di Porzia Corradi
Uno straordinario concerto ha concluso la più bella edizione del Due Mondi targata Monique Veaute. Sarà la sua ultima, purtroppo: il ministro ha infatti deciso di sostituirla. E lei ha concluso alla grande battendo ogni record: 31mila biglietti venduti per 925mila euro d’incasso (più 17 per cento rispetto al 2024). E spettacoli di notevole qualità.
L’ultima sera è stata minacciata dalla pioggia fino a pochi minuti prima dell’inizio della Quinta di Mahler. Poi è apparso un grande arcobaleno e lo spettacolo è partito: il maestro Ivan Fischer ha incantato la piazza stracolma, suggestiva come sempre, ed entusiasta. Gli scroscianti applausi finali hanno sottolineato una bella esecuzione della Budapest Festival Orchestra, che di Mahler conosce l’opera a fondo.
Fra le migliaia di persone c’erano sotto il palco il vice presidente della Camera Giorgio Mulè, l’onorevole Maria Elena Boschi, la giornalista Antonella Borallevi. Veaute ha fatto, prima dell’inizio del concerto, un sobrio saluto pieno di ringraziamenti: a Marina Mahler, a Anna Fendi, a Duccio Marignoli e adAda Urbani, tutte e tutti “grandi amici” del festival.
Se la serata finale è stata di notevole qualità, è altrettanto vero che l’intero Due Mondi ha raggiunto quest’anno vette molto alte sia nel teatro che nella danza. Bellissime le esibizioni di Wiliam Kentridge. Molto apprezzate quelle di Luca Marinelli e di Umberto Orsini. Interessante Novecento di Alessandro Baricco, Stefano Bollani e Enrico Rava. E anche l’opera Hadrian – un’operazione culturale difficile – non ha certo deluso: è stata anzi apprezzata per la grande esibizione di coro, cantanti e orchestra e per il tentativo ardito di portare la lirica dentro il Duemila con una musica contemporanea che non ha scartato la melodia. Sempre folto il pubblico a tutti gli spettacoli. A questo successo da record, forse non ha corrisposto un analogo boom di turisti. A non aiutare c’è stato un clima a tratti inclemente: con un gran caldo nella prima settimana e poi una forte instabilità che si è manifestata proprio in coincidenza di alcuni concerti all’aperto.
Termina così il quinquennio di Monique Vaute coadiuvata dalla direttrice organizzativa Paola Macchi che è stata di recente nominata segretaria generale del Maxxi di Roma.
Il Festival è stato salvato e rilanciato da Giorgio Ferrara, dopo alcuni anni di caduta libera. Poi è arrivata la direttrice francese che ha portato un vento più sperimentale e che ha realizzato operazioni coraggiose di cui l’Hadrian di quest’anno è solo una delle tante, per non parlare della danza. A Veaute va inoltre riconosciuto di aver introdotto in tutte le edizioni temi di grande attualità: quest’anno è toccato al femminicidio e al colonialismo.
Adesso arriverà Daniele Cipriani. Speriamo che anche lui, come i due precedenti direttori, continui a dare al festival la creatività e le suggestioni che da 68 anni incantano: da quando Menotti inventò la formula del Due Mondi circondandosi della migliore cultura internazionale dell’epoca. Essere a capo della kermesse spoletina è una sfida molto difficile perché ci si misura con una tradizione di prim’ordine e con un pubblico appassionato e insieme esigente.