di Andrea Bernardoni*
In Italia la spesa sociale media pro-capite, nel 2022, ammonta a 154 euro all’anno, con forti diseguaglianze territoriali, in Umbria la spesa sociale pro-capite è di 117 euro, l’Umbria è tra le regioni del Paese con la spesa sociale più bassa. Questo dato non pone solo tema di equità e giustizia sociale ma anche di produttività e competitività del sistema delle imprese. Per queste ragioni è prioritario incrementare il livello della spesa sociale dei Comuni umbri, raggiungendo il valore medio nazionale.
L’Istat ha recentemente presentato i dati relativi alla spesa dei Comuni per i servizi sociali e socio-educativi. Nel 2022 la spesa sociale dei Comuni italiani è stata pari a 10,9 miliardi di euro, di cui 812 milioni rimborsati dalla contribuzione a carico degli utenti e 1,2 miliardi finanziati dal Servizio Sanitario Nazionale. La spesa è aumentata del 5,8% rispetto all’anno precedente, vi sono però importanti e persistenti disuguaglianze territoriali sia tra grandi centri e aree interne che tra le diverse aree geografiche del Paese.
La spesa media pro-capite, nel 2022, ammonta a 154 euro all’anno, con marcate differenze regionali: il valore minimo è di 38 euro pro-capite in Calabria e quello massimo è di 607 euro pro-capite nella Provincia Autonoma di Bolzano.
Significativo è anche il divario tra centri abitati e piccoli comuni: la spesa media pro-capite è decisamente più alta nelle città con più di 50mila abitanti (196 euro), mentre si mantiene sotto la media nazionale per i Comuni più piccoli.
I gravi ritardi dell’Umbria
In questo quadro, caratterizzato da forti diseguaglianze, la spesa sociale in valori assoluti dei Comuni dell’Umbria nel 2022 è stata pari a 100,7 milioni di euro mentre la spesa media pro-capite è stata pari a 117 euro ampiamente al di sotto della media nazionale (154 euro) e della spesa pro-capite delle regioni del Centro (165 euro). Le regioni che hanno una spesa sociale pro-capite inferiore a quella dell’Umbria sono solamente la Sicilia, il Molise, l’Abruzzo, la Campania, la Basilicata e la Calabria. Le regioni che confinano con l’Umbria hanno livelli di spesa sociale superiori a quelli umbri (le Marche spendono 132 euro pro-capite) e, in alcuni casi, molto più elevati di quelli umbri: la spesa della Toscana è di 168 euro mentre il Lazio raggiunge i 180 euro.
In termini assoluti la minore spesa sociale dei Comuni umbri è molto significativa: se i Comuni umbri avessero speso per i servizi sociali quanto spendono in media i Comuni italiani nel 2022 la spesa sociale sarebbe stata di 132,3 milioni di euro (e non 100,7); mentre se i Comuni umbri avessero speso per i servizi sociali quanto spendono in media i Comuni della Toscana la spesa sociale sarebbe stata di 143,6 milioni di euro.
Analizzando i dati forniti dall’Istat del periodo 2012-2022 emerge che la spesa sociale dei comuni dell’Umbria è aumentata sia in termini aggregati che pro-capite. Nel 2012 la spesa
pro-capite era di 88 euro e la spesa in valori assoluti raggiungeva i 78,6 milioni di euro. Questa crescita, tuttavia, non ha permesso di ridurre le distanze tra l’Umbria e le altre regioni del paese che anzi sono aumentate: nel 2012 il ritardo rispetto alla spesa pro-capite media italiana era di – 28,8 euro, questo ritardo nel 2022 ha raggiunto i – 37 euro.
Spesa per interventi e servizi sociali dei comuni
| 2012 | 2022 | |||||
| REGIONI E RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE | Spesa (a) | Spesa pro-capite | Spesa (a) | Spesa pro-capite | ||
| Valori assoluti | Valori assoluti | Valori assoluti | ||||
| Umbria | 78.587.048 | 88,8 | 100.745.072 | 117 | ||
| Nord-ovest | 1.991.474.873 | 126,0 | 2.615.635.487 | 165 | ||
| Nord-est | 1.831.318.554 | 159,5 | 2.449.740.356 | 212 | ||
| Centro | 1.681.481.387 | 144,5 | 1.939.801.627 | 165 | ||
| Sud | 716.788.043 | 51,3 | 1.153.559.627 | 86 | ||
| Isole | 761.329.004 | 114,7 | 957.814.015 | 150 | ||
| ITALIA | 6.982.391.861 | 117,3 | 9.116.551.112 | 154 | ||
(fonte: Istat 2015; Istat 2025)
Distanza dell’Umbria dall’Italia nella spesa sociale pro-capite
| Spesa Pro-capite 2012 | Distanza dell’Umbria | Spesa Pro-capite 2022 | Distanza dell’Umbria | |
| Nord-ovest | 126,0 | -37,5 | 165 | -48 |
| Nord-est | 159,5 | -71,0 | 212 | -95 |
| Centro | 144,5 | -56,0 | 165 | -48 |
| Sud | 51,3 | 37,2 | 86 | 31 |
| Isole | 114,7 | -26,2 | 150 | -33 |
| ITALIA | 117,3 | -28,8 | 154 | -37 |
(fonte: Istat 2015; Istat 2025)
Gli impatti della bassa spesa sociale
La spesa sociale finanzia gli interventi a favore dei minori e delle famiglie con figli, i servizi a favore delle persone con disabilità, i servizi agli anziani ed il contrasto alla povertà. La bassa spesa sociale dei Comuni umbri penalizza le persone più fragili che possono contare su servizi sociali meno strutturati e pone un problema di equità e giustizia sociale. La ridotta spesa sociale, però, ha effetti negativi anche sulla competitività e sulla produttività del sistema delle imprese.
Una rete di servizi sociali meno strutturata, infatti, carica le famiglie e soprattutto le donne del lavoro di cura. Questo determina una minore partecipazione femminile al mercato del lavoro; vite lavorative intermittenti e alta incidenza di part-time involontario. In altre parole un basso livello di servizi sociali penalizza la quantità e la qualità del lavoro femminile.
La priorità per una crescita inclusiva: recuperare i divari con le regioni del Centro
È per queste ragioni prioritario incrementare la spesa sociale dei Comuni, recuperando nei prossimi cinque anni i divari con le altre regioni del Centro, potenziando la rete dei servizi sociali a favore dei cittadini più fragili.
Nei prossimi mesi la Regione Umbria avvierà il percorso di costruzione del nuovo Piano Sociale, crediamo che il primo obiettivo che il nuovo piano si deve dare è definire, in accordo con i Comuni dell’Umbria, un percorso che preveda un incremento progressivo della spesa sociale sino a raggiungere i 150 milioni di euro nel 2030, assegnando alle singole zone sociali degli obiettivi annuali di spesa chiari e verificabili. Solo con un impegno di questo tipo l’Umbria potrà recuperare il ritardo accumulato negli anni, innovando e potenziando la rete dei servizi sociali.
*Andrea Bernardoni è presidente Legacoopsociali Umbria, responsabile Area Ricerche presso Legacoopsociali Nazionale, responsabile Ufficio economico e finanziario presso Legacoop Umbria.



