Intervista a Max, libero della squadra, alla vigilia della festa di piazza per la Champions: “Amo Perugia e ci resterò per sempre”
Domani a partire dalle ore 20 si svolgerà la grande festa della Sir per celebrare il trionfo in Champions. Passaggi Magazine ha parlato delle ragioni del successo e del futuro della squadra con Max Colaci, uno dei giocatori che più vi hanno contribuito anche per la lunga militanza nelle sue fila
di Giampiero Rasimelli
Ho incontrato Max Colaci, un uomo gentile, un bravo ragazzo di 40 anni dal fisico integro, un grande atleta, innamorato di Perugia e del volley, determinato a conquistare nuovi, importanti trofei con la SIR Volley Perugia.
Ho chiesto a Colaci : ci sono prodigi continui di longevità anche nello sport, ma relativamente pochi sono quelli che arrivano oltre i 40 anni di attività e segnano un’intera epoca sportiva come Yashin o Buffon o Zoff nel calcio, ci sono Kaziyski e Orduna nel volley … come ti senti tra questi prodigi? … “Non pensavo -risponde lui- di arrivare a 40 anni quando mi allenavo e giocavo ad Ugento in Salento sotto gli occhi di papà (giocatore e allenatore). E’ stata una sorpresa anche per me, ne sono molto felice, ma la cosa più importante è che io mi sento felice sempre, quando gioco la partita e il martedi quando ricomincio l’allenamento nel palazzetto. E’ questa la ragione che mi ha portato a 40 anni da sportivo in attività con pieno entusiasmo.”
Max, perché hai scelto di fare il libero nel volley ? “ Guarda -mi risponde- nel tempo ci sono stati tanti che arrivavano al ruolo di libero dopo aver fatto più o meno a lungo gli schiacciatori, pareva fosse una sorta di punizione per le limitate capacità. Io ho sempre voluto fare il libero, il mio mito era Mirko Corsano che vinse un bronzo alle olimpiadi e l’oro ai mondiali con la Nazionale Italiana. Era di Ugento, nel leccese, aveva giocato nelle giovanili dove poi sarei cresciuto. Ma io da piccolo, anche quando giocavo a calcio volevo sempre fare il portiere. Mi è sempre piaciuto dare fastidio all’attaccante, bloccarlo, impedirgli di fare male.”
Recentemente ho notato che in Italia c’è stata una gran crescita di giovani nel ruolo di libero, alcuni già campioni, altri molto promettenti … in Italia abbiamo coltivato di più questo ruolo ? “Forse è vero (Giappone escluso se ricordate le Olimpiadi di Parigi), Balaso è ormai un campione a tutto tondo, leader a Civitanova e in Nazionale, Laurenzano ha avuto una crescita straordinaria a Trento e nella stessa Nazionale e forse questo corrisponde ad una evoluzione del gioco -dice Max- Prima avevamo un approccio più emotivo alla funzione del libero, maggiormente vocata a respingere le bordate di battuta o di schiacciata … ho in mente campioni straordinari come Serginho o Henno o Grebennikov, che è ancora un leader in campo … poi però c’è stato un passaggio più marcato verso la piena gestione della ricezione. Il libero diventa così non soltanto il difensore principale di seconda linea, ma anche il primo regista. Una ricezione perfettamente indirizzata aumenta la velocità del regista, delle sue scelte di distribuzione, delle sue alzate. In questo vale non poco anche il mio lungo sodalizio con Giannelli, un’intesa tattica ormai sperimentata e un’intesa in campo nella gestione del gruppo, nella capacità, se necessario, di alzarne i toni.”
Quale è secondo te lo spirito del volley di oggi ? se ti dico fisicità, velocità, manualità ci azzecco? “Posso essere d’accordo, con una nota -precisa- secondo me oggi c’è molta più fisicità e un po’ meno tecnica. Per questo bisogna saper gestire la ricezione anche resistendo, finchè possibile, alle bordate da 100/120 km all’ora, per giocare poi con molta velocità e avere la manualità necessaria (vedi Lavia, Plotnitsky, Ishikawa) a recuperare quello che la fisicità da sola non risolve.”
