di C.F.
Riccardo Augusto Marchetti unico candidato alla guida della Lega Umbria, ma sarà battaglia sui cinque posti del direttivo regionale, per i quali si sono fatti avanti in nove. Tutto pronto in casa Carroccio per il congresso regionale di sabato mattina in programma al centro congressi Capitini di Perugia dove, verosimilmente a porte chiuse, si archivierà la lunga stagione a capo del partito umbro dell’onorevole Virginio Caparvi, che cede il testimone dopo una decina di anni all’altro parlamentare umbro rieletto un anno fa. Per celebrare il passaggio di consegne a Perugia è atteso il capo della Lega e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che considera Marchetti un suo fedelissimo e ha richiesto, qui come altrove, congressi unitari senza spargimenti di sangue, che però in Umbria potrebbero consumarsi sul voto per il direttivo.
Per il deputato di Città di Castello, che verosimilmente sarà eletto segretario per acclamazione, la guida del partito in Umbria non è esattamente un regalo. Come sempre a dare la misura delle condizioni in cui versa il Carroccio tra le province di Perugia e Terni sono i numeri: al congresso di sabato, infatti, saranno circa 290 gli aventi diritto di voto, compresi i rappresentati eletti nelle fila del partito. Difficile il confronto col passato, ma in diversi dicono che all’ultimo appuntamento congressuale erano diverse centinaia in più. È evidente, comunque, che al Capitini la platea sarà composta da un numero piuttosto esiguo di leghisti, a conferma delle difficoltà lasciate in eredità dalla gestione Caparvi nei territori, Spoleto e Todi ne sono l’esempio più eclatante, ben prima della luna di miele tra gli italiani e il partito di Giorgia Meloni. Tuttavia, in Umbria il colpo di grazia per la Lega è arrivato a Terni dove la vittoria del sindaco Stefano Bandecchi ha azzerato la rappresentanza del Carroccio in consiglio comunale, che qui cinque anni prima aveva eletto il sindaco e il gruppo consiliare più folto. Ancora una volta è meglio lasciar parlare i numeri: seppur econ tutti i distinguo del caso, alle Regionali dell’ottobre 2019 Caparvi ha raccolto oltre 154mila voti, ovvero il 36,95 per cento, mentre alle ultime Politiche del settembre 2022 in Umbria non ha raggiunto 34mila preferenze, pari al 7,75 per cento. Ecco perché la scelta di Marchetti a segretario
della Lega Umbria non è un regalo di Salvini, bensì una sfida per tentare di rimettere insieme i cocci di un partito ormai allo sbando, come anche i recentissimi cambi di casacca continuano a confermare – l’ultimo in ordine di tempo è quello di Michele Bortoletti di Foligno eletto quattro anni fa con la Lega e ora migrato a Forza Italia – segno peraltro di aspettative basse se non inesistenti per le sorti del partito anche col cambio di segretario.
Del resto la decisione di affidare a Marchetti il Carroccio in Umbria non è maturata al termine di un percorso che ha coinvolto territori, militanti ed eletti, bensì è arrivato in extremis durante l’incontro del 5 settembre scorso al Park Hotel, dove il futuro segretario, un attimo prima che venissero chiusi i lavori, ha messo sul tavolo la propria candidatura, poi ufficializzata nelle ultime ore. Dopodiché Marchetti ha iniziato un tour tra le sezioni, ma qualche malumore naturalmente resta.
Sì, perché se è vero che il neosegretario verrà eletto per acclamazione, decisamente incerto è l’esito del voto per il direttivo, reso necessario dalla presenza di nove candidati a fronte di cinque posti, di cui tre in provincia di Perugia e due in provincia di Terni. In pista ci sono Micaela Parlagreco di Gubbio considerata caparviana ma vicina anche a Pastorelli; Riccardo Polli di Foligno ritenuto un autonomo ma con un buon rapporto con Caparvi; Filippo Piccioni di Spoleto l’unico uomo davvero vicino a Marchetti; Walter Biscotti di Perugia anche lui vicino a Caparvi ma considerato «uomo di mondo» quindi capace di adattarsi a nuovi equilibri; Marta Serpolla di Perugia è invece una battitrice libera come dimostrato all’ultimo congresso della Lega, quando ha sostenuto Ricci anziché Merli; Anna Maria Fortini di Assisi è vicina a Pastorelli; e, infine, Francesco Spaccini di Deruta è considerato un caparviano. Con sette candidati per tre posti la battaglia del direttivo si consumerà tutta nella provincia di Perugia, ma l’impressione è che Marchetti abbia preso la guida della segreteria e i fedeli di Caparvi e in parte di Pastorelli puntino a blindare il resto del gruppo dirigente. Per tentare di evitare eccessivi spargimenti di sangue, comunque, nelle prossime 72 ore il futuro segretario potrebbe decidere di attingere a queste candidature per ricoprire i ruoli di responsabile enti locali e comunicazione del partito, oltreché il vicesegretario. Giochi fatti, invece, per i due posti riconosciuti alla provincia di Terni: per il capoluogo in pista c’è solo Valeria Alessandrini, mentre per la provincia corre Francesco Ricci di Narni.