di Gabriella Mecucci
Dietro al megaprogetto del Nuovo Curi ci sarebbe la ASM, una multinazionale americana che si muove in molti campi: dalle operazioni finanziarie, al turismo, alla convegnistica; dal green (energie rinnovabili), all’alta formazione, al mercato mondiale degli artisti, allo sport. Perché questo colosso made in Usa sceglierebbero Perugia? Innanzitutto, occorre ricordare che oltreoceano si è fatta largo da qualche tempo l’idea di investire in Europa.
Quanto alla scelta del capoluogo umbro viene considerata una location bellissima e appettibile anche perché potrebbe diventare un punto di raccolta del turismo del centro Italia e sul centro Italia. Roma e Firenze sono infatti già sature. Un’attrattiva particolare l’esercita inoltre Umbria Jazz. Per questo lo stadio non dovrà avere al suo interno solo palestre e impianti sportivi, bar e ristoranti, ma anche un grande albergo e molto commerciale. Dietro al progetto, presentato dalla cordata di imprenditori in febbraio, ci sarebbero dunque importantissimi interessi. Nessuna demonizzazione, per carità, ma sin qui purtroppo Palazzo dei Priori ha preferito tacere. Silenzi e poco più, eppure dovrebbe decidere se dare disco verde o no entro il 30 giugno.
I rumors che circolano da diversi giorni non brillano per precisione e non contengono molti dettagli, ma in assenza di comunicazioni ufficiali possono fornire qualche spiegazione ad una opinione pubblica molto interessata all’argomento e vigile.
Ma vediamo che cosa si sa per certo. Il progetto costerà in tutto 76,3 milioni. Lo stadio avrà 18mila posti, 2mila metri quadrati di uffici, 9.500 di commerciale, un grande albergo con 18 suite e 120 camere. Palazzo dei Priori dovrà mettere 12milioni e pagherà un affitto di 255mila euro all’anno. La cordata di imprenditori è abbastanza numerosa. Ecco alcuni dei nomi più conosciuti: Giulio Benni di King Sport, il costruttore Francesco Lanna, l’imprenditore immobiliare e sportivo Mauro Ricci, l’emiliano Alberto Bertani e il marscianese Claudio Umbrico. È noto inoltre il disegno del nuovo Curi, pubblicato su tutti i siti internet e sui giornali, e si sa che il vecchio Curi verrebbe smontato. Come verrà finanziata un’impresa tanto imponente? Ci sarà un project financing, cioè un partneriato pubblico-privato. Sin qui le cose certe, si ipotizza inoltre che i soldi dovrebbero arrivare grazie alla“legge sugli stadi” e forse dalla Cassa depositi e prestiti.
Per il Pnrr, visti i precedenti di Firenze, le speranze sono al lumicino. E poi toccherà alle banche e agli imprenditori. Che ruolo avranno gli americani? Per il momento nulla di preciso è trapelato. È invece certo che l’iperstadio di Pian di Massiano ha già provocato parecchie polemiche. I civici hanno espresso serie critiche. Il Pd ha sollevato molti dubbi e dettato le condizioni per poter aderire all’ipotesi, altrimenti voterà “fieramente contro”.
E si è verificata una spaccatura profonda all’interno della maggioranza di Palazzo dei Priori: la lista che ha ricevuto più voti alle elezioni del 2019, Progetto Perugia ha reso pubbliche le sue perplessità. Il timore più diffuso è che venga danneggiata l’area verde di Piano di Massiano, il polmone di Perugia dove si può passeggiare, divertirsi, far sport. C’è Il rischio infatti che l’iperstadio convogli nella zona un grande traffico e qualcuno paventa addirittura un “effetto Collestrada”.
Presto comunque Romizi dovrà prendere una decisione non semplice: se sarà un sì senza le dovute condizioni, potrebbe diventare il bersaglio delle critiche di molti cittadini, dell’opposizione e anche di esponenti della sua maggioranza. Se dirà no, finirà con l’avere più di una difficoltà con una parte rilevante del mondo imprenditoriale. Fra 24 ore ore ne sapremo di più. O la scelta sarà un nuovo rinvio?