Cosa ti ha portato alla SIR Max ? “Otto anni fa in una società importante come Trento avevo tutto, io, però, volevo fare un’esperienza piena, aprire un ciclo. Perugia era una società ambiziosa, ma non era ancora pronta per vincere e questo mi fece scegliere di abbracciare questa sfida che il Presidente Sirci si era data con tutto l’entusiasmo che conosciamo. Il problema principale -scoprii- era la testa, la mentalità. Bernardi, da allenatore, fece un grandissimo lavoro a Perugia su questo. Ricordo che la gente diceva … tanto con Modena perderemo sempre. Il soffitto di cristallo si ruppe con la prima vittoria di Supercoppa. Poi ci fu una partita di Champions League (stiamo parlando del 2017/18) nella quale perdevamo 2-0 con Civitanova e in rimonta vincemmo 3-2. E’ così che ripartimmo e che dopo vincemmo Scudetto e Coppa Italia. La testa dice tutto, lo abbiamo visto anche nella recente finale di Champions in Polonia, senza serenità e forza morale non avremmo mai vinto.”
La SIR ha avuto diversi leader in passato, dimmi quale è la differenza secondo te tra Bata Atanasievic e Oleh Plotnitsky, sicuramente tra i più amati dal pubblico. “Bata trascinava la squadra e il popolo del volley, così sono cresciuti i Sirmaniaci, una forza vera di questa squadra, Oleh è bravissimo in ricezione (quando non mi fa arrabbiare perché si deconcentra), è straordinario in attacco, nel gioco di pipe: Oleh è un leader tecnico e un trascinatore con la sua simpatia !”
Perché quest’anno per almeno un mese è calata la ricezione insieme alla battuta e ci siamo giocati lo Scudetto ? “E’ vero, ma è più complesso -dice Colaci- Intanto quando Lorenzetti dice che i play off sono un altro campionato dove tutti i migliori arrivano più cattivi, più forti e più rodati, dice una verità inconfutabile che tutti dobbiamo acquisire meglio, giocatori e pubblico. Poi ci sono delle partite come gara 5 di semifinale, dove Civitanova ha fatto 17 ace, Bottolo e Nikolov sono stati straordinari, bravi loro, non è facile ripetersi a quei livelli, quando arrivano quelle bombe c’è poco da fare. Nello sport bisogna anche riconoscere i meriti degli avversari e accettare le sconfitte.
Infine c’è l’errore nostro, sicuramente, che dobbiamo saper gestire con la testa, la tecnica e il fisico. Nella partita per il terzo posto con Piacenza non abbiamo ancora giocato al meglio, ma abbiamo vinto. In Polonia siamo tornati squadra e ne sono assolutamente orgoglioso. Se non sei squadra non vinci in Polonia, non vinci contro i polacchi, non resisti al ritorno (da 2-0 a 2-2) dello Zawiercie portando a casa la Coppa. In tutto questo percorso Angelo Lorenzetti è stato fantastico nella guida del gruppo e nella vicinanza ai singoli, è un grandissimo allenatore, un valore aggiunto per questa squadra !”
Le vittorie internazionali, sostiene il Presidente Sirci, danno grande visibilità, grandi opportunità, ma come si mantiene la fame ogni anno per ogni appuntamento ? “Innanzitutto c’è la società, la sua grande passione che contagia tutto l’ambiente, dal pubblico ai giocatori. Insieme a questa, come ho detto, c’è un grande allenatore che sa guidare la squadra nei successi come nei momenti difficili. Poi c’è quell’adrenalina che per me è essenziale.
