di Gabriella Mecucci
Quello che l’Umbria sta per vivere è un week end politico di prima grandezza: il 3 e il 4 sono giornate importanti. La prima è stata caratterizzata dallo sciopero generale “in difesa della flottilla e per Gaza”, che – fonte Cgil – è ben riuscito. E non si stenta a crederci dopo aver visto il grande corteo, con migliaia di persone, che ha sfilato a Perugia: da piazza Partigiani a piazza IV Novembre. Un serpentone rumoroso, colorato, pieno di giovani e pacifico: chi parla di 3000 persone, chi addirittura di più. Non sono mancati da parte di minoranze chiassose slogan inaccettabili. Ma si è trattato solo di esigui gruppetti. I due più coralmente strillati sono stati: “Giù le mani da Gaza” e “Giù le mani dai bambini, assassini”. Altre manifestazioni si sono svolte in Umbria: a Foligno, a Terni e a Orvieto.
Terminate queste iniziative di massa se n’è svolta una più piccola, ma che aveva un’importanza politica: alla presenza di Marco Cappato è stato piantato un albero in memoria di Laura Santi e per arrivare ad una buona legge sull’eutanasia. Un appuntamento toccante. Sull’argomento Passaggi pubblicherà lunedì un’intervista a Cappato.
Il giorno clou del week end politico dell’Umbria sarà il 4, quando a Terni si svolgerà una manifestazione contro il sindaco Stefano Bandecchi mentre ad Assisi ci sarà la ricorrenza di San Francesco. Quest’anno la data assume un rilievo in più: è tornata infatti ad essere festa nazionale. E all’appuntamento parteciperanno la premier Giorgia Meloni e il ministro del Beni Culturali Alessandro Giuli.
Iniziamo con la manifestazione ternana, voluta dalle opposizioni cittadine e che rappresenta una risposta alle gravi affermazione del sindaco sui bambini di Gaza che in realtà – a suo dire – non sarebbero “mai morti” e che sono “difesi da drogati che hanno ammazzato due quindicenni”, un insulto a chi manifestava favore della pace e della flottilla. Dopo queste incredibili dichiarazioni, le opposizioni hanno deciso di non andare più alle sedute del Consiglio Comunale. E proprio ieri il parlamentare del Pd Walter Verini invitava Piantedosi “a mettere sotto osservazione” il comportamento del primo cittadino, teso a restringere “l’agibilità democratica”. Per queste ragioni la manifestazione di Terni del 4 ottobre è un evento di prima grandezza. Misurerà infatti quanto sia folta e convinta l’indignazione di una città che pure ha votato per Stefano Bandecchi. Ci sarà finalmente un distacco di una parte importante dell’opinione pubblica da lui e dai suoi metodi?.
Dulcis in fundo, l’appuntamento centrale: quello di Assisi con la presenza di Giorgia Meloni. Sarà un’occasione utile a raddrizzare il senso delle sue recenti dichiarazioni poco istituzionali, per usare un blando eufemismo. Speriamo lo faccia. Sullo sciopero generale ha detto infatti che era un modo per conquistare un “week end lungo”. Si può essere d’accordo o dissentire con la scelta della Cgil, ma quella di Meloni è stata una vera e propria provocazione. Mentre il suo ministro della Difesa si comportava in modo corretto e istituzionale, lei si abbandonava a battutacce capaci solo di inasprire, anziché distendere il clima, come sarebbe suo compito. La premier ha sbagliato e sembra che abbia avuto anche un’accesa discussione con Crosetto. Vero o falso che sia, fra i due sulla vicenda mediorientale si è misurata una profonda distanza. Lei sembrava una leader di partito in cerca di voti, lui un premier prudente che deve governare una situazione delicata. E non c’è dubbio che oggi non c’è bisogno di interventi da petroleuse, ma di comportamenti che favoriscano il dialogo e la ragionevolezza. Il 4 Meloni si troverà davanti alla Basilica del santo della pace e della mitezza. Speriamo che si ispiri al suo messaggio.