di Giampiero Rasimelli
Foto ©Fabrizio Troccoli
Walter Alfredo Novellino, un irpino di Montemarano (Avellino) a Perugia, innamorato di questa città a cui ha dato tanto e da cui ha ricevuto enorme affetto. Qui ha ottenuto successo e notorietà nel calcio, ha costruito famiglia, si è sperimentato come imprenditore e poi allenatore. Dice,” io mi sento perugino, Perugia è la mia casa e la mia storia”.
C’ero anch’io lì nel 1975, con Novellino appena arrivato, allo Stadio di Pian di Massiano (si chiamava così allora) finito di costruire a tempo di record per l’inizio del campionato, in tempo utile per partecipare al grande teatro calcistico della Serie A. Lo vedevo ondeggiare sul campo palla al piede, ubriacare gli avversari, costruire azioni da gol e qualche volta segnare. Divenne quasi subito una star, l’orgoglio di Perugia di essere in serie A, il primo campione sbocciato a Perugia.
Per questo, nonostante sia rimasto da calciatore a Perugia solo 3 anni, è entrato così profondamente nel cuore della città. Lui dice “ è stato amore a prima vista, la città era ed è bellissima, il Grifo era una famiglia, ho giocato bene quegli anni, ho ottenuto un rapido successo, mi sono sposato con una perugina, qui è nata una delle mie 2 figlie”. Poi si schernisce,” ma il Perugia della prima Serie A non ero solo io, c’erano altri campioni come Vannini, Curi, Nappi, Agroppi, Frosio, Scarpa, guidati dal grande Castagner, eravamo un gran gruppo coeso, che sentiva entusiasmo e una grande responsabilità, che stava bene insieme”. “E c’era una grande società, con l’indimenticato Presidente D’Attoma al centro e il Direttore Sportivo Idreno Ramaccioni al suo fianco, con tanti importanti amici imprenditori e professionisti, come Pascoletti, Servadio, Ciai, Ghini e tanti altri … uno staff tecnico di pregio umano e professionale, ricordo tra tutti i massaggiatori Palomba e Renzo Luchini, quest’ultimo amatissimo da tutti e purtroppo deceduto in queste ore! … e tanti altri ancora, non dimentico nessuno, era una grande, grande famiglia !”
Ho capito, ma tu sei esploso calcisticamente in quegli anni, sei diventato il travolgente “Monzon”(per la somiglianza col grande pugile argentino), ti volevano in tanti e alla fine arrivò il Milan che ti acquistò nel 78. Ricostruiamo quel momento veramente storico, preceduto dalla tragica morte sul campo di Renato Curi (30 ottobre 1977), durante la partita di campionato a Perugia con La Juventus. Tu te ne andasti al Milan a fine stagione e insieme a te se ne andarono anche altri, tanto che il Perugia fu quasi rifondato, arrivarono Butti, Casarsa, Speggiorin, Ceccarini, Della Martira, Bagni, Dal Fiume e altri ancora. Nacque quello che sarebbe stato “Il Perugia dei Miracoli”. Una squadra che per prima nella storia del calcio italiano rimase imbattuta nel campionato 78/79 finendo come seconda dietro al tuo Milan. Tu bandiera indiscussa del Perugia vincesti lo scudetto col Milan superando “il Perugia dei Miracoli” imbattuto. Come successe ? “Beh … il Perugia fece un campionato inaspettato e fantastico, poi nella seconda parte forse si accontentò di difendere l’imbattibilità, dovette sopportare un gravissimo incidente a Vannini (che lo tolse dal campionato), un lungo stop di Frosio, mi pare, e noi del Milan, che eravamo molto forti, sotto la guida di Nils Liedholm, facemmo uno sprint che ci fece vincere il campionato per 3 punti sul Perugia. Io feci un gran campionato anche quell’anno al Milan e segnai il gol che ci diede matematicamente lo Scudetto a Verona, il Decimo Scudetto del Milan, la prima Stella. Alla fine, grandissimo Perugia, grandissimo Milan, tante soddisfazioni per entrambe le squadre, una imbattuta e una stellata. Io fui molto felice e, forse, anche grazie al fatto che io fossi protagonista nel Milan, Perugia accettò più volentieri un secondo posto da record” (molto più tardi solo un altro Milan, il primo di Capello 91/92 e la Juventus di Antonio Conte 2011/12 uguagliarono il record di imbattibilità del Grifo in Serie A).
