Questo breve e bellissimo intervento è stato pronunciato dall’arcivescovo di Perugia, Sua Eminenza Ivan Maffeis durante la recente inaugurazione del Museo del Capitolo della Cattedrale. Per gentile concessione siamo stati autorizzati a pubblicarlo.
di Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia
I giornali di oggi danno ampio risalto alla notizia della conclusione dell’XIa edizione della campagna I luoghi del cuore, promossa dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). All’invito Narrate, gente, la vostra terra, lanciato dallo scrittore Antonio Scurati, ha risposto oltre 1 milione e mezzo di persone.
“Colpisce un elemento molto chiaro e omogeneo – commenta il Corriere della Sera – : i primi tre Luoghi del cuore e ben 45 tra i 100 più votati in tutta Italia sono legati alla devozione religiosa popolare. È la prova che, come ha detto il presidente del Fai, “se la pratica della fede è in crisi, alcuni edifici e contesti continuano a rappresentare eloquenti testimonianze di identità, di appartenenza, di affezione. Un dato sul quale riflettere per comprendere i sentimenti più diffusi e condivisi”, nonché “il legame tra i diversi territori, i singoli cittadini e le intere comunità”.
In altre parole, il nostro patrimonio testimonia quanto l’arte abbia saputo ispirarsi e veicolare tematiche legate alla fede, contribuendo a plasmare una cultura che fa parte del nostro mondo spirituale.
Esperienza religiosa ed esperienza artistica sono accomunate dal tentativo di portare a parola la profondità della realtà, nel rispetto della sua dimensione trascendente e in quanto tale in ultima analisi indisponibile.
L’opera d’arte, in particolare, è un grande linguaggio simbolico: con le sue forme, i suoi colori, la sua storia riveste e rende accessibile la verità, esprimendo una bellezza che affascina, che riempie di stupore, che offre una ricchezza di spunti con cui leggere il significato nascosto nel segno.
La cronaca di cent’anni fa ci testimonia le difficoltà incontrate nella realizzazione di questo Museo. La presenza di ciascuno di voi esprime che quella fatica non smette di incontrare attenzione, considerazione e condivisione. Sentitele quindi rivolte a voi le parole dell’allora arciprete della Cattedrale, Mons. Camillo Rasimelli: “Eccellenze, Signori! La degnazione che ci avete usata di accettare il nostro invito ci commuove e ci allieta. Ci commuove, perché la vostra presenza addimostra l’alto interesse che prendete alla nostra impresa, che è manifestazione e culto dell’arte e ci rassicura del vostro favore. Ci allieta, perché sentiamo di essere uniti in questo ideale che attraverso le concezioni e le forme dei grandi artisti, ispirati alla fede sincera, ci fa vedere Iddio”.