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di Gabriella Mecucci

“Speriamo che sia femmina” recitava il titolo di un celebre film di Monicelli. In quell’occasione la speranza si riferiva alla nascita. Oggi in Umbria si traduce in realtà nel mondo dell’impresa. Era già da più di un ventennio che accadeva in politica, dove è la regione “più rosa” d’Italia. Lo sta diventando e più lo diventerà nelle grandi famiglie di industriali. Accade un po’ per nascita e un po’ per la bravura della componente femminile. E del resto la regione ha una certa tradizione in materia: una delle più grandi imprenditrici italiane, Luisa Spagnoli è una perugina doc.

Partiamo da Solomeo dove regna Brunello che ha creato “l’impero del cachemire” e l’immagine dell’imprenditore umanista. Il patron ha poco più di settant’anni ed è in gran forma: governerà dunque ancora a lungo. Ma nell’orizzonte aziendale sono spuntate da qualche tempo due giovani donne: Camilla e Carolina. Sono le figlie, ed entrambe sono diventate di recente vice presidenti dell’azienda, dove peraltro  ha  avuto e ha un ruolo importante la madre Federica, impegnata anche nella Fondazione Cucinelli che organizza e finanzia numerose e importanti attività culturali della famiglia. Camilla e Carolina sono già dirigenti e saranno le eredi di una Solomeo sempre più forte e che si colorerà di rosa.

Se dall’abbigliamento ci spostiamo al cemento in direzione Gubbio, la tendenza all’onda femminile si conferma. Nella schiatta Colaiacovo, infatti, le donne si stanno ritagliando un ruolo di grande responsabilità. Il leader massimo resta Carlo, ma dietro di lui si è formato un folto gruppo di discendenti imprenditrici. C’è innanzitutto sua figlia Cristina che ha dato  buona prova di sé alla presidenza della Fondazione Perugia, dove la famiglia eugubina regna incontrastata da trent’anni. Ma la rampolla non si è fermata lì: ora ricopre importanti ruoli nazionali. C’è la nipote Carmela che, oltre a gestire un albergo a cinque stelle come “I Cappuccini”, è diventata di recente presidente del “Sole 24 ore”. Ci sono poi Francesca e Paola: la prima è  Presidente di Financo, la holding di famiglia, e amministratore delegato di Colacem, la seconda ha questa  stessa carica in Colabeton. L’onda rosa, insomma, ha conquistato posti decisivi nel gruppo Colaiacovo e la tendenza potrebbe ulteriormente irrobustirsi. 

A Perugia la Spagnoli, l’azienda della città più carica di storia insieme alla Perugina, è guidata da tempo da Nicoletta, e nessuno mette in discussioni le sue notevoli capacità: ha condotto la griffe con grande abilità, sia innovando il prodotto sia riuscendo a presidiare lo storico mercato delle signore di mezza età. E’ sicuramente una manager di prom’ordine, erede della bisnonna Luisa, leggendaria per la sua creatività imprenditoriale.

A poca distanza dal capoluogo, ci sono le Cantine Lungarotti in mano da anni a Chiara, figlia di Giorgio. In questa azienda fondamentale è stato il ruolo di Maria Grazia, moglie del fondatore dell’impresa, che ha associato al business un’importante presenza culturale attraverso il museo del vino di Torgiano. C’è poi anche l’altra sua figlia, Teresa che, oltre ad avere un importante posto in azienda, ha calcato anche la scena politica come assessore alla Cultura del Comune di Perugia. 

E che dire della “carica” femminile che ha investito la famiglia Cotarella? I fondatori Renzo e Riccardo sono stati affiancati alla guida dell’azienda da Dominga e le “tre sorelle”, così le chiamano, anche se in realtà due sono cugine. I due patron sono grandi enologi, Riccardo in particolare è noto in tutto il mondo come straordinario “inventore” di vini.  Tanti neofiti vip si sono rivolti a lui per produrre un rosso a base di Merlot: da Sting a Bruno Vespa, passando per D’Alema e arrivando a Cucinelli. Ma c’è chi dice che abbia avuto rapporti anche con Berlusconi e persino col Cremlino. Dominga è sua figlia e con le altre tre affianca i patron nella conduzione dell’azienda: decine di ettari di vigna nella zona dell’Orvietano e una cantina che produce un vero nettare degli dei. Anche nel caso dei Cotarella, le giovani donne sono impegnate a organizzare e finanziare eventi culturali.

La terra umbra regala prodotti d’eccezione e fra questi c’è il tartufo. I “signori” del profumato fungo ipogeo sono indubitabilmente gli Urbani che nel loro paese di origine, Scheggino, hanno anche costruito un vero e proprio museo del “diamante nero” della Valnerina. In famiglia le donne hanno un peso davvero speciale. Olga è presidente dell’azienda che ha una storia ultrasecolare e che è leader del settore nel mondo. Ma il “potere al femminile” degli Urbani si è manifestato anche in politica. La prima “quota rosa” è rappresentata da Ada che è stata consigliere regionale e parlamentare di Forza Italia. E’ inoltre l’animatrice del salotto spoletino che ruota intorno al Festival dei Due Mondi. Dopo di lei è venuta Paola Agabiti Urbani, già assessore al Bilancio e alla Cultura della giunta Tesei.

Dagli straordinari prodotti della terra e della creatività umana, passiamo all’alta tecnologia. Qui si incontrano gli Angelantoni. La loro azienda è specializzata nel freddo. Può produrre macchinari che portano le temperature a livelli impensabili, utili alla farmaceutica così come alla ricerca spaziale. Nella galassia di imprese che fanno parte del gruppo c’è anche la “Archimede Solar Energy”, presieduta da una giovane donna capace e volitiva: Federica, figlia del patron della Angelantoni. Anche per lei un presente e un futuro da “capitana coraggiosa”. Anche per lei un impegno nel mondo dell’assistenza e della cultura.

Il capitalismo famigliare dell’Umbria è donna. Accanto ai ruoli ormai molto importanti nei gruppi super blasonati, ci sono anche quelli conquistati in realtà meno conosciute, ma costitutive del sistema economico regionale. All’orizzonte anche in questo campo ci sarà un potere sempre più al femminile. Il futuro è rosa.