Insomma, sei stato testimone in pochi anni, da protagonista e da avversario, di due formazioni del Perugia costruite quasi dal nulla, due formazioni di pressochè sconosciuti che ottennero grandi e leggendari successi. Tanto che il Direttore sportivo dei “Miracoli”, Ramaccioni, prese pochi anni dopo la via di Milano e divenne una colonna insostituibile del Milan di Sacchi, Capello e Ancelotti. Tu, di seguito, hai continuato la tua carriera di calciatore in tante squadre e dopo il calcio sei diventato imprenditore. “Sì, sì, una grande soddisfazione, pensavo di non essere all’altezza, di non farcela a dirigere un’azienda, e invece aprii un negozio di scarpe in Piazza della Repubblica, Docksteps e poi Benetton 0-12, arrivai ad aprire 12 negozi, un’esperienza che mi ha dato orgoglio, soddisfazioni e mi ha fatto molto contento.”
“… Poi, una mattina, mi svegliai e dissi a mia moglie … oggi vado ad allenare i ragazzi del Penna Ricci (storica società sportiva del calcio giovanile perugino). Comincia così la mia storia di allenatore, che diventerà poi una carriera vera e propria. Devo tutto a Luciano Gaucci e Walter Sabatini. Mi pescarono lì, al Penna Ricci, fu loro l’idea di farmi allenare le giovanili del Perugia e dopo un anno mi dettero la prima squadra, con la quale ho praticamente vinto la promozione “ … ma che successe con Gaucci ? “Luciano era un vulcano, eravamo due caratteri forti, io non volevo nessuno sull’autobus con la squadra in quei momenti delicati, volevo la promozione … litigammo e lui mi esonerò “… ma devo alla sua intuizione la mia carriera di allenatore, durante la quale ho girato l’Italia, da Torino a Genova, da Venezia a Avellino e Catania in serie A, B e C. Io ero un sacchiano, giocavo il 4-4-2 ma con gli esterni che rientravano al centro e i quinti, come si dice oggi, che salivano … è il calcio che si gioca oggi, io lo facevo 20-30 anni fa e vinsi molto !”
Novellino, un uomo di calcio a tutto tondo, oggi è diventato consulente del Presidente del Perugia Javier Faroni nell’ambito della rivoluzione della governance tecnica del Grifo che ha portato Giovanni Tedesco come allenatore e Riccardo Gaucci, insieme al mitico “Monzon”, come consulenti del Presidente. Una mossa straordinaria in una situazione diventata drammatica.
Che dici Walter del calcio umbro di oggi? Perugia e Ternana sono in difficoltà a livello societario e sportivo. “Guarda, parlo del Perugia, della Ternana conosco poco, la nuova proprietà argentina è seria, Faroni, il Presidente, è una persona per bene, vogliono veramente rilanciare il Perugia. Hanno avuto delle difficoltà, hanno trovato una situazione economica difficile, si sono fidati dei revisori, ma la situazione era più grave del previsto”. Abbiamo capito questo passaggio, che mi pare abbia più di una similitudine con quel che accade alla Ternana in questi giorni. Il fatto è che la società di Faroni è arrivata in città con grandi proclami e poi sia nel mercato invernale che in quello estivo è sembrato volessero agire col freno tirato. Il Direttore Meluso, indicato dalla società, ha assunto i pieni poteri, ha continuato con i proclami, ma i risultati sono stati scarsi o nulli … fino alle drammatiche 9 sconfitte consecutive con cui si è aperto questo campionato. La proprietà è sembrata lontana, oltre oceano, e anche pronta a lasciare di fronte ai risultati scarsi. La città l’aveva accolta molto bene, poi è maturata una distanza, quasi una rottura, fino al vostro arrivo, tuo, di Giovanni Tedesco e di Riccardo Gaucci, la prima scelta saggia della società che ha subito convinto la città. I tifosi non hanno mai smesso di sostenere il Grifo, ma dopo il vostro arrivo hanno raddoppiato gli sforzi e l’affetto. Questa volta la società è sembrata voler mettere radici solide a Perugia.