In una stagione e soprattutto nelle partite che contano, ci sono alti e bassi, ma poi ci sono quei pochi secondi in un grande appuntamento dove ti giochi il successo all’ultimo respiro. Quelli sono momenti impagabili per me come per ogni giocatore, che bisogna saper preparare, conquistare e vivere … voglio dire ancora una cosa, che ha a che fare con la fame di successi da mantenere … La prossima sarà una stagione di campionato e di Champions piena di squadre fortissime. Nessuno regalerà niente, tutti vorranno vincere e noi dovremo confrontarci con i migliori ed essere a quel livello. Lo saremo? E’ questo che deve alimentare la nostra fame, la consapevolezza della forza che abbiamo e che siamo, insieme alla consapevolezza della forza e della qualità degli altri, sempre più alta !!”
Quali sono gli obbiettivi 25/26 ? “ Difendere la Champions -dice Colaci- sarà un’impresa difficilissima, un esame per il quale ci vogliamo preparare al meglio per dare il massimo. Vincere il campionato è unico- dice Colaci- ogni volta che ho l’ho vinto ho provato una soddisfazione immensa. Partiamo dietro quest’anno, dobbiamo saperlo, riconoscerlo e farne energia per riprendere nelle nostre mani il nostro destino e possibilmente il successo, che vogliamo con tutte le forze. Angelo Lorenzetti è già sul pezzo, ci aspetta una stagione durissima ed entusiasmante. Peccato questo ingolfamento di calendario, ora la VNL, poi il mondiale di Manila, si gioca troppo per inseguire i diritti televisivi. Questo però spesso nuoce alla prestazione sportiva, quindi dobbiamo tenere conto anche di questo nella programmazione.”
Ci hai detto molte cose da cui capiamo che i tuoi 40 anni sono solo un inizio. Dicci ancora qualcosa sulla SIR e su Perugia. “Sono stai 8 anni fantastici, carichi di successi ed emozioni. Sono subito stato accolto in modo importante, dalla società, dai giocatori, dal grande pubblico di Perugia. Ricordo un episodio. Una volta a margine di una partita ebbi a che dire con due tifosi. Il giorno dopo arrivo’ una delegazione di Sirmaniaci per chiedermi scusa, mi colpì moltissimo quella dimostrazione di stima e di affetto.
Ricordo anche un amico comune, Francesco Allegrucci e le cene a casa sua con Aaron Russel (un amico che ci ha fatto tribolare non poco con lo Zawiercie in Champions) e con Bata o quelle con lui e tutta la squadra al ristorante. Il pubblico di Perugia è fantastico, lo ripeto, è una vera forza per la squadra, la città è meravigliosa, l’Umbria è bellissima … penso che mi fermerò a vivere qui con la mia famiglia e magari a lavorare in società, non è un segreto che il Presidente Sirci mi abbia già fatto questa ipotesi, anche se questo non è il momento di pensarci, voglio giocare !”
“La società è tra le più importanti in Italia e penso anche nel mondo. Il suo segreto ? Vince e non si accontenta, la continuità nei successi la distingue dalle altre. E’ una società che vuole essere sempre protagonista. Magari ci fosse un po’ più di pazienza, ogni tanto, sarebbe anche meglio, ma la spinta che dà e la sua energia sono insostituibili e sono la sua forza. A questo la SIR unisce la capacità di programmazione in tutto, per il marketing, gli sponsor, per il pubblico e per la squadra. Anche quest’anno è stato fatto un lavoro di rafforzamento mirato in tutti i settori che reputo molto buono. Al netto degli infortuni e dei recuperi che ci hanno penalizzato un pò quest’anno, potremo strutturarci al meglio con ricambi di valore in tutti i ruoli per affrontare la stagione durissima che ci attende. La SIR non si nasconde mai e si è preparata per questo anche in vista della prossima stagione!”
Grazie grande Max ! Mi pare di aver capito che come minimo arriverai a festeggiare il decennale con la SIR. Il 19 giugno prossimo ci sarà la grande Festa Champions della SIR in Piazza Grande, il giorno prima della Festa più cara ai Perugini il 20 giugno, un grande onore per il volley perugino e una grande ulteriore identificazione della SIR con la città. Tu ne sarai uno dei cerimonieri più amati ed illustri.