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Simboli e significati dei riti medievali di primavera nelle feste di Gubbio, Assisi e Narni. L’antichissima lavorazione del vetro a Piegaro e i tulipani arrivati da Harlem a Castiglion del Lago: i sei appuntamenti rievocano avvenimenti storici e suggestioni religiose e pagane.

di Porzia Corradi

Fra le bellissime colline umbre in maggio spuntano tante feste storiche: corse, cortei, tenzoni. La regione assume colori forti ed è piena di affascinanti suggestioni.

Partiamo dai rossi e dagli arancioni dei petali dei tulipani. A Castiglion del Lago gli appuntamenti legati a questo straordinario fiore sono già iniziati il 27 aprile, ma ce ne sono ancora: il tre maggio si svolerà in notturna la splendida sfilata di carri allegorici guarniti di tulipani che chiuderà una settimana di appuntamenti. Sarà un trionfo dei colori.

Perché in questa cittadina sul Trasimeno si festeggia un fiore di origine non italiana e tantomeno umbra? Qui entra in scena la storia e non quella medioevale come di solito accade. Tutto iniziò a partire dai primi anni Cinquanta quando alcuni immigrati olandesi, provenienti dalle città di Harlem e di Leida, piantarono sui terreni sabbiosi della zona i tulipani. Ne seguì una fioritura straordinaria che, nel 1956, fu all’origine di una grande sfilata di carri pieni di petali profumati e colorati. La festa poi venne sospesa, ma per fortuna di recente è stata ripresa e oggi rappresenta un vero godimento per gli occhi dei turisti che accorrono sempre numerosissimi.

A Narni si svolge la Corsa dell’Anello (appuntamenti dal 24 aprile all’ 11 maggio) che è la prima delle grandi tenzoni medievali. Nella giornata finale si tiene al Campo de li Giochi la gara che vede competere i tre Terzieri cittadini. I cavalieri a briglie sciolte sui loro destrieri e con una lancia lunga due metri e 66 centimetri devono centrare un anello di appena sei centimetri: una straordinaria prova di abilità. La tenzone risale al Basso Medioevo, per la precisione si tenne per la prima volta nel 1731 e ora si svolge tutti gli anni fra aprile e maggio. Intorno a questo appuntamento centrale, il programma ne prevede molti altri: sbandieratori, mostre, cene con cucina d’epoca e via elencando.

Ad Assisi fra il 7 e il 10 si svolge il Calendimaggio, una festa appassionante anche per la capacità che ha di coinvolgere tutta la cittadinanza e di attrarre turisti nella città serafica che  in tutti i mesi è comunque la più visitata dell’Umbria. La gara è fra la Nobile Parte De Sotto e la Nobile Parte De Sopra. L’appuntamento è iniziato nel tredicesimo secolo che per Assisi è stato un vero momento di grazia. Nei primi 25 anni del Duecento, la città assistette alla nascita del francescanesimo che cambiò la storia della Chiesa e del mondo. Nello stesso periodo diventò uno dei più grandi cantieri d’arte d’Europa: le meraviglie create allora ne fanno ancora uno dei luoghi più belli e più carichi di storia. In quegli stessi anni veniva lanciato anche il Calendimaggio: una contesa a base di cortei in costume, di sfide, di spettacoli.

Il 15 maggio Gubbio vive la Corsa dei Ceri, la più famosa e forse la più coinvolgente fra le feste umbre. Le tre corporazioni medioevali e cioè i muratori e gli scalpellini (Sant’Ubaldo), i commercianti (San Giorgio) e i contadini (Sant’Antonio) dettero vita ad un appuntamento di popolo in onore del vescovo-patrono della città. Questa è l’ipotesi della nascita con motivazioni religiose, ma numerosi antropologi insistono invece su una matrice “pagana” e l’hanno accostata ad un rituale descritto nelle “tavole eugubine”. Si tratterebbe – secondo questi qualificati studiosi –  di una festa della Primavera dedicata a Cerere (da qui il nome Ceri) con una simbologia che allude alla fertilità e all’erotismo. Infine c’è un’ipotesi interpretativa “eroica”. La corsa sarebbe nata per celebrare la vittoria di Gubbio contro le 11 città che si erano alleate contro di lei: un vero miracolo propiziato da Sant’Ubaldo. E il vescovo-patrono, insieme a San Giorgio e a sant’Antonio, sono le figure simboliche di questa un’arrampicata a tutto gas su per una salita con terribili pendenze. I ceraioli  coprono i quattro chilometri di ascesa con sulle spalle dei giganteschi e pesanti ceri di legno con in cima le piccole statue dei santi. Sant’Ubaldo non può che arrivare primo, San Giorgio è sempre secondo e Sant’Antonio terzo: l’ordine di partenza viene rigorosamente rispettato, ma questo non significa che non ci sia gara. Innanzitutto perchè i santubaldari vogliono riuscire a chiudere la porta della basilica, che si trova sulla parte più alta del Monte Ingino, in faccia agli altri. E poi perché il giudizio viene dato anche su come i tre ceri hanno corso: se si sono piegati o peggio sono caduti, se quelli destinati a restare dietro hanno pressato da vicino quelli che stanno davanti, e tanti altri criteri più particolari. E’ uno spettacolo di forza, di colori, di generosa  dedizione veramente entusiasmante. Rappresenta l’appuntamento più importante dell’anno per gli eugubini.

Ci sono poi due feste più piccole in due paesi meno conosciuti dell’Umbria ma che meritano di essere segnalate per quello che rappresentano nella storia della regione.

La prima è la Festa della Fisica a Pozzuolo (17-25 maggio). E’ fatta in ricordo di un illustre compaesano: Franco Rasetti, uno dei ragazzi di via Panisperna. Grande scienziato collaborò a lungo con Enrico Fermi e partecipò alla sua più grande scoperta: la fissione dell’atomo. A Pozzuolo c’è un museo che ricorda Rasetti e, intorno a questo, si dipanano iniziative biografiche e scientifiche.

La seconda festa è quella del vetro che si svolge a Piegaro dal 30 maggio e al primo di giugno. Il paese è famoso per la sua vetreria che tutt’ora esiste ed è diventata una fabbrica moderna, un’azienda cooperativa che dà lavoro a 180 dipendenti. Ma la storia di questa produzione affonda le sue radici nel Basso Medioevo: la lavorazione del vetro sarebbe infatti iniziata nel 1293. Oggi a Piegaro c’è un piccolo ma prezioso museo che ricorda il lungo percorso di questo artigianato. La festa anche quest’anno sarà caratterizzata da iniziative che riguarderanno l’arte e il design del vetro, la letteratura, il teatro, i racconti storici.

Con l’arrivo di giugno tocca a Foligno con la Giostra della Quintana.