“Ma guarda che – mi dice Novellino – la società ha già fatto cose importanti, ha rimesso in piedi alla grande, il settore giovanile, non ha debito, paga regolarmente dipendenti e giocatori, collabora positivamente col Comune di Perugia nella gestione dell’impiantistica, ha già immesso risorse molto significative sul mercato … è tanto tutto questo!! Sui risultati sportivi non ci siamo, diciamolo, la squadra non è di questa classifica, ma, forse, a forza di dirlo questo concetto ha finito per pesare sulla consapevolezza dei giocatori che prima si sono trovati in difficoltà e poi si sono quasi persi. Ora è vero, la squadra vale più di questa classifica, ma la serie C è una brutta bestia e adesso la nostra priorità, il nostro orizzonte deve essere la salvezza, da ottenere col coltello tra i denti. Si è operato un cambio radicale e ora stiamo lavorando su questo. Vengo adesso dall’allenamento dei ragazzi, si sono allenati molto bene, abbiamo ottenuto 5 risultati positivi consecutivi, per questo ci siamo molto arrabbiati per la sconfitta di domenica scorsa con la Juve Next Gen, è sembrato riaffiorare quel vizio, quella debolezza caratteriale. Oggi li ho visti bene, domenica abbiamo un derby tosto con la Ternana, deve essere come sempre una festa del calcio, ma per noi è una partita della massima importanza, uno scontro tosto con in palio molto: serenità, tranquillità e sicurezza, finchè non le avremo riconquistate pienamente non avremo un percorso credibile verso la salvezza, che è il nostro futuro”.
Ok Walter, vediamo quello che succederà e cerchiamo di stare sul pezzo. Vorrei sapere, però, se in ogni caso la Società è pronta ad intervenire sul mercato di gennaio per correggere o valorizzare definitivamente l’assetto della squadra e costruire una base più solida con cui guardare al futuro. “ Certamente, la società è pronta a farlo, Riccardo (Gaucci) è già al lavoro in profondità sul mercato. Lui è il consulente generale del settore sportivo e sta facendo un gran lavoro. Bisogna equilibrare investimenti ed ingaggi, ma il Perugia vuole la salvezza e vuole aprire un ciclo positivo. Ora però bisogna stabilizzare la situazione, abbiamo buoni giocatori, abbiamo richiamato Bartolomei e Lisi (che non potrà comunque giocare fino a gennaio), vogliamo colmare qualche lacuna, ripeto, la salvezza è il nostro orizzonte concreto e non molleremo. La partita con la Ternana avrà queste caratteristiche, come tutte le partite a seguire, dovremo affrontarle con determinazione e dare l’anima per vincere. Poi, se guardiamo al futuro, è ovvio che il nostro orizzonte deve essere la serie B, senza la quale non c’è equilibrio e stabilità di gestione e tantomeno spazio per i sogni. Ma questo viene dopo, oggi il nostro sogno deve essere la salvezza. Dico alla città che si deve fidare di noi e della società, ce la metteremo tutta e ce la faremo … io ne sono certo, sono ottimista … se avremo altre difficoltà le supereremo”.
Un’ ultima domanda Walter. A Perugia oggi abbiamo un grande miracolo sportivo ai vertici mondiali del Volley ormai da molti anni, la Sir Susa Scai Perugia Volley del Presidente Gino Sirci. Abbiamo ricordato il Perugia di D’Attoma, il suo collegamento con l’imprenditoria perugina che voleva essere protagonista, la sua capacità di innovazione sia sul piano sportivo (Ramaccioni) sia sul piano commerciale (il Perugia fu la prima squadra con lo sponsor ELLESSE sulla maglia). Oggi la Sir di Sirci segue quella strada pionieristica e anche la supera in uno sport completamente diverso, ma riunendo oltre 160 sponsor, conquistando visibilità mediatica in tutto il mondo, con una continuità sportiva ormai leggendaria. “Noi – dice Novellino – dobbiamo e vogliamo seguire la strada di Sirci, la sua storia è la nostra ispirazione e, con modestia, la nostra aspirazione. Anche verso gli sponsor, l’imprenditoria, Riccardo Gaucci sta facendo un grosso lavoro. Io penso che in un tempo speriamo non lontano vedremo dei risultati. Lo sport e il calcio con esso, possono essere una grande risorsa per la città e io sono certo che possiamo farcela, per questo mi sono impegnato in prima persona.
Bene, grazie Walter, ci hai detto cose importanti, anzi speriamo che quanto prima possa essere lo stesso presidente Faroni ad illustrarci questa svolta, che i perugini hanno molto apprezzato. Certo, sarà un percorso non privo di difficoltà e scogli da superare, ma se è vero quanto ci hai detto c’è da sperare con ottimismo per il futuro, e la speranza di una città può muovere molte cose nel calcio e non solo.



