campagna elettorale e che la realtà propone e proporrà a getto continuo.
E’ bene fissare questi concetti semplici, ma non banali, per capire cosa potrà succedere in Umbria nei prossimi mesi, nel 2025. La sfida di governo sarà incalzante e dovrà trovare il giusto equilibrio tra lucidità, ritmo, efficacia e la capacità di trasmettere una visione credibile alla società regionale sul futuro dei nostri territori. Una capacità di progetto che almeno contrasti il vuoto di idee che ha preceduto questa fase e che ha implementato tra i cittadini un senso di inutilità e di distanza della politica dalla realtà.
La campagna elettorale ha evidenziato alcuni temi prioritari ed essenziali su cui verrà immediatamente valutata la credibilità, l’ambizione e l’efficacia dell’azione di governo.
La Sanità, che richiederà scelte chiare e rapide sullo stato delle finanze sanitarie in Regione, sulla governance del sistema sanitario regionale, qualche prima, efficace risposta ai disagi dei cittadini e l’indicazione di un percorso credibile per arrivare ad un piano sanitario regionale, fin qui assente, che abbia al centro il rafforzamento e l’innovazione della medicina territoriale.
I trasporti e la mobilità. Una delle questioni strutturali che lega economia, connessione dei territori, rivitalizzazione ed innovazione dei nostri centri storici, il nostro patrimonio più prezioso. Senza un grande progetto che possa essere negoziato in tempi rapidi col Governo Nazionale non ci sarà una vera prospettiva di rilancio della nostra economia e della sua competitività e non vi sarà miglioramento per le condizioni di vita nelle nostre città. Nel contempo si dovrà fare ogni sforzo per dare risposte minime e per operare sperimentazioni innovative in ogni campo. Un grande progetto visibile e credibile potrà permettere anche di superare dubbi, diffidenze o resistenze su singole questioni e contribuire così ad una spinta unitaria.
Ambiente, innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile. La Presidente Proietti ha lanciato in campagna elettorale un’idea molto ambiziosa, quella di dare una svolta di innovazione al nostro sistema produttivo e industriale orientando grandi progetti di innovazione tecnologica, di manutenzione e tutela ambientale, di rigenerazione urbana, di servizi legati alla formazione e all’economia del turismo, all’energia, al ciclo dei rifiuti, alla prevenzione antisismica. Ora di tutto questo si dovrà dare traccia concreta e nel contempo fare tutto il possibile per difendere il nostro sistema industriale sotto forte pressione in tutte le direzioni. Per un’opera di questo tipo bisognerà identificare percorsi credibili e competenze di alta qualità capaci di contribuire a indirizzare i progetti e le scelte operative. Può iniziare una nuova storia del nostro sistema industriale che valorizzi le punte d’eccellenza che hanno resistito e che sono cresciute in questi difficili decenni, ma che produca anche una nuova articolazione delle linee di sviluppo per allargare e qualificare la base produttiva e creare nuovo lavoro. Tutto questo richiederà un grande sforzo e una grande capacità di coinvolgimento della società regionale, i primi passi saranno essenziali.
Il turismo, che è partito bene anche quest’anno. Si è detto in questi mesi che dopo lo schiaffo del Covid la priorità dell’Umbria è lavorare sulla promozione e comunicazione, ma anche e soprattutto sulla qualificazione dell’offerta turistica in tutti i campi necessari, appunto per consolidare una crescita che non può vederci come contenitore passivo, ma come soggetto capace di aumentare l’attrattività del nostro patrimonio, storico, culturale, ambientale e di far compiere un salto di qualità all’industria del turismo. Questo tema è strettamente connesso a quello dei trasporti, della mobilità, della valorizzazione urbana e delle zone interne e ai modelli di gestione del nostro patrimonio culturale. Quello che serve innanzitutto è definire una forte e coesa cabina di regia, un lavoro di forte coordinamento e innovazione che dia luogo a forti linee di progetto. Ed è quello di cui si può dar traccia subito, in tempi relativamente brevi.
Una nuova classe dirigente si è messa in gioco e gli elettori le hanno dato consapevole fiducia. C’è stata l’idea non tanto di votare turandosi il naso, ma, al contrario, di dare vita ad una scommessa nuova. La coalizione di centro sinistra ha avuto il merito di proporre questa novità la cui vitalità va tenuta accesa senza incertezze. Il negoziato sulla formazione della giunta regionale non ha dato questa sensazione e solo una forte collegialità e coesione potranno rimediare alla percezione che si è avuta. Ferdinandi e Proietti (innanzitutto) devono dare all’Umbria, a Perugia e in prospettiva a Terni i segnali di un cambio di passo sul versante della progettazione e della capacità di tenuta e innovazione amministrativa. Le forze politiche debbono essere capaci di produrre idee e di mobilitare competenze, discussioni, partecipazione. Questo vale per il centrosinistra ma vale anche per la destra, se non vorrà andare ancora incontro a sconfitte dolorose in Umbria e non solo.
Quindi il 2025 sarà l’anno delle prime azioni e dei primi rendiconti. Che cosa sarà stato fatto a Perugia ? Quali scelte e quali indirizzi avrà maturato il lavoro del nuovo Governo Regionale ? Per questo si deve lavorare da subito e senza sosta, come ha detto Stefania Proietti, e senza accontentarsi della navigazione a vista, ma alzando costantemente lo sguardo verso i nodi strutturali, pur portando il peso di una quotidianità e di un’eredità non facili da gestire. Hic sunt leones !!! Questa è la sfida pericolosa ed entusiasmante che attende la nuova classe dirigente.
Ancora una cosa sul dibattito politico. Avverto il ritorno di una discussione stantia e a mio modo di vedere controproducente, sul Civismo e sul centro (inteso come collocazione politica). Non prendiamoci in giro, lo schieramento progressista ha assoluta necessità di allargare i suoi confini a livello locale e nazionale. Se il Civismo di varia natura raccoglie circa il 18% a Perugia e quasi il 10% a livello regionale una ragione ci sarà. Se Vittoria Ferdinandi e Stefania Proietti sono state le punte di lancia del cambiamento politico in Umbria vorrà pur dire qualcosa. Il PD ha avuto una grande crescita, o meglio, un forte ritorno, ma sospinto da queste scelte che ha fatto insieme alle altre forze politiche, gli è stato riconosciuto il coraggio di queste scelte. Questa transizione durerà a lungo e a livello locale l’apporto del Civismo sarà sempre strategico, lo vedremo, credo, anche a Terni, è ora di chiudere questa discussione e di dare tutte le opportunità possibili di crescita ai Civismi che vogliano contribuire in proprio allo schieramento progressista. Così come è il momento che i Civici che hanno già fatto esperienza si muovano per consolidare i loro percorsi partecipativi, senza fermarsi solo ai momenti elettorali. Il Civismo ha prodotto anche esperienze negative e fallimenti che abbiamo bene a mente, l’unica garanzia che si può avere è quella del suo collegamento con percorsi partecipativi continuamente vitali e attivi.
E anche sul centro, smettiamo di dividerci su schemi e raffigurazioni consunte, il centro esiste ed esisterà nel modo in cui saprà proporsi. Ci sarà certamente un elettorato di centro che vorrà confrontarsi e collaborare col centrosinistra progressista, ma non saranno altri a definire quale sarà e da chi sarà rappresentato e soprattutto da chi sarà votato. Ha ragione Schlein, che ha rotto gli schemi politicistici, tanto cari ai media, e ha detto: io metto i contenuti, provo a definire un programma confrontandomi con chi è disponibile e con chi ci sta a creare una mobilitazione nel paese … è così che si allarga lo schieramento, senza chiedere pregiudiziali che non siano quelle democratiche, Repubblicane e antifasciste. Tutto il resto è semplicemente inutile e alla lunga è stato e potrebbe, se insistiamo, tornare ad essere controproducente.
Come promesso Passaggi Magazine accompagnerà tutte queste discussioni, in piena autonomia di cronaca, di giudizio e di proposta … Buon 2025 a tutte e tutti e Buon 2025 alla nostra splendida e un po’ acciaccata Umbria !!